lunedì, luglio 19, 2010

SAVONERA: LA NUOVA CENTRALE, UN AFFARE DA 500 MILIONI DI €

La centrale che ha fatto tanto discutere comitati (soprattutto Savonera), partiti e cittadini, in questi ultimi anni sta venendo su mattone dopo mattone, in un silenzio quasi surreale, nessuno se ne sta accorgendo eppure pian piano il gigante verrà costruito. Molto probabilmente, se non ci saranno intoppi sarà pronta per il 2011, il costo dell'operazione 500.000.000 di €.
Questa centrale dovrebbe farci riflettere sul fatto che tutti sono ambientalisti (dalla Lega Nord a Sinistra Ecologia e Libertà), ci propongono le energie alternative sui programmi e a parole nei comizi (fotovoltaico, pannelli solari, eolico ecc), ma nella realtà è evidente che tutto ciò viene fatto solo per ingannare l'elettorato.
Forse se la somma di 500 Mln di € venisse pagata in DOLLARI, almeno si vedrebbe un po' di VERDE ambientalista, infatti sembra che i dollari vengano prodotti così:

Nel cantiere della nuova centrale Iren: «Cresce come un fungo»
JACOPO D’ORSI

TORINO


Ci lavorano, sotto il sole, 150 persone di circa 30 ditte. Nel momento di massimo bisogno il numero salirà a 400, stipendiati da un’ottantina di imprese. Il cuore della struttura, la turbina a gas costruita da Ansaldo energia a Genova, sarà talmente grande da non poter essere trasportata se non attraverso il mare, circumnavigando la penisola per poi risalire il Po finché è navigabile. Il motivo sta nelle 300 tonnellate di peso, più che nei 15 metri di lunghezza e nei 2,5 di diametro: nessun camion sarebbe in grado di trascinarla oltre il dislivello delle montagne che ci separano dalla Liguria. Arriverà a metà settembre e produrrà, a regime, una potenza di 270 megawatt: cioè 270 milioni di Watt, cioè quanto potrebbero le pedalate di un esercito di 540 mila Armstrong all’apice della carriera e dello sforzo (il ciclista americano ai tempi d’oro arrivava a picchi di 500).


Sono alcuni dei (grandi) numeri della nuova centrale di Iren energia di Torino Nord, in costruzione nell’area davanti al carcere Lorusso e Cutugno delle Vallette, a un passo dallo svincolo di corso Regina della tangenziale. Non sono pochi gli automobilisti che passandole accanto si chiedono cosa stia venendo su, e tanto velocemente, «come un fungo». «Il cantiere è stato avviato un anno fa - racconta l’ingegnere Carmelo Tripodi, capo progetto - e contiamo di mettere in funzione l’impianto entro l’autunno 2011, come da programma». Allora Torino, già oggi la città più teleriscaldata d’Italia, vedrà raggiunto dal servizio il 55% della volumetria urbana (oltre 50 milioni di metri cubi, 550 mila abitanti), aggiungendo a tutto il Centro-Sud anche l’area compresa tra i corsi Francia e Regina, fino a corso Inghilterra. Oltre alla zona delle Vallette, dove sarà dismessa l’attuale centrale: l’area che la ospita sarà trasformata in parco.


L’investimento è tra i più importanti nell’Italia della crisi: 500 milioni di euro, di cui 300 per la centrale e 200 per la nuova rete di tubi (120 chilometri, posati da Aes Torino). Le dimensioni dello scheletro, ciò che si può ammirare adesso passeggiando sul fango del cantiere, sono impressionanti: il generatore di vapore, sistemato fra i locali che ospiteranno le due turbine e alimenterà la seconda (prodotta da Tosi in 5 pezzi assemblabili e quindi più facilmente trasportabile rispetto alla collega), starà appeso a un portale alto 35 metri. I basamenti per le macchine sono in calcestruzzo, molto del resto è in metallo: tonnellate di acciaio. In pratica l’impianto funzionerà così: 1) la turbina a metano produce energia elettrica (potenza 270 MW); 2) i gas di scarico finiscono nel generatore di vapore (emissioni minime); 3) il vapore a 500° alimenta la propria turbina per produrre ulteriori 120 MW di energia elettrica e 120 MW di calore in cogenerazione per il teleriscaldamento.

L’acqua a 120° sarà quindi pompata nella rete: in ciascun condominio scalderà quella nel circuito locale (per intenderci quella nei termosifoni), tornando alla base intorno ai 70°. Per integrare i picchi di produzione (d’inverno, dalle 6 alle 8,30) o rimediare ad eventuali guasti, oltre l’edificio della turbina a vapore sorgeranno dei generatori di calore a metano: la portata di gas consumato, in totale, potrà raggiungere un massimo di 115 mila metri cubi all’ora. Infine, una ventina di metri più in là, saranno costruiti sei accumulatori di calore: sostanzialmente dei boiler della capacità complessiva di 5 mila metri cubi, in grado di accumulare la sovrapproduzione notturna (altrimenti inutile) e di restituirla al mattino. L’ultima struttura, centrale, riguarda i servizi ausiliari, dalla produzione di acqua demineralizzata al raffreddamento dell’aria comburente che migliora ulteriormente il rendimento.

LASTAMPA.it

Le foto del cantiere: