lunedì, febbraio 27, 2012

COLLEGNO: BANDO PER L'ASSEGNAZIONE DI ALLOGGI DI EDILIZIA POPOLARE



BANDO N. 1 PER L’ASSEGNAZIONE IN LOCAZIONE DI ALLOGGI DI EDILIZIA SOCIALE CHE SI RENDERANNO DISPONIBILI NEL COMUNE DI COLLEGNO AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE N. 3 DEL 17 FEBBRAIO 2010 E DEI REGOLAMENTI ATTUATIVI.

PRESENTAZIONE DOMANDE DAL 6 FEBBRAIO AL 22 MARZO

- BANDO
- DOMANDA
- DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA

domenica, febbraio 26, 2012

OCSE ALL'ITALIA: RIDURRE TUTELE DEL POSTO FISSO E PROCEDERE ALLE PRIVATIZZAZIONI (ENERGIA, TV, TRASPORTI)


 
Qualche settimana fa pubblicammo una serie di articoli per cercare di ipotizzare la strada che avrebbe percorso questo Governo Tecnico (comandato a bacchetta dai grandi poteri forti internazionali) per il nostro bel Paese:
MARIO MONTI E LA MASSONERIA: UNA RELAZIONE PERICOLOSA PER L’ITALIA.

Oggi leggendo dai giornali la notizia sul rapporto di crescita dell'OCSE in cui sprona la nostra Italia a ridurre le tutele del posto fisso e a procedere con le privatizzazioni (Energia, TV, Trasporti), ci accorgiamo con immenso dispiacere che forse non abbiamo avuto tutti i torti nella nostra ipotesi...

(AGI) - Roma, 25 feb. - L'Italia deve attuare una "riforma del mercato del lavoro complessiva mirata a rendere piu' flessibile la tutela per i contratti standard". Lo raccomanda l'Ocse nel Rapporto sulla crescita, in cui sprona l'Italia ad ammorbidire la protezione di cui godono i contratti "a posto fisso", ma al contempo la esorta a "una riforma del welfare per migliorare la rete di sicurezza sociale per i disoccupati".

L'Italia inoltre deve ridurre le "barriere normative alla concorrenza" gravanti sull'industria, le professioni, il commercio al dettaglio e i servizi locali procedendo con le liberalizzazioni. L'Organizzazione chiede inoltre di procedere sulla strada delle privatizzazioni (tv, trasporti ed energia i tre settori principali), ma intanto riconosce gli sforzi finora compiuti.

L'Italia viene portata a esempio, come uno dei paesi che stanno maggiormente incrementando la competitivita'. Lo afferma da Citta' del Messico il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria. In una conferenza stampa a margine del G20 finanziario, Gurria ha ricordato le liberalizzazioni di "ampi settori" che sta portando avanti il paese. E ha riconosciuto che "importanti riforme del mercato del lavoro si stanno preparando".
Secondo il numero uno dell'Organizzazione, la riunione dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche centrali del G20 "riconoscera' gli sforzi fatti dall'Italia" e come il governo stia lavorando "bene" per rafforzarne la credibilita'.

LA CRISI RENDE PIU' POVERA LA DIETA DEGLI ITALIANI


Tratto da LA STAMPA 25/02/2012
Spendere meno e meglio: la crisi cambia dieta e abitudini degli italiani

Meno carne di vitello nelle nostre tavole, mentre cresce il consumo di proteine a basso costo come pollo, uova e legumi. La colazione è sempre più a casa e meno al bar, ma il caffè in cialde vola mentre arretra la vecchia Moka. E non si spreca più niente.

Francesco Spini
Milano


Per capire come sia cambiato e stia cambiando il rapporto tra il carrello della spesa e chi lo guida - i consumatori italiani - contano molto i dettagli. Gli addetti ai lavori lo chiamano l’«avancassa». Sono quegli scaffali dal passaggio obbligato prima dell’uscita: caramelle, chewing-gum, ovetti di cioccolato. Sono gli acquisti d’impulso, quelli che non ci pensi e sono già sul tapis-roulant. «L’anno passato questo comparto ha accusato un calo del 7%: non succedeva da tempo immemore», dice Carlo Bacchetta, direttore merci prodotti di largo consumo di Carrefour Italia. L’italiano in crisi risparmia anche sulle caramelle. I consumi han cambiato pelle, vediamo come.
Uno che sta su piazza da molto tempo come Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, lo dice chiaro e tondo: «Il consumismo e i relativi eccessi rappresentano un’epoca che deve essere dichiarata finita». Il consumatore arretra. Ma non s’arrende. «Si apre un cambiamento strutturale - dice Tassinari -, la tendenza attuale è di sobrietà. Sobrietà fatta di maggior attenzione al prezzo, senza abbandonare i requisiti fondamentali di qualità».

Non si butta via niente
La prima lezione impartita dalla crisi è stata: sprecare meno. Dal Cermes, il centro di ricerca sul marketing e i servizi dell’Università Bocconi, il direttore Daniele Fornari calcola che fino al 2007 su 100 di acquistato, ne veniva consumato l’87%. Il 13% finiva in spazzatura. Quattro anni di crisi nera han fatto salire il livello di consumo al 96%. La tendenza a sprecare il meno possibile spiega poi alcune peculiarità degli ultimi tempi, solo apparentemente in contraddizione con le esigenze di risparmio: come mai, ad esempio, calano le vendite di salumi da gastronomia e crescono invece quelli confezionati in vaschetta “take away” che costano di più? «Se non consumato nell’immediato, l’affettato in cartoccio rischia di dover essere buttato via, e oggi la gente non vuole più correre il rischio», risponde Francesco Pugliese, direttore generale di Conad. Si spende un po’ di più subito, per spendere meno nel tempo.

Ritorno al piccolo

Per lo stesso motivo è finito il tempo dei carrelli strapieni. La spesa si fa più frequente e piccina, approfittando delle offerte pressoché quotidiane. Ma, avverte Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes, «non funzionano più offerte come il tre per due, proprio perché la gente vuole comperare giorno per giorno quanto consuma» anche perché con la crisi «sono cambiati completamente i paradigmi e i modelli di consumo». E gli ipermercati, mito prosperato sulle grandi scorte, soffrono. Nel 2011 la grande distribuzione - secondo dati di mercato - è avanzata di circa l’1,3%. I super sono progrediti del 2,7%, gli iper sono scesi del 2,3%. Il perché lo spiega Stefania Tomasini, responsabile delle previsioni per l’economia italiana di Prometeia. «Gli ipermercati - dice - sono generalmente lontani dai grandi centri abitati e, nell’economia del tempo, risultano svantaggiosi». In più, prosegue la ricercatrice, «la riduzione del valore medio della singola spesa rende meno utile andare all’iper dove si rischiano sprechi, comprando qualcosa di non necessario». Meglio stare lontani dalle tentazioni e vicini a casa. Crescono invece gli hard discount, +4,8% nel 2011. L’impennata si registra nell’ultimo semestre (in particolare negli ultimi tre mesi), con un +6,6%, quando con la manovra «salva-Italia» di Monti gli italiani hanno compreso la gravità della situazione.

Marchi in guerra
Non c’è però una corsa folle al primo prezzo. Si assiste piuttosto a una polarizzazione dei consumi, tra prodotti di fascia alta e bassa, fanno notare diversi addetti ai lavori. Soffre chi sta in mezzo. A spiccare sono le marche commerciali degli stessi distributori, le cosiddette “private label” «che - dice Tassinari - assicurano la qualità con uno sconto medio del 25%. Cinque anni fa queste viaggiavano sotto il 10% del giro d’affari della distribuzione moderna, oggi sono sopra il 16%, per quanto ci riguarda al 25%. Per prodotti di consumo quotidiano come pasta, caffè, olio, la marca privata, alla Coop, ha già sorpassato i brand leader», le marche più note al grande pubblico. Nonostante questo tengono anche le marche tradizionali che si difendono «concentrandoci, oltre che sulla comunicazione del valore aggiunto, sull’innovazione di prodotto, con particolare attenzione ai profili nutrizionali, nel clima crescente di attenzione alimentare che caratterizza i consumatori», dice Silvia Bagliani, direttore commerciale di Kraft Foods Italia. Non per nulla se la pasta ristagna (quella all’uovo fa -3,6%), cresce la nicchia di quella integrale, +18%.
La rivincita delle uova
E c’è l’effetto sostituzione: proteine a buon mercato cercansi. Da tempo la carne rossa perde colpi (carne a -6% nel 2011) solo in parte a favore del pollo (+9%). Volano le uova che, racconta Pugliese, «negli ultimi due anni da noi viaggiano al ritmo del +15%». E crescono i legumi, «oppure il tonno o i würstel», come spiega Bacchetta. Rispettivamente +5% e +4,2%. Si resta aggrappati alle abitudini, cambiandole. Il caffè, ad esempio: meno al bar e più a casa, con le cialde. «Nonostante la tazzina così ottenuta costi cinque volte di più di quella con la moka, cresce a ritmi del 16%», dice il manager Carrefour. Perché meglio pagare 20-30 centesimi anziché l’euro o più del bar. «Allo stesso modo avanzano tutti i prodotti per la colazione», aggiunge Pugliese. Secondo l’osservatorio Adi-Nestlé sugli stili di vita, infatti, gli italiani che fanno colazione fuori casa sono passati dal 13% del 2010 all’8% attuale. Con la crisi cambiano anche le abitudini di chi, sulla carta, non fatica ad arrivare alla quarta settimana. «È scattato una sorta di pudore anche tra chi può permettersi ancora di frequentrare i ristoranti: non si rinuncia alla buona cucina, ma si sta a casa», racconta Pugliese. Così si spiega quel +20% di richiesta di tartufo registrata in un punto vendita Conad nella zona di Alba. «Ma anche il buon andamento dei prodotti tipici, del vino, del culatello rispetto al prosciutto», racconta il manager.

Alla spesa senza bimbi

E per il futuro? Sarà caccia alle promozioni. Alcune catene, come Unes-U2, hanno imboccato strade inconsuete, «abbiamo eliminato - spiega Gasbarrino - promozioni, volantini e collezionamenti, per tenere i prezzi più bassi nel quotidiano». E poi c’è la minaccia dell’inflazione. «La distribuzione moderna - dice Tassinari - ha fatto la sua parte per calmierare i prezzi, contenendo l’inflazione tra il 2004-2011 al 7,6% contro il 17,6% dell’indice Istat. Ora serve una logica di sistema in cui i produttori ci aiutino a contenere il fenomeno inflativo, in un 2012 che si presenta ancora più problematico». Intanto le famiglie tirano la cinghia. «Non so se lo ha notato - dice Pugliese - ma dai punti vendita mi dicono che a far la spesa coi genitori ci sono sempre meno bambini. Sa perché? Perché alle richieste di un bimbo non si resiste. E di questi tempi, non è proprio il caso...».

martedì, febbraio 21, 2012

I REDDITI DEI MINISTRI DEL GOVERNO MONTI


Governo Monti
Il popolo è ridotto quasi alla fame, ma deve essere preso in giro continuamente e fare i sacrifici tutti i giorni, i nostri GOVERNANTI invece sembra che la parola sacrificio non l'abbiano mai conosciuta in vita loro, e sono anche così "puliti" e "trasparenti" che ce lo dicono con disinvoltura mostrandoci i loro redditi annui...

Paola Severino (Giustizia) - Il ministro della giustizia Paola Severino ha totalizzato nel 2011 (redditi riferiti al 2010) un imponibile netto di 7.005.649,00 di euro ed ha versato tasse, contributi ed imposte per 4.017.761,00 di euro. Il compenso annuo lordo per l'attività ministeriale sarà pari a 195.225,20 euro. Il ministro risulta proprietario di due appartamenti a Roma e di uno a Cortina d'Ampezzo (gravato di mutuo); possiede due autovetture e una imbarcazione (in leasing); ha in portafoglio 4.576 azioni Generali e 500 azioni Gbm; e obbligazioni (compresi Btp) per un valore nominale di oltre quattro milioni di euro. Noto avvocato, il ministro Severino è anche professore ordinario alla Luiss di Roma, ma ora non riceve compensi essendo in aspettativa. "Si deve dire che chi guadagna e paga le tasse non è un peccatore, e va guardato con benevolenza, non con invidia". Lo ha detto il ministro rispondendo ai giornalisti che le ricordavano che il suo reddito è fra i più alti fra quelli dei ministri. "Chi produce redditi in nero - ha aggiunto - deve essere considerato in termini negativi, ma chi guadagna e paga le tasse deve essere guardato positivamente". Il ministro ha poi ricordato di aver "pienamente concordato con il presidente del Consiglio su questa iniziativa" della pubblicazione dei redditi on line.

Corrado Passera (Sviluppo Economico) -  Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nel 2011 ha avuto un reddito complessivo di circa 3,5 milioni di euro, su cui ha pagato 1,4 milioni di tasse. E' quanto emerge dalla posizione patrimoniale e reddituale pubblicata sul sito del ministero. Da ministro, il compenso scenderà a 220mila euro circa. Nel patrimonio figurano, tra l'altro, depositi per 8,8 milioni sostanzialmente derivanti dalla vendita delle azioni Intesa, azioni, obbligazioni, una casa a Parigi e una Mercedes. Come annunciato ieri dal premier Mario Monti, dunque, Passera ha pubblicato online il proprio patrimonio e il proprio reddito. Nel dettaglio, il reddito complessivo dichiarato dal ministro nel 2011 (anno d'imposta 2010) è stato pari a 3.529.602 euro, con un imponibile di 3.185.043 euro. I beni immobili indicati nella dichiarazione dei redditi sono un fabbricato di 141 metri quadrati a Parigi e un terreno di 3.220 metri quadrati a Casale Marettimo (Pisa), detenuti entrambi al 100%. Nella casella beni mobili figura solo una Mercedes A180 immatricolata nel 2010. Più corposa la voce relativa agli strumenti finanziari: Passera possiede azioni della Lariohotels spa, pari al 33% circa (di cui il 21,6% in nuda proprietà) per un valore patrimoniale complessivo di circa 5 milioni e il 33,33% della Immobiliare Venezia Srl, per un valore di 1,6 milioni. Tra gli altri depositi figurano, oltre agli 8,8 milioni derivanti dalla vendita delle azioni Intesa a fine dicembre, titoli obbligazionari per 169mila euro, titoli obbligazionari in dollari per 23mila euro, polizze vita per 1,28 milioni e fondo pensione complementare per 3,3 milioni. Il ministro Passera, infine, registra un indebitamento finanziario (mutui accesi per l'acquisto degli immobili) pari 2 milioni di euro (importo residuo) con il Banco di Brescia e a 910mila euro (importo residuo) con il Credit Lyonnais.

Anna Maria Cancellieri (Interno) - Il ministro dell'Interno Cancellieri, 68 anni, dichiara un compenso annuo lordo pari a 183.084,35 euro. Tra i beni immobili, figurano due appartamenti di proprietà a Milano e l'abitazione principale a Roma. Il ministro dichiara la proprietà tre box, due a Milano e uno a Roma. Un fabbricato (negozio) in comproprietà (al 50%), un magazzino (2,5%) sempre a Milano e un fabbricato (appartamento) in comproprietà (50%) a Palazzolo Acreide (Sr) e fabbricati in comproprietà (20%) per attività agricola.

Giampaolo Di Paola (Difesa). Il ministro della Difesa Giampaolo di Paola per il suo incarico percepirà 199 mila euro lordi nel 2012 (25 mila nel 2011). Nel 2011 ha ricevuto inoltre 314 mila euro di pensione provvisoria e 29 mila per servizio all'estero. Di Paola risulta proprietario al 50% di una casa a Livorno di 130 mq. Ha due auto, una Mercedes Classe B e una Volkswagen Polo CV. Ed è titolare di azioni Enel, Finmeccanica, Deutesche Telekom. E di Bot/Btp per 150.000 euro, una polizza assicurativa Generali di 85.000 euro e obbligazioni per 655.000 euro. Per quanto riguarda le azioni, il ministro ne possiede 398 di Enel, 68 di Finmeccanica e 14 di Deutesche Telekom. Possiede inoltre alcune quote di fondi comuni di investimento: 1.468 di Pioneer Paesi Emergenti, pari a 15mila euro, e 5.877 di Pioneer SSF Euro, pari a 30mila euro.

Francesco Profumo (Istruzione) - E' di 199.778 euro lo stipendio lordo che percepirà nel 2012 il ministro Francesco Profumo. In calo rispetto al reddito lordo dichiarato per il 2010, prima di ricevere l'incarico di governo: 227.512 euro. Il ministro dell'Istruzione ha la proprietà di una casa a Savona, mentre possiede al 50% altri due appartamenti, uno a Torino, l'altro a Salina (Messina). Nella dichiarazione patrimoniale pubblicata sul sito del ministero compaiono inoltre tre garage in comproprietà al 50% a Torino e un appartamento e un garage in comproprietà al 25% ad Albissola Mare (Savona). Profumo dichiara inoltre 894 azioni di Intesa San Paolo, 1.210 azioni di Monte dei Paschi di Siena e 5.199 di Unicredit, 250 azioni De Longhi e 262 Enel, 3.630 azioni di Telecom Italia, 137 di Finmeccanica, 250 di Delclima spa. Il ministro ha anche una quota nel fondo comune di investimento Pioneer euro governativo breve termine. E la gestione di un portafoglio di investimento Pioneer Investment Management SGRpA, del valore di 42.070,38 euro.

Filippo Patroni Griffi (Funzione Pubblica) - Per il 2010 il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi ha dichiarato un reddito complessivo di 504.367 euro pagando un'imposta netta di 208.743 euro. E' quanto si legge nella dichiarazione dei redditi 2011 del ministro pubblicata sul sito. Nel 2012 il reddito con l'incarico da ministro dovrebbe dimezzarsi dato che il compenso annuo lordo sarà di 205.915 euro. Il ministro, secondo quanto si legge sulla posizione patrimoniale pubblicata sul sito, ha piena proprietà solo di un fabbricato a Roma di tre vani mentre per altri tre fabbricati e un terreno ha una nuda proprietà condivisa.

Giulio Terzi di Sant'Agata (Esteri) - Il ministro Giulio Terzi di Santagata percepirà nel 2012 uno stipendio di 203.653,44 euro. Nel 2010 il suo reddito è stato di 123.643 euro, cui si deve aggiungere un'indennità non reddituale di 214.939,41 euro, percepita per il servizio all'estero come Ambasciatore d'Italia a Washington. Attualmente Terzi non riveste altri incarichi oltre a quello di ministro e non riceve altri compensi. Non ha nessun investimento in strumenti finanziari. Ma ha cinque immobili, tra proprietà e comproprietà. E' titolare al 100% di circa 30 mila mq di terreni agricoli a Curno (Bergamo) e Brembate (Bergamo). Inoltre ha la proprietà di una villa con pertinenze e annesso giardino a Brembate di Sopra (Bergamo) e un garage a Bergamo. Sono invece in comproprietà, rispettivamente al 75% e al 50%, i due appartamento del ministro a Roma e a New York.

Mario Catania (Politiche agricole) -  Il reddito 2010 (dichiarazione 2011) del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Mario Catania, ammonta a 213.700 euro, interamente ascrivibili alla retribuzione da lavoro dipendente presso il dicastero. E' quanto rileva la pubblicazione della dichiarazione dei redditi pubblicata online. La retribuzione annua lorda del 2011, precedente alla nomina quale ministro, è pari a 280.600 euro. Per effetto della nomina la retribuzione annua lorda è scesa a 211.047,46 euro. Catania, si legge, è proprietario dell'appartamento in cui vive a Roma (circa 120 mq) ed è proprietario inoltre del 50% di una abitazione monofamiliare nel comune di Manciano (GR) di circa 120 metri quadrati. Possiede una Volkswagen Golf 1600 cc. del 2004. Non possiede barche né aeromobili. Non possiede, inoltre, quote e azioni societarie, quote di fondi comuni, attività patrimoniali di cui sono titolari terzi, patrimoni destinati a uno specifico affare, obbligazioni, gestioni patrimoniali, gestioni di portafogli di investimento. I risparmi sono investiti in titoli di Stato (450.000 euro).

Piero Gnudi (Turismo e sport) - Reddito 2010 milionario anche per l'attuale ministro del Turismo e dello Sport, Piero Gnudi, che nella dichiarazione dello scorso anno ammontava a circa 1,7 milioni di imponibile, con imposte per oltre 700mila euro. Come ministro Gnudi ha dichiarato tra indennità e stipendio circa 199mila euro lordi (53.238,51 euro di stipendio, 11.309,22 euro di indennità integrativa speciale, 135.230,52 euro di indennità per i ministri non parlamentari). L'ex presidente dell'Enel possiede due auto (una Fiat Stilo del 2003 e un'Audi A3 del 2008) e un gozzo Aprea Mare 10 del 2005 in leasing. Ricco il portafoglio azionario, tra cui: 342mila titoli Intesa Sanpaolo, 207mila titoli Unicredit, di cui è stato consigliere, 337mila azioni Telecom risparmio, 152mila titoli Enel, 100mila di Enel Greenpower e 14mila di Eni. Gnudi inoltre possiede Ctz per 1,22 milioni.

Andrea Riccardi (Cooperazione) - Il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi percepirà nel 2012 per il suo incarico 199.778,25 euro. Dal marzo 2011 riceve inoltre una pensione da professore universitario di 81.154,58 euro. Per un totale di circa 280 mila euro. Nel 2010 Riccardi dichiarava invece un reddito lordo di 120.309 euro. Il ministro possiede un appartamento e un terreno a Trevi (Pg) e la nuda proprietà di un appartamento a Roma, in usufrutto alla madre. E due depositi titoli presso Unicredit e Monte dei Paschi di Siena.

Corrado Clini (Ambiente) - Nel 2011 il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha dichiarato redditi per 173.383 euro come compenso annuo lordo percepito nel 2010 per la qualifica di direttore generale del Ministero, per la quale ora è collocato in aspettativa senza assegni. Il trattamento economico come ministro per il 2012 ammonta invece a 199.778,25 euro. Tra i beni immobili, Clini possiede il 50% di un fabbricato a Mirano, in provincia di Venezia. Tra i beni mobili risulta una Fiat 500 immatricolata nel 2010.

Pietro Giarda (Rapporti con il Parlamento) - "Il reddito 2012 dipenderà dalla durata del governo". Questa la nota sulla dichiarazione patrimoniale di Pietro Giarda. Il ministro per i rapporti con il Parlamento percepisce un compenso mensile lordo di 16.234 euro. Mentre nel 2010 dichiarava redditi per 262.288 euro. Giarda risulta proprietario di 10 immobili, tra cui quattro baite (il ministro allega foto) un pascolo e un terreno sulle Alpi, ad Alagna Valsesia. Auto: una Seat Ibiza del 2002. E inoltre 501.411 euro di attività finanziarie.

Renato Balduzzi (Salute) - Il ministro della Salute Renato Balduzzi guadagnerà quest'anno 199.778 euro, contro i 143.750 dichiarati nel 2010. Lo rende noto nella dichiarazione patrimoniale pubblicata sul sito del ministero. Balduzzi dichiara 11 immobili, in proprietà e comproprietà, ad Alessandria, Molino dé Torti (Al), Avise (Ao) e Bordighera (Im): tra gli altri anche una cantina. Tre le auto del ministro, tutte del 2006: una Subaru B9 Tribeca, una Fiat Multipla e una Fiat Panda. Numerose le azioni possedute.

Il sottosegretario Catricalà - Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà nel 2010 ha percepito e dichiarato un reddito di 740mila euro lordi. Lo ha reso noto nella documentazione patrimoniale pubblicata nella sua pagina web sul sito del governo. Mentre "per l'anno in corso il reddito che prevedo di percepire ammonta a circa 200mila euro lordi", ha precisato Catricalà, con dichiarazione integrativa datata 14 febbraio 2012. La documentazione online pubblicata dal Sottosegretario alla Presidenza contiene una dichiarazione all'Antitrust, la dichiarazione per la pubblicità della situazione patrimoniale trasmessa al Senato e una dichiarazione integrativa in cui Catricalà oltre al reddito dichiarato nel 2010 e a quello che prevede di percepire nel 2012, ha dichiarato di non possedere azioni, obbligazioni o altri titoli, "neanche fiduciariamente intestati a terzi, con esclusione di Bot per un valore di 20mila euro". E di "avere un mutuo ventennale per acquisto casa di 1500 euro al mese". Nessun accenno al reddito del 2011. Dalla dichiarazione sul patrimonio fatta poi al Parlamento Catricalà risulta comproprietario al 50% di quattro fabbricati a Roma - una è l'abitazione principale - di uno a Castiglione della Pescaia (Grosseto) e del 25% di un fabbricato a Catanzaro dove possiede anche il 3,10% di due terreni aventi ciascuno un reddito dominicale di 8 euro e agrario di 5 euro. Il Sottosegretario possiede anche una Mercedes Ml del 2001 e un motoscafo Sessa Key largo '28 del 2008. Catricalà si è sospeso dalla Consulta per l'emissione delle carte valori postali e la filatelia, dall'incarico di professore a contratto alla Luiss e alla Scuola superiore di amministrazione pubblica. Oltre a essere collocato fuori ruolo da presidente di sezione del Consiglio di Stato.

Vittorio Grilli - Il viceministro all'Economia Vittorio Grilli riceve un compenso annuo per il suo incarico di 197.709,85 euro. Lo si apprende dalle dichiarazioni patrimoniale pubblicata sul sito del ministero, nella quale non compaiono i redditi percepiti negli anni scorsi. Grilli è proprietario unico a Roma di un appartamento di 310 metri quadrati, con cantina e due posti auto, su cui pende un mutuo venticinquennale. Tre le auto: una Rover 200 KW del 2009, una Jaguar 221,08 KW del 1994 e una Volkswagen 41 KW del 1975. Il viceministro possiede inoltre una imbarcazione da diporto di 9,6 metri, immatricolata nel 2004. Grilli è infine titolare di una polizza di assicurazione Intesa Vita, del valore attuale di 134.000 euro. Non detiene invece quote né azioni societarie.
Mario Ciaccia - Mario Ciaccia ha dichiarato nel 2010 un reddito di 1.600.701 euro, su cui ha pagato 680.922 euro di tasse, mentre ora il viceministro delle Infrastrutture percepisce 188.868,91 euro lordi. Nella dichiarazione patrimoniale pubblicata oggi sul sito del ministero, Ciaccia risulta proprietario, o comproprietario, di nove immobili a Roma, Formia (Lt), Plaus (Bz). Ha inoltre un fabbricato di 140 mq di sua proprietà a Budapest, capitale dell'Ungheria. Tre le auto del viceministro: una Wolkswagen Sharan (81 cv) del 2000, una Porsche Carrera del 2003 (235 cv) e una Fiat Cinquecento del 2007. Ciaccia ha infine investimenti in un portafoglio di Intesa Sanpaolo Private Banking per 1.446.139,79 euro.
Il sottosegretario all'Interno, con delega alla pubblica sicurezza, Carlo De Stefano, dichiara un compenso annuo lordo pari a 172.175,00 euro. Tra i beni immobili, la comproprietà (50%) di un fabbricato di 160 mq con box; la comproprietà (50%) di un fabbricato di 90mq, con posto auto; di un fabbricato (50%) di 65 mq, tutti a Roma e della comproprietà di un terreno di 900 mq a Diamante (cs). Due le auto in uso: una Audi A5 e una Honda C (altre due autovettura sono in uso al coniuge e alla figlia del sottosegretario).
 
Saverio Ruperto - E' più o meno dello stesso importo il compenso lordo dichiarato dagli altri due sottosegretari del Viminale. E di 175,175,01 euro, infatti, quello indicato dal prof. Saverio Ruperto, che ha sospeso il trattamento economico dim professore ordinario alla Universita La Sapienza dopo aver assunto l'incarico al ministero. Ruperto dichiara inoltre la proprietà di ua abitazione (principale), di un fabbricato (in locazione all'usufruttario) e di un negozio a Roma. E' cointestatario (al 50%) di quote di fondi comuni di investimento Pioneer Cim Eu Fix (per circa 20.572,32 euri) e Pf Obligaz. Per un controvalore attuale di 76.325,22 euro. Tra le cariche attualmente ricoperte Ruperto indica quella di membro del comitato di sorveglianza (ex art.45 d.lgs. 270/99) delle seguenti procedure: Gda spa in A.S.; ITEA spa in A.S; Cirio Del Monte spa in A.S.
 
Il sottosegretario Ferrara dichiara un compenso lordo pari a 172.175,01 euro. E' proprietario di un fabbricato di 90 mq a Terracina e di una Mercedes B del 2008.
 
Paolo Peluffo (Sottosegretario presidenza Consiglio) - Nel 2011 il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Peluffo ha percepito dalla Corte dei Conti (di cui nel 2006 è stato nominato consigliere) 130.846,49 euro mentre in qualità di consulente del presidente del Consiglio per le celebrazioni dei 150 anni 79.555,55 euro. E' quanto emerge nella dichiarazione online pubblicata sul sito del governo da parte di Peluffo. In qualità di Sottosegretario, inoltre, Peluffo dichiara di percepire 53.639,39 di euro a cui somma ancora il compenso della Corte dei Conti di 130mila euro. Il Sottosegretario con delega all'Editoria possiede un appartamento a Roma di 180 mq con un mutuo ventennale con capitale residuo da rimborsare di 156mila euro; una cantina di 36mq; un appartamento a Savona 90 di mq cointestato con il fratello al 50% in uso gratuito alla madre; un garage a Savona da asse ereditario (quota di proprietà 12,50%); una cantina di pertinenza dell'appartamento ereditato (quota di proprietà 12,50%); un appartamento a Limone Piemonte da asse ereditario di 30 mq (quota 33,33%); un posto auto sempre a Limone Piemonte di 10 mq da asse ereditario (quota proprietà 33,33%); un appartamento a Procida di 40 mq cointestao al 50% con il coniuge; un terreno a Savona da asse ereditario (quota propietà di 1,04% servitù del condominio); un terreno a Stella da asse ereditario (quota proprietà 12,50%) di 2.500 mq. Peluffo possiede poi una Fiat Multipla immatricolata nel 2000. Il Sottosegretario dichiara diverse quote di fondi comuni per un valore di poco più di 5600 euro (nello specifico: EC AZ INTERNAZ. Carico 2.949,49 - valore attuale 3.106,66; EC AZ:PAESI EMERGENTI carico 2.199,95 - valore attuale 2.003,45; EC OBBL.EURO NOL Carico 599,98 - valore attuale 612,03). E altri depositi di circa 50mila euro tra cui 7.397 euro su un conto corrente bancario, BTP-01MZ20 4,25% D10 Carico 14.670,24 per un valore attuale di 13.141,10 euro, BTPI 15ST17 2,10% Carico 16.432,00 per un valore attuale di 12.647,97 euro, ITALY FRN 99/2019 Carico 14.734,23 per un valore attuale di 10.898,26 euro.

Giampaolo D'Andrea - Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giampaolo D'Andrea dichiara un compenso lordo annuo di 188.868,91 euro (al lordo della contribuzione previdenziale e delle ritenute erariale) e un reddito complessivo 2010 di 245.691 euro (comprensivo del Trattamento pensionistico Inpdap-Universita). E' quanto emerge dalla dichiarazione patrimoniale pubblicata online sul sito del governo. Il Sottosegretario è proprietario di un Alfa Romeo 145 del 1996 e possiede a Potenza in comproprietà al al 50% un appartamento e relative pertinenze di complessivi 200mq circa e, sempre in comproprietà al 2,08%, un piano negozi di mq 250. A Roma dichiara un appartamento in comproprietà al 50% (gravato da ipoteca a garanzia mutuo in scadenza al 2036) di 147mq. Quanto ai beni finanziari D'Andrea possiede obbligazioni per un controvalore di 4.787 euro e Fondi Sicav-flessibili per un controvalore di 10.028 euro. Dall'1 dicembre 2011 è stata sospesa l`erogazione dell`assegno da parte del Senato della Repubblica ed è stata richiesta la sospensione del vitalizio corrisposto dalla Regione Basilicata, pur non essendo prevista dalle normative vigenti. Il 2 dicembre 2011 è stata operata la rinuncia al contratto di insegnamento di Storia Economica presso la Facoltà di Economia dell`Università degli Studi della Basilicata e al compenso maturato.
 
Guido Improta - Spiccano le numerose proprietà o comproprietà immobiliari, nella dichiarazione patrimoniale di Guido Improta, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture: oltre 40, la maggior parte delle quali a Napoli, parte di un'eredità ricevuta dal padre. Improta dichiara un reddito nel 2010 pari a 249.724 euro, derivante per 145.263 euro da lavoro dipendente come dirigente Alitalia (non incompatibile secondo l'Antitrust con l'incarico di governo) e per 104.461 da reddito fondiario, che ha portato al versamento di un'imposta di 95.894 euro, più 4.155 di addizionale regionale e 1.222 di addizionale comunale. Il sottosegretario ha una Bmw 530 D del 2009 e una Smart Fourfour del 2005; ha inoltre 1.513 azioni della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco (pari a 49.172,50 euro); e 80mila euro investiti in Bot. Tra i beni immobili, ricevuti in eredità dal padre nel 1998 e sui quali è stata versata l'imposta di successione del 33%, spiccano le 16 abitazioni di piena proprietà a Napoli. E inoltre: 15 tra magazzini, depositi, negozi, botteghe e box a Napoli, detenuti al 50%; 7 locali commerciali, un lastrico solare e un terreno di 1284 mq con una titolarità al 33,3% a Melito di Napoli; stessa percentuale per 4 lastrici solari e 4 cortili sempre a Napoli. Nel capoluogo campano Improta ha anche l'8,33% di 2 fondi agricoli incolti, di 23 abitazioni, di 20 posti auto e di un deposito, tutti beni ottenuti sempre a titolo ereditario, come altri 2 terreni agricoli incolti per complessivi 600 mq, in proprietà al 6,66%. A Roma il sottosegretario ha comprato al 50% un'abitazione e un box nel 1999 e sempre al 50% un villino residenziale con annessa pertinenza e terreno di 5430 mq, rappresentato in catasto da 9 particelle, all'Argentario nel 2006.

Giovedì i dati sui supermanager - Slitta a giovedì la comunicazione del ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, sugli stipendi dei supermanager interessati dal tetto previsto dal dl 'salva-Italia'. Le commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera che stanno esaminando il decreto della presidenza del Consiglio sulla norma hanno chiesto nei giorni scorsi che venga pubblicata la lista dei dirigenti interessati. "Ho inviato una circolare - dice il ministro - per raccogliere i dati che conto di avere giovedì

lunedì, febbraio 20, 2012

PIEMONTE: STIPENDI PIU' BASSI DEL NORD ITALIA


I soldi sono pochi e non si può vivere
Tratto da LA STAMPA
Domenica 19/02/2012 

I redditi medi dei lavoratori dipendenti sono inferiori
del 3,5% rispetto alle altre regioni settentrionali. Record negativo anche per risparmi delle famiglie e disoccupazione giovanile. Cresce soltanto l’indebitamento
TORINO
marina cassi


Che il Piemonte abbia esaurito la sua spinta alla crescita è vero da tempo, ma l’ultima crisi ha assestato alcuni ulteriori colpi che pesano soprattutto sulla vita delle persone. Il tutto, naturalmente, in relazione ad aree geografiche ed economiche simili come quelle del Nord-Ovest. La distanza in positivo rispetto al Sud rimane intatta, ma questo è scontato per una regione che è parte delle zone più avanzate in Europa.

Però cala il Pil, flettono i risparmi, aumentano i debiti, lievitano i giovani disoccupati. E si guadagna anche meno che nelle regioni confinanti. Lo racconta una ricerca dell’Ires-Cgil - condotta da Francesco Montemurro e Giulio Mancini - che ha analizzato, sui dati Inps, i redditi dei lavoratori dipendenti. Viene fuori che sono più bassi del 3,5% rispetto alla media del Nord e crescono più lentamente: in rapporto al 2006 si ha un più 10,8% in Piemonte contro un incremento dell’11,6 nel Nord.

Il gap - dice la ricerca - riguarda tutte le qualifiche professionali: operai, impiegati, quadri, dirigenti. I redditi più bassi si rilevano nelle province del Verbano-Cusio con 76,7 euro per giornata lavorativa, ad Asti e Vercelli (entrambe con 80 euro). Il valore medio regionale cresce fino a 85,8 euro trainato dalla provincia di Torino con 89,7.

Ovviamente i redditi mutano a seconda della qualifica ricoperta. Analizza Montemurro: «Mediamente in Piemonte un operaio guadagna circa 70 euro per giornata lavorativa rispetto agli 89 di un impiegato, ai 184 di un quadro e agli oltre 413 del dirigente». L’Ires poi azzarda anche un confronto, sconsolante, con i redditi dei piemontesi che risiedono all’estero: la giornata che vale 85 euro in Piemonte balza a 193.

Se salari e stipendi stentano, meglio vanno le pensioni, retaggio di un glorioso passato manifatturiero fatto di posti fissi e contribuzioni costanti. La media è in Piemonte di 975 euro lordi contro i 947 del Nord. Con quelle di anzianità che salgono fino a 1.419. Ma anche in Piemonte rimane netto e drammatico il divario tra uomini e donne: a Torino, ad esempio, i maschi ricevono mediamente 1.420 euro, le donne 670. Una differenza che riflette le diverse storie contributive con le pensionate penalizzate dalla frammentazione.

La ricerca si è poi soffermata sulla sofferenza delle famiglie di fronte alla crisi con i risparmi che calano. Nell’Italia settentrionale in Piemonte si registra il valore medio più basso dei depositi pro capite delle famiglie pari a 9.906 euro nel maggio del 2011, a fronte di 11.107 del Nord–Ovest e dei 9979 del Nord–Est. L’indebitamento medio delle famiglie piemontesi (mutui, prestiti personali, credito al consumo) cresce in modo considerevole nel periodo 2008-2011 soprattutto nelle province di Asti (+55,5%, terza in Italia per aumento del debito delle famiglie), Novara (41,5%) e il Verbano; queste ultime si posizionano tra le 30 province con l’andamento più elevato.

E, infine, il dolentissimo tasto della disoccupazione giovanile: al Nord il record negativo spetta al Piemonte. Dice Montemurro: «In Piemonte ci sono il più alto tasso di disoccupazione giovanile - il 26,6%, in forte crescita rispetto al 2000 - e la quota percentuale più elevata di giovani cosiddetti Neet, acronimo che indica coloro che non studiano, non lavorano, non si formano, non cercano un’occupazione». Il tasso di disoccupazione giovanile è particolarmente elevato nelle province di Biella (34,2%) e Torino (33,0%).

martedì, febbraio 14, 2012

RIVOLI: UCCISO IN STRADA CON UNA COLTELLATA ALLA GOLA


Immagine tratta da Google Image
Tratto da La Stampa - Lunedì 13 febbraio 2012

La vittima è un italiano di 42 anni colpito con un fendente alla gola
Il corpo trovato da un passante in un'aiuola coperta dalla neve

Torino

Un uomo è stato ucciso con una coltellata alla gola in strada a Rivoli (Torino). Il delitto è avvenuto nella zona di via Salvemini. La vittima è Moreno De Lillo, 42 anni, che abitava in un condominio numero 10 della stessa via Salvemini. L’uomo era già conosciuto dalle forze dell’ordine per qualche precedente penale. Il corpo è stato trovato da un passante in un’aiuola coperta di neve, sotto un albero, a pochi metri dall’ingresso dello stabile.

Il cadavere - secondo le informazioni raccolte sul posto - oltre alla ferita mortale alla gola, presenta altre ferite alle braccia e all’addome.

Sul posto, per coordinare le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Rivoli e del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Torino, è intervenuto il sostituto Procuratore della Repubblica del capoluogo piemontese Giancarlo Avenati Bassi.

mercoledì, febbraio 08, 2012

LAVORO: I NOSTRI FIGLI SONO BAMBOCCIONI I LORO FIGLI SONO PARACULI


Dopo aver sentito dire dagli esponenti del nostro Governo che il posto fisso è MONOTONO ed è un ILLUSIONE... Dopo essere stati insultati con termini come: BAMBOCCIONI e MAMMONI ci siamo chiesti, ma cosa faranno mai  i loro figli?
Cosa fa il figlio del Presidente del Consiglio Mario Monti?
E quello del piagnucolone Ministro del Lavoro/Welfare Elsa Fornero?
E per finire il figlio del Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri?

La risposta ci è stata data da questo articolo tratto da affaritaliani.it
Mercoledì, 8 febbraio 2012 - 08:31:00
 
Economia

Posto fisso/ La ricerca: i mammoni non esistono. 
Ma i figli dei ministri...

giovanni monti
Giovanni Monti
Giovane, precario e pronto ad emigrare pur di lavorare. Uno sguardo alla realtà occupazionale veramente esistente nel nostro Paese conferma ulteriormente questa equazione, sintomo evidente di uno Stato non in salute. I giovani, anche quelli che restano a casa, non sono “mammoni” o “bamboccioni” ma sono costretti ad esserlo per via di un mercato del lavoro asfittico e non sorretto da percorsi accademici disallineati.
E' questo il quadro che emerge da un'indagine della Fondazione Studi Consulenti del lavoro - categoria di professionisti nei cui studi sono gestiti oltre 7 milioni di rapporti di lavoro - che fotografa la realtà giovanile italiana , in questi giorni al centro dell'attenzione mediatica.
Gran parte degli intervistati non pone alcun limite geografico alla ricerca della propria occupazione, ed anzi, intravede nel lavoro all’estero (88%) una migliore soddisfazione delle proprie esigenze ed aspirazioni. E' così sfatata la falsa rappresentazione dei giovani italiani che non vogliono muoversi da casa (12%) . Il problema, verosimilmente, è strutturale, figlio della crescente inadeguatezza del sistema formativo: l’Università appare sempre più inadeguata a creare professionisti dotati delle competenze effettivamente richieste dalle imprese (90%) , né i percorsi formativi successivi rispondono adeguatamente alle richieste conoscenze specifiche. La crisi, è evidente, c’è, e rappresenta un elemento – negativo – importante per le dinamiche occupazionali, ma è anche vero che non c'è articolo 18, flessibilità o contratto unico che tenga: il motivo per cui non assumono (62%) è l'elevato costo del lavoro ai limiti della sostenibilità aziendale.
piergiorgio peluso
Piergiorgio Peluso
Dunque i mammoni che vogliono solo il posto fisso vicino ai genitori, come hanno ripetuto a intervalli regolari gli esponenti del governo, sono davvero pochi. Solo che le parole sprezzanti pronunciate da Monti & Co. hanno fatto davvero infuriare il popolo della Rete che si è immediatamente mobilitato andando a vedere che cosa fanno i figli di quei ministri che più degli altri in questi giorni si sono 'scagliati' contro il posto fisso.
A partire dalla titolare del Welfare, Elsa Fornero. Sua figlia, Silvia Deaglio, di posti fissi sembra averne addirittura due contemporaneamente. E uno di questi è proprio nell'ateneo di mammà e papà (Mario Deaglio). Silvia, a soli 37 anni, è professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell'Università di Torino (quella dei genitori) e responsabile della ricerca alla Hugef, una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana.
Immediata la replica del ministero che precisa come la giovane Deaglio non ha due lavori, ma è docente universitario pagata solo dall' ateneo, e come la ricerca, alla quale si è dedicata dopo avere lavorato per due anni ad Harvard, è sostenuta da un finanziamento internazionale.
Non sarà vicino casa, come ha stigmatizzato sua madre, ma ha un posto fisso da 500mila euro l'anno il figlio del ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, il supermanager Piergiorgio Peluso. A soli 42 anni Peluso è stato recentemente promosso da direttore di Unicredit a d.g. di Fondiaria-Sai per traghettare la compagnia dei Ligresti fuori dalla bufera. Attualmente mamma Anna Maria vive a Roma, mentre Giorgio è a Milano, ma certamente tra auto blu e viaggi in business class i due non avranno difficoltà a vedersi.
E il figlio di Monti? Giovanni ha 39 anni e a poco più di 20 era già associato per gli investimenti bancari per la Goldman Sachs, la più potente banca d'affari americana, la stessa in cui il padre Mario ricopre il ruolo di International Advisor. A 25 anni è diventato consulente di direzione da Bain & company, dove è rimasto fino al 2001. Dal 2004 al 2009, vale a dire fino al suo approdo alla Parmalat, Giovanni Monti ha lavorato prima a Citigroup (responsabile di acquisizioni e disinvestimenti per alcune divisioni del gruppo) e poi a Morgan Stanley (responsabile delle transazioni economico-finanziarie sui mercati di Europa, Medio Oriente e Africa). In effetti lui di lavori ne ha cambiati parecchi per non rischiare di annoiarsi come dice il padre. Solo che erano tutti posti fissi...

lunedì, febbraio 06, 2012

PIEMONTE: IL PDL SI DIVIDE E METTE IN CRISI COTA


Vito Bonsignore e Angelo Burzi
Progett'Azione (la corrente PDL: Vito Bonsignore, Angelo Burzi) fa sentire il suo peso in Regione Piemonte ed i Coordinatori del PDL Sen. Enzo Ghigo e l'On. Agostino Ghiglia ed il Presidente Cota entrano in netta difficoltà...

IL PERCHE' DELLA CRISI IN REGIONE PIEMONTE:

Torino, 3 febbraio 2012

COMUNICATO STAMPA

Oggetto:
PROGETT’AZIONE- POPOLARI PIEMONTESI (PDL): BOCCIATE LE NOSTRE PROPOSTE. ORA RIMETTERE IN DISCUSSIONE IL PROGRAMMA DELLA MAGGIORANZA.
Oggi in seduta di Prima Commissione programmazione e bilancio è stato respinto, a causa del voto dei colleghi del PDL e della Lega, l’emendamento a nostra firma, relativo alla riduzione delle spese di consulenza, delle spese di rappresentanza e del personale negli Enti e Agenzie regionali.

La componente di “Progett’Azione-Popolari Piemontesi” del gruppo regionale del PDL, nonostante il voto di oggi, ribadisce il proprio convinto perseguimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica regionale e giudica inspiegabile, oltre che ondivago, l’atteggiamento della Presidenza del gruppo del PDL, della Lega Nord e della giunta su temi che dovrebbero stare al centro delle politiche di efficienza e rigore dell’intero centrodestra, in particolar modo nella difficile situazione nazionale e regionale che impone la programmazione di misure straordinarie.

Il voto di oggi, che pare dettato dal dissenso politico nei confronti dei presentatori, impone la necessità di rimettere in discussione i motivi che tengono in piedi l’attuale maggioranza.

A tal fine si comunica che Lunedì alle ore 11.30 si terrà una conferenza stampa presso la Sala dei Presidenti del Consiglio regionale, in cui si affronteranno i motivi che ci porteranno ad una necessaria crisi di maggioranza al fine di dare risposte concrete ai piemontesi.

Progett’Azione – Popolari Piemontesi


L'artiocolo tratto da LA STAMPA del 04/02/2012 sulla crisi regionale
di Maurizio Tropeano

I ribelli del Pdl minacciano la crisi in Regione

La rottura sui tagli della spesa: “Giunta ondivaga”. 
Ghigo accusa: solo un ricatto per i nostri congressi

Alla fine dopo settimane di tira e molla i sette consiglieri regionali ribelli del Pdl hanno deciso di andare oltre il semplice dissenso di partito ma di dare un segnale più forte anche al presidente Roberto Cota: «E’ necessario rimettere in discussione i motivi che tengono in piedi l’attuale maggioranza», annuncia la corrente di Progett’Azione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la bocciatura da parte della commissione Bilancio di un emendamento sui costi di rappresentanza e di funzionamento degli enti dipendenti presentato da Gianluca Vignale e messo ai voti nonostante l’assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia, e gli altri azzurri avessero chiesto di ritirarlo.

«Il gruppo Pdl si è spaccato. Una divisione politica già annunciata che sta paralizzando i lavori regionali», attacca il capogruppo Pd. Quello che Aldo Reschigna non poteva sapere è che la divisione annunciata si è trasformata nel corso delle ore in annuncio di crisi: «Vogliano raggiungere gli obiettivi del contenimento della spesa pubblica regionale e giudichiamo inspiegabile, oltre che ondivago, l’atteggiamento della presidenza del gruppo del Pdl, della Lega Nord e della giunta su temi che dovrebbero stare al centro delle politiche dell’intero centrodestra».

I «ribelli», questa volta, la prima, chiamano in causa anche la giunta. Il Governatore Cota sceglie di non intervenire e lascia la replica al capogruppo leghista, Mario Carossa: «Siamo assolutamente tranquilli e convinti della bontà e correttezza delle nostre scelte, così come lo siamo del programma che proseguiamo a realizzare con il Pdl. L’alleanza è salda».

Se questa interpretazione è corretta allora i problemi sono tutti all’interno degli azzurri. Il coordinatore regionale del Pdl, Enzo Ghigo, lo conferma: «Si tratta di una mossa nel classico stile di Bonsignore e Burzi, un ultimo tentativo di ricatto in vista dei congressi provinciali. La mossa non è sicuramente stata fatta nell’interesse dei piemontesi». Ghigo, e con lui il numero 2 Agostino Ghiglia, però, non hanno intenzione di arrivare ad un compromesso: «Abbiamo cercato in tutti i modi il confronto e avviato un discorso di apertura senza ottenere risposte. Adesso vorrebbero costringerci ad un accordo in extremis ma è arrivata l’ora di contare i voti. Su questo c’è il via libera di Alfano».

E il capogruppo Luca Pedrale, attacca: «Si tratta di una decisione grave e incomprensibile. Ho convocato il gruppo lunedì mattina». Tra gli azzurri «ortodossi» si fa notare come il comunicato non rechi le firme dei sette consiglieri ma solo il simbolo della componente. Un modo di dire che non tutti i ribelli sarebbero pronti a fare la crisi.

Angelo Burzi, uno dei «ribelli», risponde così: «Lo svolgimento dei congressi del Pdl non c’entra nulla. Nel corso dell’ultimo anno si sono sommate una serie di incomprensioni sul programma che a questo punto diventa necessario affrontare. Abbiamo detto basta solo per poter discutere nel merito». E poi aggiunge: «E chi l’ha detto che sulle nostre idee liberal-riformiste non si possano ritrovare anche altri consiglieri?».

Forse non è un caso che il governatore abbia accettato l’invito del pensionato Michele Giovine per visitare la biennale di Vittorio Sgarbi. E Giovine con Maurizio Lupi (Verdi-Verdi), spiegano: «Non si può sempre fingere che non ci siano problemi, perché, a forza di chiudere gli occhi ed accantonarli, si ingigantiscono ancora di più. Sarebbe utile riprendere la buona pratica di riunirsi con regolarità».

giovedì, febbraio 02, 2012

COLLEGNO: VENERDI' 3 FEBBRAIO SCUOLE REGOLARMENTE APERTE



EMERGENZA FREDDO: FINO A DOMENICA 5 GELATE E FREDDO INTENSO. Nei prossimi giorni sono previste temperature rigide che potranno causare gelo e forti disagi. La Centrale Operativa della Polizia Municipale è attiva dalle 7:00 alle 20:30 per segnalazioni di emergenza (tel. 0114015600 e solo per effettive emergenze 011788788). Per altre notizie e numeri utili vai al canale della Protezione Civile.

Si informa che venerdì 3 febbraio le scuole di ogni ordine e grado saranno regolarmente aperte. 

Mezzi e personale impiegati dall’Amministrazione Comunale per far fronte alle nevicate e gelate degli ultimi giorni.

Tratto da COMUNE DI COLLEGNO

COLLEGNO HA RISCHIATO DI ANDARE AD ELEZIONI ANTICIPATE


Silvana Accossato - Sindaco di Collegno
Scongiurato il tentativo di Golpe a Collegno. 
IDV e SINISTRA PER COLLEGNO (SEL) si alleano insieme all'opposizione UDC, PDL, LN e CIVICA per mandare a casa il Sindaco Silvana Accossato. 
A sventare il tentativo di golpe, strumentale a puro gioco di potere ci ha pensato il GRUPPO MISTO (Di Filippo) che con il suo voto ha mantenuto in piedi la maggioranza.
Logo Gruppo Misto Collegno
Tratto da LA STAMPA - Mercoledì 1 febbraio 2012
Collegno
Il Pd va avanti da solo
In Commissione voto
disgiunto dagli alleati


Sinistri scricchiolii si sentono anche nella maggioranza di centrosinistra che governa Collegno. Un fatto inconsueto nella Stalingrado dell’Ovest. Il fattaccio brutto si è consumato in Consiglio comunale, quando si doveva votare la Commissione di indagine sulla Top: società ora in liquidazione, che per anni ha gestito il Piano insediamenti produttivi vicino alla statale 24. Un argomento spinoso sollevato da Giovanni Lava (Civica), consigliere di opposizione. E sul suo nome, come presidente della Commissione, è concorde sia tutta la minoranza sia parte della maggioranza. Ma non passa. Alla fine il voto è 16 a 15. Il Pd (14 consiglieri più il sindaco), compatto come ai tempi del Pci, più il voto dell'ex Pdl Andrea Di Filippo, che con questo voto ha dato uno schiaffo al suo ex gruppo, che dice lo ha «mobbizzato» politicamente. Dall'altra parte, a serrare i ranghi con l'opposizione, almeno su quella delibera, si sono trovati anche i consiglieri di Sinistra per Collegno e Idv. Uno scontro che non si è chiuso con la votazione che ha visto eletti presidente e vicepresidente della Commissione due del Pd, Pino Superbo e Valentino Romagnolo.

LE PROTESTE
Idv e Sinistra sbottano
«Se non ci vogliono
lo dicano subito»

«Ora si deve riflettere - dice Maria Torre Criniti (Idv) -, ma alla riunione di domani (oggi per chi legge) non contino su di me. Io non cedo a ricatti e imposizioni, sennò vado all'opposizione sul serio». E il suo mal di pancia è condiviso.
«Il problema è il metodo del Pd - sbotta Mauro Grosso Ciponte (Sinistra per Collegno) - Hanno voluto dimostrare di avere i numeri anche senza di noi, vadano avanti così. Non vogliamo uscire dalla maggioranza, ma non accettiamo metodi poco democratici e protervia. Il sindaco, come una maestra d'altri tempi, bacchetta chi non fa i compiti».
Il sindaco Silvana Accossato lo riconosce: «È stato un momento difficile, ma da superare. Anche per noi era solo un problema di metodo, nessun voto ad personam contro Lava, volevamo una rosa di nomi tra cui scegliere».Però riconosce che se fosse andata sotto non sarebbe finito a tarallucci e vino. «Forse avrei presentato le dimissioni» dice seria. Intanto una maggioranza c'è, anche se risicata e con l'appoggio esterno di Di Filippo, che Lava nel suo blog stigmatizza come lo «Scilipoti» locale. Ora per il sindaco è tempo di ricucire lo strappo con Idv e Sinistra, ma anche di curare i tanti mal di pancia nel Pd. [P. ROM.]