domenica, ottobre 25, 2009

TORINO: TRE STUDENTI SPARANO AD UNA PROFESSORESSA

Da LA STAMPA Domenica 25 ottobre 2009
articolo di C. Laugeri, M. Numa

LA FRONTIERA ESTREMA DEL BULLISMO


L'ultima follia: sparare a caso sulla gente

Torino, tre ragazzi
in strada con la pistola ad aria
Una donna ferita a un occhio,
colpito anche un anziano

C. LAUGERI, M.NUMA

TORINO

«Shoot to thrill», sparare per divertirsi, come cantavano gli Ac/Dc negli Anni 80. Una moda da bulli menefreghisti. E così capita, alle 14,20 di un giorno qualsiasi, che un’insegnante di un istituto professionale torinese esca da scuola per prendere il bus per tornare a casa, come tutti i giorni. La fermata è vicina, poche decine di metri, accanto a un giardino pubblico. Su una panchina ci sono tre studenti di 17 anni, due di famiglia marocchina, ma nati in Italia. L’insegnante di economia aziendale Rita Rovera, 54 anni, li osserva rapida, mentre allunga il passo per salire sul tram numero 18. Sente un colpo secco e una fitta alla schiena. Niente sangue, merito della giacca imbottita.

Nel mirino
Si volta d’istinto. Seconda mini-detonazione. Il pallino di metallo la centra appena sopra l’occhio sinistro. «Urlo, mi blocco in mezzo alla strada, chiedo aiuto - racconta la docente -. Una ragazza mi soccorre, andiamo dove c’è una fontana, perdo molto sangue...». Pochi minuti dopo, un esame ai raggi X fatto all’ospedale Giovanni Bosco rivelerà che il «pallino» è ancora lì, vicinissimo all’occhio. C’è un vasto ematoma e i medici non se la sentono di operare. Rita Rovera non ha riconosciuto chi ha sparato, anche se due ragazzi del gruppo frequentano la scuola dove lei insegna. E’ possibile che loro abbiano riconosciuto la docente e l’abbiano scelta come bersaglio anche soltanto per il suo ruolo.

Alma Concati, la preside, spiega che «sì, il fatto è grave, ma escluderei un collegamento tra la scuola e gli spari. E’ un atto di teppismo fine a se stesso. Questo è un istituto che fa molto per i ragazzi, anche quelli che provengono da famiglie difficili». I tre ridono, vedere tutto quel trambusto dev’essere stato molto divertente. Ma la giornata è ancora lunga. Alle 17, in una via dello stesso quartiere, a poche centinaia di metri, riprendono a sparare.

Stessa arma, una replica ad aria compressa della Walther «P99», la pistola dell’agente 007 nei film Anni 90. Tirano a un balcone dell’ottavo piano. La padrona di casa sente il rumore provocato dall’impatto dei pallini contro i vetri e s’affaccia. Vede i ragazzini, chiama il marito. Lui esce sul balcone, prende in mano il cellulare, lo punta nella loro direzione, come volesse filmarli. Loro se ne accorgono e gli sparano contro. Un proiettile incrina il vetro di una finestra. La centrale operativa della polizia riceve in quel momento il secondo allarme . Le pattuglie sono già in zona. A individuare il gruppetto sono i «Falchi» della Squadra Mobile.

La cattura
Sono seduti su una panchina a poche decine di metri dall’ultimo bersaglio. Hanno un sacchetto di plastica vicino a loro. Gli agenti si avvicinano e i ragazzi cercano di allontanarsi senza fretta. Bloccati in pochi secondi. Nel sacchetto c’era la «P99», una balestra (senza frecce) e un coltello serramanico con lama da 9 centimetri. Armi sequestrate e ragazzi denunciati alla procura dei minori per lesioni volontarie (aggravate dall’uso di un’arma) e porto abusivo di quelle armi. Ma questo non basta a far abbassare la cresta ai galletti di barriera.

«Tanto non potete farci nulla - hanno detto ai poliziotti -. Ci basta chiamare un avvocato e ce ne torniamo a casa». Per loro non è il primo incontro con la giustizia. Sono conosciuti per alcuni danneggiamenti, episodi di poco conto. Le loro famiglie non sembrano curarsi troppo di quei ragazzi, per questo la polizia chiederà anche l’intervento dei servizi sociali.

Ma gli investigatori cercano di capire soprattutto se i giovani siano coinvolti in altri episodi. In primavera, una donna è stata ferita al volto da un «pallino». La sua colpa: essere seduta accanto al marito, che aveva contestato la manovra azzardata di un minore in un sella a una bici. Ma sono da chiarire anche altri episodi avvenuti negli ultimi mesi: spari contro i bus (nello stesso quartiere) e un vigile (in borghese) centrato a una gamba da un proiettile di piccolo calibro.

LA STAMPA