venerdì, ottobre 16, 2009

CIDIU: Quale futuro avrà?

Egregio Direttore

Invio queste mie considerazioni a bando per le candidature al CdA del CIDIU chiuso, quindi non sospette in quanto non finalizzato a una mia autoproposta di investitura.

Le considerazioni hanno come obiettivo quello di focalizzare l'attenzione, in prospettiva futura di tutti noi in quanto utenti finali dei suoi servizi.

"Il CIDIU (leggo dal sito) è nato nel 1972 come consorzio di depurazione delle acque per i comuni di Collegno, Grugliasco e Rivoli.
Nel corso degli anni ha ampliato le competenze anche alla nettezza urbana, alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, alla manutenzione delle aree verdi, alla sensibilizzazione ed educazione ambientale. Nel 2002 ha trasferito la depurazione delle acque alla società Sma di Torino ed ha dato il via alla costruzione di un impianto di selezione e compostaggio a Druento (PuntoAmbiente)" inaugurato nei giorni scorsi.

"L impegno strategico quindi dell' Azienda si è rivolto verso il recupero delle materie contenute nei rifiuti e del risparmio energetico, la raccolta differenzia e la difesa ambientale."

La cessione , dovuta anche per legge, del ramo d'azienda relativo alla depurazione delle acque ha determinato il calo significativo di fatturato dell'attività a più alto valore aggiunto (più redditizio) mentre è rimasta la parte più onerosa dal punto di vista gestionale, solo in parte compensata dalla gestione delle discariche e dagli introiti dei conferimenti .

Con la nascita del termovalorizzatore del Gerbido (TRN) il CIDIU verrà a perdere in buona parte anche il fatturato relativo al conferimento dei rifiuti in discarica , in parte compensato dagli utili, se ed in quanto tali, derivanti da PuntoAmbiente (gestione e vendita del compost).

E' quindi, allo stato attuale, prevedibile,anche dopo la chiusura nel 2011-2012 della discarica di Druento che, rimanendo al CIDIU solo i servizi di raccolta rifiuti, nettezza urbana e manutenzione aree verdi, una gestione in equilibrio di bilancio al quanto incerta. Occorre quindi, per una sana gestione di bilancio, individuare un piano industriale che ristrutturi l'azienda e la indirizzi verso nuove aree di business ad alto valore aggiunto con crescita della produttività aziendale, pena l'aumento delle tariffe, un forte ridimensionamento della struttura, quando non la sua cessione-conferimento ad altri soggetti in grado di garantire la massa critica necessaria alla sopravvivenza.

Il piano industriale, a mio modo di vedere elemento a base dei criteri per la valutazione delle candidature dei futuri amministratori, richiede un riconoscimento e una valorizzazione delle professionalità interne all'azienda con criteri prevalentemente manageriali, e non una loro burocratizzazione, men che meno un loro asservimento a logiche politiche, quando non partitiche. Il tutto nell'interesse della collettività tenendo conto che di fatto il CIDIU è una pubblic company, dove i soci azionisti siamo noi tutti cittadini.

La parola passa ora alla politica, agli amministratori pubblici nominati . alla loro capacità di individuare un futuro economico a questa azienda, auspicando che le scelte, proprio in quanto pubblic company siano condivise e partecipate nel modo più ampio possibile, individuando luoghi e metodi di confronto.

I suoi amministratori rispondono a noi tutti e non ai partiti , visto che anche il Partito Democratico, partito di maggioranza relativa , in occasione dei recenti congressi locali rappresenta con gli iscritti solo il 2,3 % dei suoi elettori , i votanti l' 1,4% e la sua maggioranza l' 1% (dati di Collegno si dimezzerebbero se fatto sulla totalità degli elettori); la stessa percentuale con cui Tronchetti Provera controlla la Telecom, a proposito delle catene di controllo. Ma la rappresentanza politica non ha le logiche di una SpA.

Valter Morizio

Pubblicato su LUNA NUOVA