giovedì, settembre 02, 2010

ITALIA: DISOCCUPATO UN GIOVANE SU QUATTRO

Gli ultimi dati pubblicati dall’Istat sull’andamento dell’occupazione in Italia segnalano a luglio 2010 una flessione dello 0,7 per cento (172mila unità) su base annuale, mentre rispetto al mese precedente il calo è dello 0,1 per cento (18mila posti di lavoro in meno).
Ma non basta osservare un singolo numero per comprendere l’andamento e la gravità di un fenomeno: l’altro dato allarmante che emerge dalle analisi è infatti l’aumento nel numero totale di persone inattive, con un incremento di 153mila su base annuale (76mila in più nel confronto con giugno): un fenomeno che riguarda soprattutto gli uomini (rispettivamente 93mila e 44mila rispetto alle cifre complessive).
Il totale delle persone inattive in Italia secondo l’Istat è quindi arrivato a poco meno di 15 milioni nella fascia tra i 15 e i 64 anni, a fronte di quasi 23 milioni di occupati e di circa 2 milioni di persone in cerca di un lavoro. Il tasso di disoccupazione complessivo è quindi dell’8,4 per cento secondo gli ultimi dati. Andamento contrastante per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, che si attesta al 26,8 per cento: su base annuale un aumeno dell’1,1 per cento, in calo di 0,6 punti invece rispetto a giugno…sta di fatto che più di un giovane su quattro non lavora.

Per il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, “la situazione rimane certamente preoccupante, ma sarebbe colpevole non riconoscere il dato oggettivo di un differenziale positivo con l’Europa e di una tendenza negativa sostanzialmente fermatasi”.
Critica l’opposizione: “I dati Istat sono una Waterloo sociale, ma il governo non trova niente di meglio che discutere del processo breve per dare l’ennesimo salvacondotto a Berlusconi” o in alternativa di preoccuparsi ”di cavalli berberi” ha dichiarato Cesare Damiano, capogruppo del Partito democratico in commissione lavoro alla Camera. E in questo caso davvero non possiamo dar loro torto.
Chi ha scorso oggi le pagine dei quotidiani ha letto articoli sugli scioperi della fame dei precari, sul crollo sensibile delle vendite nel mercato dell’auto e sulla sensibile diminuzione dell’occupazione nelle grandi imprese…..anche Napolitano oggi è intervenuto dicendo “meglio se la politica si occupasse di economia”….cosa aspetta il Governo ad intervenire?