lunedì, aprile 26, 2010

COLLEGNO FESTEGGIA UN BEL 25 APRILE

Il Sindaco di Collegno Silvana Accossato

E’ di oggi la notizia, apparsa sulla Stampa, che il nuovo Assessore regionale alla Cultura Michele Coppola sarebbe stato fischiato durante la celebrazione della festa del 25 Aprile svoltasi sabato sera in piazza Castello a Torino.
La scena si è poi ripetuta poche ore dopo, domenica mattina al Lingotto: il bersaglio era Roberto Placido, ex vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato regionale per i valori della Resistenza, il quale ha difeso il neo assessore del PDL e criticato chi lo contestava.
Anche nei suoi confronti si sono innalzati fischi, proteste e accuse di «tradimento».
Insieme a voi vogliamo quindi ripercorrere il significato della festa del 25 Aprile, riflettere su tali avvenimenti e commentare brevemente la celebrazione che si è svolta a Collegno, alla quale Informare Collegno ha partecipato.
Il primo quesito che sorge spontaneo di fronte a certe notizie, simile a quello che ha posto lo stesso senatore Manzi durante la celebrazione di domenica mattina di fronte al municipio di Collegno è: ha ancora senso, ogni anno, in prossimità di questa ricorrenza, assistere a diatribe che la caricano di significati politici atti più ad alimentare le divisioni che non a porre l'accento sui valori di libertà e democrazia che dovrebbe animare una tale festività?
Le feste nazionali dovrebbero essere ricorrenze il cui scopo principale è celebrare i momenti fondanti della storia del paese: sono occasioni per ricordare il senso di appartenenza degli Italiani a una sola comunità nazionale, momenti in cui ci si dovrebbe sentire tutti parte di un tutt’uno, stringendosi insieme dinnanzi al tricolore, indipendentemente dal proprio schieramento politico.
Ovvio che non si può negare l’origine di questa festa, che certamente fu introdotta in Italia con una precisa valenza politica e simbolica, essendo stata proposta ad Alcide De Gasperi nel 1946 dal comunista Giorgio Amendola, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Lo scopo era duplice: porre in rilievo il ruolo del Cln del Nord nella liberazione del Paese e accreditarne i componenti, a cominciare dai comunisti, come depositari dei valori di libertà e democrazia ed i veri fautori dell’unità nazionale.
Adesso la società, il sistema politico, gli attori che popolano la scena pubblica italiana sono fortemente cambiati e le forze che vollero la ricorrenza del 25 aprile come simbolo dell'«unità antifascista» e anche quelle che la contestavano in nome di una improponibile fedeltà a un passato morto e sepolto sono scomparse o ridotte a elementi residuali.
Che senso ha allora oggi festeggiare il 25 Aprile?

Innanzitutto è giusto che un Paese rimanga fedele alla propria storia, che non dimentichi mai il percorso tortuoso, insanguinato e spesso costellato di errori e sacrifici che hanno portato alla sua costituzione.
Napolitano nel suo discorso ha quest’anno sottolineato come “non ci si debba chiudere in rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza e in particolare del movimento partigiano” ed al tempo stesso come sia importante ricordare tutti coloro che hanno offerto alla Liberazione del Paese il loro contributo.
La festa della Liberazione deve quindi diventare più autonoma rispetto alle rivendicazioni politiche per essere una festa di tutti, proprio per i valori che essa incarna, che sono valori di libertà, autonomia, coraggio e sacrificio in nome di un ideale.
Bisogna resistere di fronte ai soprusi, di fronte a chiunque tenti di limitare la nostra libertà, bisogna resistere per riuscire ad ottenere un mondo democratico e rispettoso nei confronti di ogni essere umano.

La festa del 25 Aprile, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, "ha un significato nazionale, per il valore di riconquista e di condivisione del senso della Nazione e della Patria, di riaffermazione di una rinnovata identità e unità nazionale".
Ha un senso ricordare i caduti della Resistenza perché essi incarnano quell’ideale di libertà e unione che dovrebbe essere elemento fondante della nostra Repubblica ma che dovrebbe anche essere privo di qualsiasi colore politico.

Per questi motivi le polemiche avvenute in piazza non possono che essere condannate, in quante esse sono espressione di ignoranza e di mancanza di rispetto verso ciò che dovrebbe unire tutti gli Italiani almeno per un giorno: l’amore per il nostro Paese.

Alla domanda sulla necessità di festeggiare ancora il 25 Aprile rispondiamo quindi con forza “Sì” insieme al Senatore Manzi che, intervenuto proprio per ricordarci i valori di questa festa, ha sottolineato l’importanza di “resistere” e continuare a credere in ideali che continuano a vivere nonostante le difficoltà dei tempi in cui viviamo.

Segue la fotogallery di alcuni momenti che hanno caratterizzato la celebrazione a Collegno: siamo orgogliosi di affermare che, contrariamente a quanto accaduto a Torino, nella nostra città è prevalso un sentimento di rispetto e di commozione uniti al desiderio di condividere un momento importante di riflessione. Molte le autorità presenti: dal Senatore Manzi, al nostro sindaco Silvana Accostato, la giunta comunale al completo e anche molti consiglieri della maggioranza ed alcuni dell’opposizione (Lava - Civica, Ceretto - LN, Bardella - LN, Di Filippo - PDL) .


Il Sen. Manzi

Il Consigliere Comunale Di Filippo onora i caduti della resistenza

La Banda del Comune di Collegno

Il Coro degli Alpini di Collegno

I Consiglieri Comunali Ciponte (Sinistra per Collegno), Di Filippo (PDL), Cavallone (PD)

Il Consigliere Comunale Di Filippo ed il Sindaco Silvana Accossato

Il Sen. Manzi ed il Consigliere Comunale Di Filippo

Il Coro degli Alpini di Collegno, il Consigliere Comunale Di Filippo ed il Sen. Manzi

La foto più bella della giornata che dà il senso del 25 aprile, la vecchia generazione che ricorda alla nuova.