lunedì, luglio 26, 2010

TORINO: GRANAROLO, MOZZARELLA BLU

Il primo caso della mozzarella blu marca Land, prodotta dalla ditta tedesca Milchwerk Jäger acquistata nel discount Eurospin di Rivoli, in corso Susa:
RIVOLI: IL CASO DELLA MOZZARELLA BLU

Torino, sequestrate due confezioni Granarolo

GRAZIA LONGO
TORINO


Da quando, un mese fa, è esploso lo scandalo della mozzarelle blu, l’unica consolazione a cui ci siamo aggrappati è che in fondo si trattava di prodotti tedeschi. E invece no. Non sono sicure neppure quelle italiane: sono appena state scoperte due mozzarelle color puffo, realizzate dal colosso caseario bolognese Granarolo.

La rivelazione è targata Torino. Le mozzarelle con il marchio Granarolo sono state acquistate all’ipermercato Auchan di Rivoli, alle porte del capoluogo piemontese. Il caso è già al vaglio del procuratore Raffaele Guariniello, titolare dell’inchiesta, e gli esami dell’Istituto zooprofilattico confermano che la causa dell’insolita colorazione è sempre lo Pseudomonas fluorescens. Un batterio che tende a virare al blu e che prolifera a velocità e in quantità enorme se esistono carenze igieniche nell’acqua. Non a caso, proprio l’altro ieri, i test microbilogici realizzati dal perito della procura torinese confermano l’uso di acqua sporca per la confezione delle mozzarelle incriminate.

Ma in questo caso avevamo a che fare con le confezioni della ditta tedesca Milchwerk Jäger di Haag, in Alta Baviera. Ora invece l’allarme ci tocca più da vicino ed è messo in crisi uno dei fiori all’occhiello dei prodotti alimentari made in Italy. La Granarolo è una delle società più importanti del settore. Com’è possibile che anche le sue mozzarelle diventino blu? Sulle confezioni sequestrate a Torino c’è scritto chiaramente che viene utilizzato latte italiano. Perché allora hanno la stessa caratteristiche di quelle dell’azienda Milchwerk Jäger? Le indagini sono ancora in corso, tuttavia agli inquirenti risulta un legame tra le due industrie. La Granarolo acquista dalla collega tedesca materiale per «lavorare» alcuni prodotti.

La risposta, quindi, potrebbe forse trovarsi nel passaggio di derivati made in Germany. La stessa Milchwerk Jaeger, tramite l’avvocato ferrarese Gaetano Forte, sottolinea in una nota «la presenza del batterio Pseudomonas fluorescens ha riguardato situazioni di tenore analogo relative anche ad altre aziende dentro e fuori il territorio nazionale». I tedeschi, contestualmente alle indagini dei carabinieri del Nas e della procura torinese, hanno provveduto al ritiro dal mercato delle mozzarelle a rischio.

Resta da vedere come si muoverà ora la Granarolo. Orgogliosi della qualità della loro attività, reclamizzano prodotti buoni e sicuri (chi non ricorda il simpatico slogan della mucca Lola?). Resta da chiarire come si sia potuto verificare lo spiacevole episodio delle mozzarelle blu. Guariniello, quindi, si trova a dover giocare su un doppio tavolo. Quello internazionale, dove sta attendendo una risposta alla richiesta di rogatoria. E quello casalingo, per verificare le responsabilità del caseificio bolognese, di cui è stata già inoltrata notizia alle autorità regionali e ministeriali.

Le ipotesi di reato sono sempre due. La violazione della legge del 1962 sugli alimenti e il commercio di prodotti pericolosi per la salute e la frode in commercio. Finora, sono state iscritte nel registro degli indagati dieci persone: due tedeschi e otto importatori e distributori italiani. Si attendono nuovi sviluppi.

Tratto da LASTAMPA.it