venerdì, gennaio 21, 2011

L'ITALIA VISTA DALL'ESTERO DAI NOSTRI CONNAZIONALI

La frase che potrebbe riassumere questa situazione: "POVERA ITALIA!" 




 I nostri italiani all'estero...

Giulia scrive dalla Francia: "Per noi è (io la definirei così) una continua battaglia per la credibilità. Una nazione che riposa sopra i fasti del passato... Che tristezza per noi contemporanei! C'è una foresta di concezioni e, ripeto, purtroppo quelle positive poggiano principalmente sui meriti (artistici, culturali) degli italiani che ci hanno preceduto; di oggi non si vede altro che la bellezza del paesaggio (sebbene posta sotto grave minaccia) e la barzelletta politica".

Mariano scrive dalla Danimarca: "L'Italia è ormai considerata nord Africa. Il mio capo danese mi mostra la cartina geografica e ridacchiando mi dice che forse l'Italia è il pezzo che manca alla Libia...". Anche quando si prova a sdrammatizzare, l'effetto non è mai liberatorio. E sempre in ambito geografico, appariamo distanti anche da quei paesi che nelle barzellette, si usano come esempi di arretratezza. 

Luca da Londra: "Parlavo di Berlusconi con una ragazza. Lei dice: ma che razza di gente siete? Cacciatelo, cosa aspettate?...Ed io, scusa, ma di dove sei? E lei, "Mozambico". 

Pierluigi racconta com'è la situazione vista da Bruxelles: "Drammatica per noi italiani, spassosa per i colleghi e amici stranieri. Al lavoro non passa giorno senza che colleghi lituani, polacchi, inglesi, belgi, tedeschi, sloveni e francesi mi fermino in corridoio per chiedermi l'ultima su Papi e le sue accompagnatrici".  

Claudio dalla Germania è più amaro: "Negli anni '70 alcuni tedeschi ci consideravano  inaffidabili e mezzi -mafiosi. Oggi, e per via delle varie vicende, i tedeschi fanno di peggio: ci ignorano". Insomma, l'Italia ha stufato. Come riassume Cuchu, dall'Olanda: "Che si dice dell'ennesimo scandalo che ha coinvolto Berlusconi? Le solite cose, le solite battute, i soliti commenti che noi italiani all'estero siamo costretti a sopportare da quando Berlusconi è Presidente del Consiglio".

La perdita di credibilità del nostro paese. "E non solo agli occhi dell'uomo della strada", scrive Paolo dalla Romania, "ma anche degli interlocutori istituzionali e dei partner commerciali. Un fatto che pone noi italiani all'estero in situazioni spesso di grave imbarazzo". E c'è una componente di mistero sul funzionamento delle istituzioni, che rende l'Italia un fenomeno unico. 

Sara da Londra prova a spiegare: "Qui non capiscono come Berlusconi possa parlare di intrusione dei magistrati nella sua vita personale per lo scandalo Rubygate. Perché non hanno la nozione politica di uno Stato in cui le cose pubbliche vengono continuamente usate per affari privati". E alla confusione istituzionale si aggiungono dubbi nulle normative vigenti: a Giulia che sta a Dublino, i suoi amici chiedono: "Ma in Italia e' legale fare sesso con le minorenni?". Emilia da Barcellona racconta l'incredulità: "Qui la gente comune fa davvero fatica a pensare che il popolo italiano abbia scelto volontariamente di essere rappresentato da Berlusconi". Ma per Nikos, da Londra: "Lo si voglia o no, rappresenta l'Italia e gli italiani all'estero". Forse all'estero ci immaginano come figure mitologiche, come lascia pensare Alberto dal Messico: "Qui il personaggio del Cavaliere riunisce in una sola figura gli inganni di Bernie Madoff, la perversione di Mosley e l'allegria e irresponsabilità di Pulcinella".

Stralci di Repubblica

Concludiamo con una famosissima canzone...