martedì, ottobre 13, 2009

TELERISCALDAMENTO: LA PRIMA CINTURA DI TORINO RISCHIA IL GELO

Da LA REPUBBLICATORINO.it di Martedì 13 ottobre 2009
articolo di Paolo Griseri


Rischio grande freddo per centomila

Teleriscaldamento, buco da 100 milioni. "Tremano" i comuni della cintura. Ultimatum di Italgas alla Sei che gestisce il servizio: pagate o vi tagliamo il gas

Abiti a Grugliasco? Comperati una termocoperta. Anche a Collegno e Settimo la situazione potrebbe rapidamente precipitare. A rischio sono circa 100.000 abitanti dei grandi comuni della cintura: in particolare le famiglie che hanno scelto di allacciarsi alla rete di teleriscaldamento di Asm, la multiutility di Settimo. Il sindaco di Grugliasco, Marcello Mazzù, ha già pronto un piano di emergenza: «Spero che tutto si concluda con un accordo», premette. Ma aggiunge subito dopo: «In ogni caso, se si arriverà al peggio, scriverò una lettera al prefetto perché imponga all´Italgas di intervenire per ragioni di ordine pubblico».
Il grande freddo della cintura di Torino potrebbe arrivare a giorni, come conseguenza di un grande buco di bilancio. Una voragine che ad aprile scorso era di 93 milioni di euro e che oggi sarebbe ormai prossima ai 100 milioni. A tanto ammonta il rosso della Sei, la società dell´Asm che gestisce il teleriscaldamento di Grugliasco, Settimo, Collegno, Rivoli e di una parte di Torino, quella sulla Spina 3. Il deficit ha fatto lievitare il debito verso Italgas che nei mesi scorsi avrebbe posto un ultimatum a Sei: «O pagate o non vi forniamo più il gas». A meno che, naturalmente, non intervenga il prefetto. Nei prossimi giorni il sindaco di Grugliasco scriverà una lettera ai vertici della società del teleriscaldamento per avere garanzie sulla continuità del servizio. Ma ad essere in allarme non sono solo i sindaci. Anche all´Atc, l´azienda della case popolari che gestisce migliaia di alloggi a Torino e cintura, i dirigenti sono stati messi in preallarme. Perché è chiaro che gli inquilini chiederanno conto al padrone di casa e non certo alla Sei che gestisce il teleriscaldamento.
Già in primavera Asm aveva tentato di cedere il ramo d´azienda. Ma vendere un oggetto che si porta dietro un buco da 100 milioni non è facilissimo. I potenziali acquirenti interpellati hanno fatto sapere di non voler spendere più di 30 milioni. Il problema è ovviamente il debito pregresso: chi coprirà l´esposizione accumulata verso le banche, a partire dal Monte dei Paschi? Non c´è solo un problema di soldi. C´è anche una carenza di strutture da adeguare rapidamente. Si tratta di assumere nuovo personale per garantire il presidio continuo della caldaie (così come impone la legge) e addirittura di prevedere la costruzione di una nuova centrale di riserva per evitare il rischio di interruzione nell´erogazione del calore nei momenti di picco della domanda. La nuova centrale costerebbe oltre un milione di euro. Dunque, oltre a coprire il debito, l´acquirente dovrebbe effettuare anche considerevoli investimenti.
Nel frattempo la stagione avanza e il momento in cui l´Italgas dovrebbe aprire il rubinetto si avvicina inesorabile. Senza che si desse pubblicità alla vicenda, gli amministratori locali hanno già tenuto nei mesi scorsi burrascose riunioni per avere garanzie dalla società. Al momento però sono arrivati soprattutto i rumors preoccupati di chi teme la chiusura del rubinetto. Dei quasi 100 milioni di deficit, circa 10 sono quelli che Sei deve alla società del gas. Problemi per l´approvvigionamento si sarebbero avuti in primavera anche con la Antibioticos, l´ex Farmitalia di Settimo. Nello stabilimento è infatti presente una centrale che fornisce energia agli impianti e produce acqua calda da immettere nella rete di teleriscaldamento.
La centrale di Antibioticos non è decisiva nei periodi di domanda normale di calore ma può diventare fondamentale quando dovesse fermarsi, per qualsiasi imprevisto, la centrale di Leinì. Senza soldi, insomma, la Sei rischia di non riuscire a garantire il regolare svolgimento del servizio nella stagione che inizia nei prossimi giorni. E difficilmente riuscirà a trovarli prima del 15 ottobre quando si accenderanno i termosifoni nelle case. Così le centrali potrebbero rimanere inattive e i cittadini al freddo. A meno che l´allarme di questi giorni non finisca per accelerare le procedure di vendita della società. Come molti sperano a Settimo.

di Paolo Griseri

LA REPUBBLICATORINO.it

Forse qualcuno questo inverno canterà come Alex Britti... e ci dispiace molto...



Forse è meglio tornare alla vecchia stufa a legna (o di nuova generazione a pellet)?
Almeno si aveva la sicurezza di avere il calore quando lo si voleva...