domenica, luglio 18, 2010

RICORDIAMO IL GIUDICE PAOLO BORSELLINO

Siamo molto dispiaciuti di quel che è capitato oggi a Palermo.
Il diciottesimo anniversario della strage di via D'Amelio è stato offeso da un atto vandalico: qualcuno nella notte ha deturpato le statue dei pm Falcone e Borsellino, entrambi giustiziati da Cosa Nostra e simbolo della lotta alla mafia.Un atto molto grave che ci fa vergognare di essere italiani e ci fa provare un senso di disprezzo verso il nostro Paese, che da quei giorni del '92 oggi dimostra di non essere cambiato affatto, anzi forse è peggiorato, perchè i fattacci avvengono lo stesso, portati avanti senza stragi ma da finte persone per bene.


Il 19 luglio 1992 moriva a Palermo uno dei due più grandi eroi Italiani che la Storia della Repubblica ci ha donato, PAOLO BORSELLINO.

Cadde in un agguato di "MAFIA", nella strage di VIA D'AMELIO...


Pochi uomini hanno gli "ATTRIBUTI" di difendere i valori, come la VERITA', la CORRETTEZZA, l'ONESTA' e la GIUSTIZIA...
LUI era uno dei pochi, che ormai sono diventati una PERLA RARA nell'OCEANO INQUINATO!!!

Gli altri (la stragrande maggioranza) si piegano al SISTEMA CONTORTO e LURIDO di questa SOCIETA' ed ISOLANO e se possono AMMAZZANO coloro che non sono d'accordo con questo SISTEMA!!!

Ricordiamo anche gli agenti della scorta morti in quella tragedia: Agostino Catalano, Walter Cusina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina.

Qui due discorsi di PAOLO BORSELLINO che fanno capire moltissimo lo spessore della sua persona...

IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA':

Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa 26/01/1989



«L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati. »


Paolo Borsellino ricorda il suo collega e amico Giovanni Falcone durante la veglia organizzata dall'AGESCI il 20 giugno 1992



"SONO MORTI PER NOI e abbiamo un grosso debito verso di loro. Questo debito dobbiamo pagarlo gioiosamente continuando la loro opera, rifutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne, anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro, FACENDO IL NOSTRO DOVERE.

La LOTTA alla MAFIA è il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento CULTURALE e MORALE che coinvolgesse TUTTI e specialmente le GIOVANI GENERAZIONI, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di LIBERTA' che fa RIFIUTARE il PUZZO del COMPROMESSO MORALE, dell’INDIFFERENZA, della CONTIGUITA' e quindi della COMPLICITA'.

Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse: “LA GENTE FA IL TIFO PER NOI.” E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l’appoggio morale della popolazione dava al lavoro del giudice, significava qualcosa di più, significava soprattutto che IL NOSTRO LAVORO STAVA ANCHE SMUOVENDO LE COSCIENZE.”

Questo è quello che un gruppo di GIOVANI COLLEGNESI ha creato nella propria città.
Un movimento
CULTURALE e MORALE, che vuole coinvolgere TUTTI e specialmente le GIOVANI GENERAZIONI, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di LIBERTA' che fa RIFIUTARE il PUZZO del COMPROMESSO MORALE, dell’INDIFFERENZA, della CONTIGUITA' e quindi della COMPLICITA' che le persone che detengono il potere hanno per sottomettere quelle che non ce l'hanno. Il movimento si chiama COLLEGNO ATTIVA.