giovedì, aprile 22, 2010

NON SIAMO D'ACCORDO CON IL FINI DI IERI ED IL BERLUSCONI DI OGGI: LE CORRENTI NON SONO METASTASI, MA DEMOCRAZIA

Fini e Berlusconi

Era il 3 luglio 2005 quando, in un'infuocata assemblea nazionale di An, Fini si scaglio' contro le varie componenti del partito : ''AN - disse - va liberata dalle correnti: sono una metastasi che rischia di distruggere il corpo del partito''.

Oggi Berlusconi riprende quelle parole e le usa a suo favore, ma noi pensiamo che abbiano sbagliato entrambi.

Prendiamo le dichiarazioni di personaggi storici assai diversi e non confrontabili:

Pericle nel 461 a.C. in un suo discorso disse ad Atene:"Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia"
Ernesto Che Guevara , che portò avanti l'ideale Comunista a Cuba e nel Sud America , diceva:"O siamo capaci di sconfiggere le idee contrarie con la discussione, o dobbiamo lasciarle esprimere. Non è possibile sconfiggere le idee con la forza, perché questo blocca il libero sviluppo dell'intelligenza" (ahimè il contrario di quello che poi il Comunismo ha fatto in realtà, a Cuba, nell'ex URSS e in Cina ).
John Stuart Mill, filosofo ed economista britannico, sosteneva:"[...] fatale la tendenza degli uomini a smettere di pensare a una questione quando non è piú dubbia [...] è la causa di metà dei loro errori.[...] se vi sono persone che negano un'opinione generalmente accettata, o che lo farebbero se la legge o il pubblico glielo permettessero, ringraziamole. "

Anche qualora si appartenga ad un gruppo, sia esso un partito, o un'associazione di qualsiasi genere, la libertà di pensiero è un diritto irrinunciabile così come lo è la libertà di dissenso qualora la propria posizione non sia conferme a quella degli altri.
Mettere in discussione una posizione comune non significa nè essere dei traditori nè essere dei carbonari che navigano nell'ombra...significa semplicemente mantenere la propria identità di essere umano pensante: abbracciare una filosofia di pensiero, fare la tessera di un partito, entrare a far parte di un insieme di persone accomunate da una ideologia non significa spegnere il cervello per seguire ciecamente quello che fanno gli altri o quello che fa il capobranco: siamo esseri umani, non un gregge di pecoroni.

Le correnti non sono metastasi ma una fonte di ricchezza, proprio perchè rappresentano diversi modi di sentire, tutti egualmente degni di essere ascoltati: il problema è che affinchè tali correnti possano coesistere pacificamente ed essere fonte di continuo rinnovamento ci vuole intelligenza ma soprattutto nessuno deve avere mire assolutistiche.
Nel momento in cui qualcuno dice "comando io" (e non importa sia esso di An, Forza Italia o LN) allora viene meno il presupposto per una corretta gestione del gruppo, ossia il rispetto democratico per le idee di tutti.

Quando la politica diventa una lotta tra prime donne finalizzata all'accentramento del potere ed all'eliminazione di qualsiasi forma di dissenso viene meno l'obiettivo principale dell'attività politica, che dovrebbe essere quello di perseguire il bene comune.
Al tempo stesso in presenza di problemi interni (e di certo all'interno del PDL esistono dei punti fortemente critici come la convivenza con la Lega) non si può far finta di niente..è giusto affrontarli e chi li affronta non può essere trattato come "chi rompe le uova nel paniere".

Non si può non notare che in entrambi i due schieramenti prevale la componente estrema: nella coalizione di centro-sinistra c'è Antonio di Pietro che aveva addirittura giustificato l'aggressione a Berlusconi, nella coalizione di centro-destra invece bisogna accettare la Lega , con tutti i suoi personaggi che più che da carroccio sembrano da carrozzone (una volta c'era Bossi che "ce l'aveva duro" ora c'è il figlio che gioca a "Rimbalza il clandestino"...per non parlare di Calderoli). Le componenti estreme devono esistere, e possono anche insegnarci qualcosa (la Lega ad esempio è molto più presente sul territorio del PDL in Piemonte) ma ognuno deve restare al suo posto, in un clima di rispetto, senza pretendere o ordinare nulla a nessuno.

Come ricorda Mughini in un articolo apparso su Tiscali news " nella Democrazia cristiana di correnti e posizioni distinte ce n’erano almeno cinque, e questo ne fece il partito democraticamente più ricco della storia politica italiana del secondo dopoguerra. Nel Psi ce n’erano tre, e finché Bettino Craxi non ne divenne il dominatore. Nel Pri fu asperrimo il confronto fra Ugo La Malfa e Randolfo Pacciardi. E’ la politica, bellezza. L’unico partito a voce unica (almeno apparentemente) era il Pci, il partito che funzionava secondo i dettami staliniani, la verità che scende dall’alto dello scanno del “Migliore”, e anche se poi era infinita la differenza di posizioni tra un Giorgio Amendola e un Pietro Ingrao. "

C'è da sperare che alla fine prevalga il buonsenso o almeno l'amore per questo Paese, perchè mentre in televisione i politici si scannano nei talk show la crisi economica imperversa...e a volte la sensazione è che tutto questo putiferio venga creato con lo scopo di distogliere la mente dai veri problemi del Paese.

Giovenale un grande autore satirico dell'antica Roma scriveva "Panem et circenses" (Pane e giochi del circo) descrivendo un'epoca nella quale chi governava si assicurava il consenso popolare con elargizioni economiche e con la concessione di svaghi (in questo caso le attività circensi che si svolgevano negli anfiteatri come il Colosseo) a coloro che erano governati.

Noi invece del Colosseo abbiamo la televisione.......