giovedì, novembre 12, 2009

CROCIFISSO: BELLISSIMO L'INTERVENTO DI DON CIOTTI, LO CONDIVIDIAMO TOTALMENTE

Dopo l'intervento fatto solo sue giorni fa sull'argomento CROCIFISSO:

CROCIFISSO: Toglierlo o Non Toglierlo, è questo il problema?

Finalmente i miei occhi leggono qualcosa di serio e davvero sensato, delle parole che mi fanno ritrovare la mia CRISTIANITA'. Queste parole arrivano da DON LUIGI CIOTTI.
Condivido il suo pensiero, ha centrato in pieno il nocciolo della questione.
E' un peccato che in TV non possiamo sentire interventi di questo tipo. E' davvero triste vedere che persone di questa profondità abbiano poco spazio sui MEDIA, (un piccolo trafiletto su LA STAMPA), mentre dei CAFONI di cui non faccio nomi possono permettersi di stare ore ad urlare nei salotti del piccolo schermo lanciando messaggi negativi e stupidi su argomenti seri, che dovrebbero invece far riflettere.

Bravo Don Ciotti!!!

Tratto da lastampa.it
11 novembre 2009
di DON LUIGI CIOTTI

"Sono i giovani i crocifissi da difendere"

TORINO


I crocifissi da difendere, quelli veri, non sono quelli appesi ai muri delle scuole. Sono altri. Sono uomini e donne che fanno fatica. Che non ce la fanno e muoiono di stenti. E' verso di loro che non possiamo e non dobbiamo restare indifferenti. E' verso di loro che dobbiamo concentrare i nostri sforzi.
«Un crocifisso è un malato di Aids, che ha bisogno di cure e di sostegno. Un crocifisso è quel ragazzo brasiliano che è morto qualche giorno fa a Torino. A casa aveva lasciato la moglie e i figli, era arrivato qui alla ricerca di un lavoro, e non ce l'ha fatta».

Abbiamo partecipato al suo funerale. C'erano tante persone, molte nemmeno lo conoscevano, ma erano lì ugualmente, a condividerne la sofferenza e il dolore.
«E' giusto lottare per difendere i simboli di quello in cui crediamo, ma allo stesso tempo bisognare stare molto attenti a non cedere al puro idealismo. Lo dice il Vangelo stesso: i pezzetti di Dio sono sparsi nel mondo che ci circonda. Li troviamo ovunque. Nel concreto, nella vita di tutti i giorni, tra le persone che vivono accanto a noi, e di cui spesso nemmeno ci accorgiamo dell’esistenza. E' con queste realtà che dobbiamo imparare ad avere a che fare e a misurarci.
«Bisogna imparare a vivere con corresponsabilità, come i tanti e tanti volontari che dedicano il proprio tempo a un bene che non è esclusivamente loro, ma pubblico, di tutti quanti. Dobbiamo sentirci tutti chiamati in causa, nei grandi nuclei urbani come nei tanti piccoli paesi di provincia. La partecipazione è il primo passo in favore dei più deboli.
«I crocifissi non si difendono soltanto con le parole. Infatti queste troppe volte non bastano. Bisogna imparare ad affrontare la realtà con concretezza, e tendere la mano alle persone sole, a chi non ha più una famiglia e a chi non può ricorrere all'aiuto dei propri cari».

Testo raccolto da Federico Genta