martedì, novembre 30, 2010

RIFORMA GELMINI: DIAMO VOCE AI RICERCATORI PRECARI


Un gruppo di ricercatori precari ci scrive un articolo in merito alla riforma universitaria del Ministro Gelmini e noi lo pubblichiamo per dar loro voce.

L’Università e la Riforma Gelmini

L’Italia è un paese di “santi, poeti, navigatori” ed università. Sono infatti presenti su un territorio relativamente piccolo 71 università pubbliche (61 statali, 4 promosse da enti pubblici e 6 scuole superiori universitarie) e 13 università private.
In alcuni casi, enti locali a livello provinciale e locale hanno spinto per la creazione di nuove sedi universitarie non strettamente necessarie, contribuendo alla proliferazione di distaccamenti e succursali e giungendo al traguardo di un’università statale ogni 900.000 abitanti. I concorsi per i posti strutturati sono in molti casi delle cooptazioni mascherate (come avviene peraltro all’estero, nel mondo anglosassone anche in modo diretto) e l'assunzione di personale che si rivela in seguito non all'altezza non comporta alcun tipo di penalizzazione, né per coloro che sono stati responsabili della scelta, né a livello di dipartimento o di facoltà. Se a questo si aggiunge che i compensi sono inferiori alla media europea, che l’investimento nell’istruzione è tra i più bassi dei paesi industrializzati e che la ricerca nell'industria privata italiana è finalizzata al guadagno immediato, si può ben comprendere come il sistema necessiti di una riforma organizzata per evitare il collasso.
Troppo spesso, però, si dimentica che, tra tutte le difficoltà elencate, in Università vi lavorano con spirito di abnegazione, sacrificio, passione e competenza, migliaia e migliaia di giovani precari che ogni giorno si scontrano con un futuro incerto ed opaco (per non dire nero). Quindi una riforma che parte da un (ulteriore) taglio dei finanziamenti per la ricerca (leggi 103/09, 1/09, 78/10) e da un blocco del turn-over si configura già in partenza come un insuccesso, a prescindere da quanto specificatamente poi contenga, perché inizia danneggiando proprio i più deboli, inizia danneggiando proprio questi giovani precari. Ed è per questo, prima di tutto il resto, che si è levata la protesta unanime del popolo accademico italiano.
La Riforma Gelmini vera e propria, poi, non ha mitigato le proteste e, anzi, ha introdotto ulteriori spunti per il propagarsi delle manifestazioni e dei dissensi anche da parte dei più moderati. In sintesi la riforma prevede un aumento dei membri esterni nei Cda delle Università, la limitazione della carica di rettore a sei anni, l’esaurimento della figura del Ricercatore a tempo indeterminato  (di fatto precarizzando il primo step della carriera accademica), l’istituzione della figura di Ricercatore a tempo Determinato, nuove modalità concorsuali, l’aumento e la regolarizzazione del numero di ore di insegnamento per i professori, la diminuzione del limite massimo di età per il pensionamento a 70 anni e l’istituzione di un fondo per gli studenti più bravi come anticipo spese (che devono poi essere restituite).
A fronte di alcune interessanti innovazioni e di un rigore finanziario (finalmente) richiesto alle Università italiane, due sono i punti più caldi e dibattuti della riforma: il ruolo dei Ricercatori e l’autonomia interna degli atenei.
Il disegno di legge prevede, infatti, l’istituzione della cosiddetta tenure track, un istituto proprio del mondo accademico anglosassone. Un tenured professor raggiunge la propria posizione al termine di una cosiddetta tenure track, se è riuscito a dimostrare con la propria attività (pubblicazioni, insegnamento, capacità di gestione, ecc.) il proprio valore. Questa “temporanea precarietà” viene riconosciuta con stipendi molto alti. Inoltre, quando un’istituzione avvia una persona su una tenure track parte dal presupposto che tale percorso abbia successo. Quindi fino dal suo inizio i finanziamenti che serviranno a pagare lo stipendio per tutta la vita a quella persona devono essere disponibili. Questa condizione-chiave però non è al momento affatto garantita dalle iniziative governative italiane. Ciò che il ddl Gelmini prevede in sostituzione dei ricercatori a tempo indeterminato è, infatti, l’istituzione della figura dei ricercatori a tempo determinato con contratti da 3(+2)+3 anni non ulteriormente rinnovabili e senza diritto al ruolo di II fascia. In sintesi si rischia di creare dei ricercatori “usa e getta”: dopo 11 anni (di dottorato e contratti a tempo determinato) non c’è alcuna garanzia di reclutamento nella seconda fascia e non è più possibile rinnovare il contratto. Inoltre, si creano le condizioni per una “guerra tra poveri”: visti i tagli, i pochi fondi disponibili potrebbero venire usati per sottrarre alla disoccupazione i ricercatori a termine, compromettendo quindi le prospettive di carriera degli attuali ricercatori a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda la governance degli atenei, la riforma prevede che il ruolo dei principali organi universitari, il senato accademico e il consiglio di amministrazione (Cda), venga  modificato, introducendo una distinzione netta tra i due organi di governo: il senato accademico con responsabilità esclusivamente sulla didattica, mentre il Cda con responsabilità sulla gestione, le spese, le assunzioni ed i costi di gestione. E’ previsto un aumento dal 10 al 30% della soglia minima di membri esterni del Cda (che non fanno parte del mondo universitario). Proprio quest’ultimo punto potrebbe aprire la porta ad una lottizzazione senza precedenti dell’università italiana che vedrebbe protagonisti gli esponenti politici locali, di fatto minando le fondamenta di una università realmente pubblica.
E’ chiaro che il tema è sensibile e delicato e che probabilmente una visione ampia dell’impatto della Riforma Gelmini (nel caso venga approvata definitivamente) si potrà avere solo nei prossimi anni, tuttavia rimane certo che, come al solito, chi è più coinvolto e più toccato non è stato né interpellato, né tenuto in considerazione…

Un gruppo di ricercatori, precari


Fonti:
www.miur.it
www.sbilanciamoci.info
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_università_pubbliche_in_Italia
http://www.lettera43.it/articolo/3337/labc-della-riforma-gelmini.htm
http://www.authorstream.com/Presentation/aSGuest73155-613172-decreto-gelmini/

lunedì, novembre 29, 2010

COLLEGNO: VALIGETTA CON DOLLARI FALSI NEL CAMPO ROM


(ANSA) - TORINO, NOV 2010 - Una valigetta contente migliaia di dollari falsi e' stata scoperta nel campo nomadi di Collegno, alle porte di Torino. E' accaduto nel corso di un blitz effettuato dai carabinieri, come disposto dal prefetto di Torino Alberto Di Pace in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Gli investigatori sospettano che all'interno del campo possa avere sede un'organizzazione dedita alle truffe internazionali.Cinque persone sono state arrestate in applicazione di ordini di carcerazione per reati vari.

domenica, novembre 28, 2010

COLLEGNO: ETERNIT, L'ASILO TORTELLO VERRA' BONIFICATO


Ad inizio febbraio 2009 molte mamme che portavano i loro bimbi all'Asilo Tortello ci segnalarono la presenza dell'ETERNIT nella struttura.
INFORMARE COLLEGNO denunciò subito il fatto e grazie al Consigliere Comunale DI FILIPPO successivamente preparò un'interpellanza per segnalare il problema all'amministrazione comunale, al fine di fare prontamente accertamenti e bonificare in tempi rapidi l'edificio qualora fosse necessario.

L'interrogazione dell'1 febbraio 2009:
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Le mamme avevano ragione, l'ETERNIT era ed è presente nella struttura.

La risposta dell'amministrazione comunale:
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A bilancio quest'anno saranno stanziati 30.000€ per la bonifica dell'ETERNIT dell'Asilo Tortello.

Un altro risultato ottenuto con un bel lavoro di squadra CITTADINO (segnalazione) + DENUNCIA tramite mezzo di informazione + ISTITUZIONE (Interpellanza al Consiglio Comunale).

giovedì, novembre 25, 2010

COLLEGNO: INVESTITO PENSIONATO, MUORE SUL COLPO

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La rotatoria posizionata in Via Minghetti incrocio Via Papa Giovanni XXIII ha sicuramente bisogno di un intervento di messa in sicurezza, lo dimostra il grave incidente avvenuto pochi giorni fa.
Il problema non è solo sulla via principale Via Papa Giovanni XXIII, ma anche su Via Minghetti, infatti sono molti cittadini che si lamentano del fatto che gli automobilisti si immettano a velocità sostenuta nella via secondaria che costeggia Piazza Dante Torello in direzione Corso Francia.
I cittadini propongono l'installazione di due dissuasori di velocità per risolvere il problema, il primo da installare in Via Papa Giovanni XXIII ed il secondo in Via Minghetti.

L'articolo del drammatico incidente in cui ha perso la vita il pensionato Salvatore Cosimo, 79enne di Collegno, investito nel tratto di strada in questione:

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martedì, novembre 23, 2010

TORINO: PARTE IL TOTOSINDACO

La corsa per la carica a Primo Cittadino di Torino è praticamente iniziata, i vari schieramenti politici hanno iniziato a scaldare i motori, infatti parte sui vari quotidiani il totosindaco.

Comune di Torino - Sala Rossa
Per la sinistra il totosindaco è partito da qualche settimana ed alcuni nomi sono di un certo spessore, che si tratti persone provenienti dalla società civile o dalla politica.
Basti pensare a Francesco Profumo (Rettore del Politecnico di Torino) ed all’On. Piero Fassino (più volte Ministro della Repubblica e Segretario Nazionale dei DS).
Ma anche altri vorrebbero tentare la corsa alle primarie, ad esempio Davide Gariglio (E’ stato Presidente del Consiglio Regionale ed ora fa parte dello stesso Consiglio Regionale) e Giorgio Ardito (Presidente uscente ATC). Staremo a vedere come andrà a finire.

Dall’altra parte della barricata, nel centrodestra, la nebbia sembra ancora molto fitta.
I nomi dei papabili sono ancora molti e arrivano tutti dalla “politica”: Sen. Enzo Ghigo (in passato Onorevole, Presidente di Regione Piemonte ed ora Senatore), Michele Coppola (Consigliere Comunale di Torino e Vice Presidente del Consiglio, Assessore Regionale alla CulturaDoppio Incarico), Barbara Bonino (Consigliere della Provincia di Torino e Vice Presidente del Consiglio, Assessore Regionale ai Trasporti - Doppio Incarico), Roberto Ravello (Consigliere Comunale di Torino, Assessore Regionale all’AmbienteDoppio Incarico), Gianluca Vignale (Consigliere Regionale), Daniele Cantore (Consigliere Comunale di Torino, Consigliere RegionaleDoppio Incarico) e non poteva mancare l’On. Agostino Ghiglia (Consigliere Comunale di Torino, OnorevoleDoppio Incarico).

Se i nomi rimarranno questi da una parte e dall’altra, l’esito sembrerebbe scontato, contando anche il fatto che il PDL ha perso i voti dei cosiddetti “Finiani”, gli uomini di “Futuro e Liberta’”, che non si sa con chi si schiereranno.

Ad oggi i nomi espressi dai due schieramenti fanno pendere il braccio della bilancia verso sinistra, ci saranno colpi di scena? Attendiamo e vediamo.

lunedì, novembre 22, 2010

COLLEGNO: TARIFFA RIFIUTI, L'AUMENTO SALE AL 25%

Saviano a "Vieni via con me" parla proprio di rifiuti e racconta delle tristi verità, per chi lo avesse perso... (dopo Saviano l'articolo su Collegno).

 

Il video dell'intervento di Roberto Saviano a "Vieni via con me" sul problema dei rifiuti:



SAVIANO - Perchè non si riesce ad affrontare l’emergenza rifiuti in Campania che va avanti da 16 anni? Roberto Saviano a ‘Vieni via con me’ parla della vicenda ricostruendo la storia della sua regione denunciando il coinvolgimento della camorra e le responsabilità della politica che hanno portato la Campania ad essere la “pattumiera del Nord Italia”.

“La responsabilità è principalmente politica - ha detto lo scrittore - ma come è possibile che le discariche siano così piene, satolle, visto che la Campania ne è piena? Le discariche di Napoli si riempiono perchè sono piene di rifiuti del Nord Italia, la Campania è da anni la pattumiera del Nord Italia e di parte dell’Europa, ecco perchè si riempiono così facilmente. Ogni frazione della mia terra ha adottato un rifiuto. A Parete, vicino Caserta, un contadino mentre sta arando trova della carta moneta, lire tagliuzzate, un rifiuto speciale...”.

Saviano ha denunciato il fatto che “16 anni di emergenza, non è più emergenza” e ha poi ricostruito le vicende che hanno portato alla situazione di oggi: “Il primo motivo è politico, il sistema dei rifiuti è basato sulle discariche, ma se si facesse la raccolta differenziata nelle discariche ci sarebbe il 35% rifiuti, invece a Napoli è l’85%, e non è colpa della gente, in verità “a qualcuno conviene che il meccanismo non vada”.

C’è stata, denuncia lo scrittore “una politica disastrosa, di centrodestra e di centrosinistra, Rastrelli, Bassolino, Catenacci, De Gennaro, Bertolaso, tutti hanno fallito” ma “l’emergenza rifiuti ha generato 8 miliardi di euro in 10 anni, 750milioni di euro all’anno, una massa di denaro enorme, su cui la politica ha speculato, ha creato clientele, chi ha guadagnato è un’azienda, una delle più grandi di Italia e d’Europa: la camorra, le ecomafie con il traffico illegale di rifiuti hanno fatturato oltre 20 miliardi di euro, pari a quello di Telecom, 10 volte più di Benetton”.

“A Villaricca nel 1989 si incontrarono camorristi, politici, imprenditori, massoneria deviata e decidono di intombare i rifiuti, i camorristi finanziano le campagne elettorali purchè i politici tacciono”, spiega Saviano che ricostruisce il sistema con il quale “i rifiuti diventano legali, il giro di bolle, la camorra vince perchè fa i prezzi migliori. Per un’azienda la voce ‘smaltimento rifiuti tossici è pesante, nessuno vuole pagare 62 centesimi al chilo, la camorra per otto centesimi ti risolve tutto, la camorra li prende e ci guadagna due volte perchè rivende i rifiuti tossici come fertilizzante”. Infine Saviano ha mostrato l’elenco delle inchieste che dal 2003 hanno dimostrato come i rifiuti tossici siano arrivati in Campania, un sistema attraverso il quale alla fine “ci guadagnano tutti, la politica, l’impresa, i criminali”.

Roberto Saviano parlando di come i rifiuti tossici del Nord finiscano puntualmente in Campania, come dimostrano le inchieste giudiziarie degli ultimi sette anni.

Critica i politici che accusano il Mezzogiorno. “Ragionare come fanno alcuni politici del Nord che dicono ‘non vogliamo la vostra spazzatura’, ‘sono problemi di Napoli’, siete voi che non sapete fare’, è da codardi, miopi o in mala fede”, ha detto lo scrittore, perchè “le tonnellate di rifiuti che arrivano dal Nord rendono unite le parti di questo paese, la spazzatura per strada non c’è solo per incapacità politica, ma perchè camion pieni di rifiuti tossici scendono da nord a sud”.

“Silvio Berlusconi solo negli ultimi due anni, per sette volte, dichiara che la crisi dei rifiuti è risolta” ma oggi a Napoli “c’erano 3mila tonnellate di spazzatura e 8mila in tutta la provincia”. Roberto Saviano conclude così il suo intervento a Vieni via con me sul tema dei rifiuti. Mentre poco prima il regista Gabriele Salvatores aveva letto l’elenco delle dichiarazioni del premier: “1 luglio 2008, problema risolto, 18 luglio 2008 ‘l’emergenza è superata’, 26 marzo 2009, ‘è una data storica per la Campania con l’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra’, 30 settembre 2010 ‘il governo ha completamente risolto il problema’, 22 ottobre 2020, ‘entro dieci giorni la situazione tornerà normale a Terzingo’, 28 ottobre 2010 ‘fra tre giorni a Napoli non ci saranno più rifiuti’, 2 novembre 2010 ‘abbiamo risolto tutto in pochi giorni’.


Ed ora torniamo alla nostra città...

Mercoledì 10 marzo 2010 pubblicammo il seguente post: 

Solo 13 giorni più tardi e cioè martedì 23 marzo 2010 la tariffa rifiuti aumentò nuovamente:  
COLLEGNO: TARIFFA RIFIUTI, QUEST'ANNO L'AUMENTO VOLA AL 17,4%

Oggi apprrendiamo dal giornale LA STAMPA che la tariffa aumenta del 25%:

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venerdì, novembre 19, 2010

TORINO: 'NDRANGHETA, ARRESTATO DOMENICO GIORGI: INIZIO' LA FAIDA DI SAN LUCA


Domenico Giorgi, 28 anni, era scappato al Nord per sfuggire alla sanguinosa guerra costata molte decine di morti

TORINO
Fece cominciare la faida di San Luca, sanguinosa geurra della 'ndrangheta calabrese, uccidendo senza pietà Salvatore Favasuli, freddato a Casignana il 6 gennaio 2005. I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria adesso hanno arrestato l'assassino seguendo le sue tracce fino alle porte di Torino. E' Domenico Giorgi, 28 anni, pregiudicato, ritenuto affiliato alle famiglia Giorgi-Boviciani e degli Strangio-Jancu protagoniste della faida di San Luca.

Il giovane è stato arrestato a Rivalta, piccolo centro a pochi chilometri dal capoluogo torinese. È un episodio che di fatto ha segnato la riapertura della sanguinosa faida di San Luca. L'omicidio di Salvatore Favasuli, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe da inserire in un contesto mafioso, ma anche passionale. E ha dato origine ad una serie di vendette incrociate che sono sfociate nella faida di San Luca, una delle più sanguinarie della storia della 'ndrangheta, con decine e decine di morti ammazzati.

Domenico Giorgi viveva da tempo a Rivalta e il suo allontanamento dalla Calabria sarebbe legato alla volontà di sottrarsi a possibili vendette nell'ambito della faida. La cosca dei Giorgi, detta dei "Boviciani", è collegata a quella degli Strangio, alleata con i Nirta nella faida contro i Pelle-Vottari, che nello scontro rappresentano il gruppo perdente. La faida di San Luca culminò, nel giorno di Ferragosto del 2007, con la strage di Duisburg in Germania, in cui furono uccise sei persone.

Tratto da LA STAMPA

giovedì, novembre 18, 2010

SAVIANO: I MOVIMENTI DELL'NDRANGHETA NEL NORD ITALIA ED I SUOI INTERLOCUTORI POLITICI (LEGA NORD)

ROBERTO SAVIANO ci spiega l'origine delle mafie (leggenda dei tre cavalieri), le sue regole ferree, ci fa vedere come avviene il rito di affiliazione ad un'organizzazione malavitosa.
Ma SOPRATTUTTO ci spiega dettagliatamente i movimenti dell'NDRANGHETA nel NORD ITALIA e ci dice con chi interloquisce per avere FAVORI POLITICI (LEGA NORD).

Video tratto dalla trasmissione "Vieni via con me".


Botta e risposta tra Roberto Saviano ed il Ministro dell'Interno Roberto Maroni

mercoledì, novembre 17, 2010

GTT: SCIOPERO VENERDI' 19 NOVEMBRE 2010


Le Organizzazioni Sindacali FAISA-FAST-ORSA hanno indetto uno sciopero aziendale di 4 ore per la giornata di venerdì 19 novembre 2010.
Pertanto il servizio non potrà essere garantito nelle fasce orarie interessate dallo sciopero, come sotto specificate:
 
  • Servizio urbano e suburbano della Città di Torino (escluse le linee 43, 46b e 19): dalle ore 15.00 alle ore 19.00
  • Metropolitana: dalle ore 15.00 alle ore 19.00
  • Autolinee extraurbane e linee 43, 46b e 19 del servizio urbano della città di Torino: dalle ore 10.30 alle ore 14.30
  • Ferrovie: dalle ore 18.00 a fine servizio

Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro l'orario di inizio dello sciopero.

martedì, novembre 16, 2010

VIENI VIA CON ME: BERSANI E FINI A CONFRONTO, UN BEL MOMENTO DI DEMOCRAZIA


Grazie ad un bel momento di democrazia, cioè il semplice elenco dei valori della destra e della sinistra italiana, letto da due dei suoi principali esponenti, Gianfranco Fini (FLI) e Pierluigi Bersani (PD), la trasmissione "Vieni via con me" fa il boom di ascolti. Il programma di Saviano e Fazio raggiunge il 30% di share (9 milioni di telespettatori e uno share medio del 30,2%).
Quanto è bella la democrazia...

La parola a Pierluigi Bersani (PD) e Gianfranco Fini (FLI): 

domenica, novembre 14, 2010

BERSANI: "AL VOTO CON FINI? NON E' ESCLUSO"

Il segretario Pd: resta difficile, ma se Berlusconi imbocca una deriva autoritaria bisognerà far qualcosa
 
CARLO BERTINI
ROMA

Una premessa la fa subito, «certo è difficile...», poi però Pierluigi Bersani aggiunge una postilla che fa capire come in questa fase nella plancia di comando del Pd non si esclude nulla, neanche un’alleanza da Fini a Vendola, insomma con tutti quelli del nascituro Terzo Polo che non vogliono rischiare di veder tornare al governo Berlusconi e Bossi. Un’alleanza improbabile e allo stato non nelle disponibilità del leader del Pd, visto che tale opzione, esclusa da Vendola, non rientra nel novero di quelle per ora prese in considerazione dal leader del Fli. Senza contare che al momento Casini sembra intenzionato in caso di voto ad andare da solo dentro il terzo polo insieme a Fini.

Certo, la prima opzione sul campo è quella di un governo di transizione, senza Pdl e Lega, che cambi la legge elettorale e vari due misure su fisco e occupazione, per poi tornare a votare. Ma se le cose andassero diversamente, il Pd potrebbe uscire allo scoperto e caldeggiare quella “Santa alleanza” invisa a Veltroni ma evocata a Cortona da Dario Franceschini e rilanciata proprio ieri dal capogruppo Pd nella sua intervista al Corriere. Ecco la postilla buttata lì dal segretario prima di prendere l’aereo per Milano al termine del suo «primo vero Porta a Porta» insieme a Nicola Zingaretti nella borgata romana di Pietralata: «Dario ha rilanciato un’alleanza con tutti dentro, da Fini a Vendola? Beh sì, bisogna lanciare pure quei messaggi lì... Certo sarebbe difficile. Però attenzione, bisogna vedere cosa fa Berlusconi. Se lui rilancia sui temi costituzionali...», cioè, prefigurando una deriva autoritaria e chiedendo più potere per lui in caso di vittoria, ecco «in quel caso bisogna valutare pure questa cosa».

Insomma, se come dice un alto dirigente del Pd, «finiamo in quel clima da guerra civile annunciato dal Cavaliere, e quando tenteremo di formare un governo tecnico ci finiremo di sicuro, diventerà più credibile un’alleanza di emergenza per evitare che lui vinca». E che il tema sia spinoso lo dimostra la strana frase pronunciata dal leader Pd dal palchetto improvvisato in mezzo ai casermoni di Pietralata: «Noi traguardiamo», dice proprio così Bersani alludendo al traguardo elettorale, «ad un’alternativa basata sulle forze di centrosinistra che si prendono una responsabilità seria di governo, perchè l’Unione non la facciamo più. Un’alternativa che si rivolge anche alle forze di opposizione che si dichiarano di centro», cioè il terzo polo di Fini, Casini e Rutelli, guarda caso riuniti insieme a convegno in una sala romana con gli ex diniani.

E l’hanno capito pure i «compagni» della sezione di Pietralata, che non fanno tante distinzioni tra governo tecnico e alleanza elettorale. «Annamo con Fini? Ma vaffa...!», si fa scappare un’anziana comunista tra scoppi di risate, soffocate da un giovane compagno che le tappa la boccca con la mano prima che esca la parolaccia: «Stai bona, che famo diventà comunista pure lui!». «Magara, magara!», ribatte l’ottuagenaria. E uno scambio di battute sul filo dell’ironia svela pure quanto il popolo del Pd ad una vittoria in campo da soli non faccia troppo affidamento: Bersani scambia due chiacchiere in casa di una coppia di precari senza lavoro, per dare un minimo di iconografia mediatica al «porta a porta». Vi ha convinto?, chiede il videomaker Zoro, celebre per le sue incursioni su RaiTre. «Noi semo già convinti, ma semo come la Roma, non vinciamo mai!».

E anche l’applauso più sentito dei duecento borgatari assiepati sotto il palchetto arriva quando il leader urla «Berlusconi vada a casa, la più lontana delle 15 che ha!». Per sfoderare subito una prova di orgoglio personale nel dire «a quelli che ci fanno le prediche su come si fa l’opposizione» che «se siamo arrivati a questo punto è perché noi abbiamo lavorato sulle contraddizioni del centrodestra». E con un intercalare emiliano nel cuore di Pietralata, l’altro punto d‘orgoglio è che «io il mio nome nel simbolo non lo voglio mica, nè! E non abbiamo paura del voto, di niente nè, solo di dover stare un altro giro con questi qui». Da qui l’avvertimento, «guardate che senza il Pd l’alternativa non si fa e ci teniamo Berlusconi».

Applausi, autografi ai bambini e prima di salire in auto, Bersani si concede pure un giro di liscio con le vecchiette del centro anziani che se lo contendono sulle note di Romagna mia...

Tratto da LA STAMPA

giovedì, novembre 11, 2010

COLLEGNO: C.SO FRANCIA CHIUSO AL TRAFFICO IN DATA 14 NOVEMBRE 2010

14 novembre: "Turin Marathon" chiuso al traffico c.so Francia (carreggiata da Rivoli a Torino e attraversamenti) - dalle ore 10.00.

  
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mercoledì, novembre 10, 2010

COLLEGNO: SVINCOLO TANGENZIALE CHIUSO PER LAVORI DAL 10 NOVEMBRE

Collegno - Viabilità "Chiuso per lavori dal 10 novembre lo svincolo di Collegno sulla Tangenziale di Torino".

Mappa:
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Comunicato Stampa:
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IL GOVERNO CADE TRE VOLTE, FLI VOTA CON L'OPPOSIZIONE

 
ROMA (Reuters) - Il governo è stato battuto tre volte nelle votazioni alla Camera dove è in corso l'esame delle mozioni sulle intese con la Libia per il respingimento degli immigrati clandestini.

In tutte e tre le votazioni è stato determinante il voto di Futuro e libertà, il gruppo guidato dal presidente della Camera Gianfranco Fini.

Prima l'aula ha votato, con il parere contrario del governo, un emendamento del Pd alla mozione di maggioranza.

A quel punto la maggioranza ha deciso di ritirare il testo, ma Futuro e libertà ha fatto propria la mozione.

Il testo è stato quindi approvato, contro il parere del governo.

Poco prima però, l'aula aveva votato a favore anche di una mozione presentata dall'Udc, sempre in contrasto con l'orientamento dell'esecutivo.

Tratto da REUTERS ITALIA

martedì, novembre 09, 2010

COLLEGNO: BANDO PUBBLICO "INVESTI SUL LAVORO", 10 TIROCINI FORMATIVI

Bando Pubblico di selezione per il progetto "Investi nel lavoro" di n. 10 tirocini formativi e di orientamento, in azienda - entro le ore 12.00 dell’8 novembre 2010
 
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giovedì, novembre 04, 2010

IL CONSIGLIERE DI FILIPPO RESPONSABILE FLI SETTORE GIOVANI PER TORINO E PROVINCIA

L'estate scorsa il Consigliere Comunale di Collegno Andrea Di Filippo prima di partire per le vacanze decise di comprare e portare con se il libro del Presidente della Camera On. Gianfranco Fini "IL FUTURO della LIBERTA' " e leggerlo attentamente per capirne il pensiero, non sapendo che pochi mesi più tardi sarebbe diventato il responsabile giovanile di Torino e Provincia dell'omonimo partito "FUTURO e LIBERTA' per l'ITALIA".

Il Consigliere Comunale Andrea Di Filippo in aeroporto prima di partire per le vacanze.

Di seguito riportiamo il comunicato stampa dell'On.Maria Grazia Siliquini relativo all'assetto del Partito "Futuro e Libertà per l'Italia" in Piemonte: con orgoglio evidenziamo la presenza nello staff di un collegnese doc, il Consigliere Comunale Andrea Di Filippo che è stato nominato responsabile del settore giovanile ed al quale porgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro.


FLI – COMITATO REGIONALE DI COORDINAMENTO PIEMONTE 1 – TORINO E PROVINCIA


COMUNICATO STAMPA


Siliquini (FLI): “ALLA GUIDA DI FUTURO E LIBERTA’ PER L’ITALIA IN TORINO E PROVINCIA (COLLEGIO PIEM.1) PER UNA NUOVA STAGIONE POLITICA IN PIEMONTE” TORINO


4 NOV. 2010 – Maria Grazia Siliquini, componente del comitato regionale di coordinamento di FLI per il Piemonte, insieme all’On.le Rosso e al Sen. Menardi, e unica responsabile di FLI per Torino e provincia (Collegio Piemonte 1), ha dichiarato: “Nel presentare oggi altri amministratori locali che hanno scelto di aderire a FLI a Torino e Provincia, formulo a loro il mio benvenuto e quello di tutti gli aderenti al nostro movimento sul territorio, con l’augurio di buon lavoro per il prossimo futuro. La mia attività su Torino e Provincia continuerà come abbiamo fatto in questi mesi, partendo dal grande lavoro svolto dai circoli in Piemonte. Si apre una nuova stagione per la politica piemontese: da oggi FLI, infatti, è presente anche al Comune di Torino, ed è guidata dal capogruppo Avv. Ennio Galasso, consigliere autorevole e apprezzato dalla comunità torinese, che ha scelto di condividere con noi questo percorso”.

L’On.le Siliquini ha dichiarato, ancora: “In qualità di coordinatrice responsabile del Piemonte 1 (Torino e Provincia) lavorerò con Raffaele Corapi, che ho indicato quale vice coordinatore di Torino e Provincia, già consigliere comunale e attuale coordinatore della consulta del lavoro FLI.
E’ stato costituito l’ufficio comunicazione territoriale relativo a Torino e provincia, coordinato dall‘Avv. Gianluca Pontalto -già responsabile provinciale di Generazione Italia- che è stato chiamato a svolgere il ruolo di portavoce unico di FLI sul territorio. L’ufficio stampa, è stato affidato al consigliere circoscrizionale del comune di Torino Angelo D’Acunto, che è pertanto il responsabile della comunicazione per FLI”.

“L’avvio dell’organizzazione del comitato del settore giovanile di FLI per Torino è stata affidata al consigliere comunale di Collegno Andrea Di Filippo e al consigliere circoscrizionale del comune di Torino Angelo D’Acunto, coordinati da Edoardo Zarrillo ed Elena Isella, già militanti -questi ultimi- in Generazione Italia”.

“Il lavoro che abbiamo affrontato sin da aprile 2010 in Piemonte -ha dichiarato Siliquini – ha portato la nostra regione ad essere una tra quelle più attive e recettive a livello nazionale: ai primi di ottobre avevamo 45 amministratori locali che avevano dichiarato la loro appartenenza a FLI, costituendo il gruppo nel consiglio di appartenenza. Oggi, raggiungiamo quasi la quota 100, già attivi in Generazione Italia e che confluiranno in FLI, e il trend è in aumento. Ma la risposta più straordinaria, avuta in questi mesi, è quella proveniente dal territorio, con i circoli di Generazione Italia e Area Nazionale (i due movimenti di area finiana) che -ad oggi in tutta la regione- sono oltre 80, ai quali si aggiungono centinaia di iscritti con adesioni spontanee tramite il web: un successo dal quale oggi vogliamo partire per affrontare le sfide elettorali del futuro che ci attendono a Torino e provincia.”

“Il Piemonte -ha proseguito Siliquini- si presenterà alla prima convention di Futuro e Libertà per l’Italia, in programma a Perugia sabato 6 e domenica 7, con un proprio documento, elaborato dagli iscritti e dai circoli, che porrà la “questione del nord“ tra le priorità da inserire tra le tematiche che andranno a comporre il manifesto programmatico di FLI che verrà elaborato in questa occasione, oltre ai temi relativi alla sicurezza, alla salute, all’occupazione, quelli legati al nostro territorio e alle comunità montane, sino alle proposte per lo statuto di FLI.

mercoledì, novembre 03, 2010

GTT: CONTRIBUTO PER TRASPORTO, BIENNIO SCUOLE SUPERIORI



3 dicembre 2010 – ultimo giorno per presentare la richiesta di contributo

    * lettera alle famiglie
    * modulo

info:  
Villa Comunale – Via Torino 9 – 10093 Collegno
Tel. 011/401.58.52-53-69 Fax 011/401.58.74
e-mail: claudio.giordana@comune.collegno.to.it
 
Orario: 
Lunedì: 8,30 – 13,00; 
Giovedì: 9,00 – 17,00; 
Venerdì: 9,00 – 12,00

martedì, novembre 02, 2010

FACEBOOK: LA POLIZIA CI SPIA

di Giorgio Florian 
(28 ottobre 2010)

Un patto segreto con il social network. Che consente alle forze dell'ordine di entrare arbitrariamente e senza mandato della magistratura in tutti i profili degli utenti italiani. Lo hanno appena firmato in California

Negli Stati Uniti, tra mille polemiche, è allo studio un disegno di legge che, se sarà approvato dal Congresso, permetterà alle agenzie investigative federali di irrompere senza mandato nelle piattaforme tecnologiche tipo Facebook e acquisire tutti i loro dati riservati. In Italia, senza clamore, lo hanno già fatto. I dirigenti della Polizia postale due settimane fa si sono recati a Palo Alto, in California, e hanno strappato, primi in Europa, un patto di collaborazione che prevede la possibilità di attivare una serie infinita di controlli sulle pagine del social network senza dover presentare una richiesta della magistratura e attendere i tempi necessari per una rogatoria internazionale. Questo perché, spiegano alla Polizia Postale, la tempestività di intervento è fondamentale per reprimere certi reati che proprio per la velocità di diffusione su Internet evolvono in tempo reale.

Una corsia preferenziale, insomma, che potranno percorrere i detective digitali italiani impegnati soprattutto nella lotta alla pedopornografia, al phishing e alle truffe telematiche, ma anche per evitare inconvenienti ai personaggi pubblici i cui profili vengono creati a loro insaputa. Intenti forse condivisibili, ma che di fatto consegnano alle forze dell'ordine il passepartout per aprire le porte delle nostre case virtuali senza che sia necessaria l'autorizzazione di un pubblico ministero. In concreto, i 400 agenti della Direzione investigativa della Polizia postale e delle comunicazioni potranno sbirciare e registrare i quasi 17 milioni di profili italiani di Facebook.

Ma siamo certi che tutto ciò avverrà nel rispetto della nostra privacy? In realtà, ormai da un paio d'anni, gli sceriffi italiani cavalcano sulle praterie di bit. Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e persino i vigili urbani scandagliano le comunità di Internet per ricavare informazioni sensibili, ricostruire la loro rete di relazioni, confermare o smentire alibi e incriminare gli autori di reati. Sempre più persone conducono in Rete una vita parallela e questo spiega perché alle indagini tradizionali da tempo si affianchino pedinamenti virtuali. Con la differenza che proprio per l'enorme potenzialità del Web e per la facilità con cui si viola riservatezza altrui è molto facile finire nel mirino dei cybercop: non è necessario macchiarsi di reati ma basta aver concesso l'amicizia a qualcuno che graviti in ambienti "interessanti" per le forze dell'ordine.

A Milano, per esempio, una sezione della Polizia locale voluta dal vicesindaco Riccardo De Corato sguinzaglia i suoi "ghisa" nei gruppi di writer, allo scopo di infiltrarsi nelle loro community e individuare le firme dei graffiti metropolitani per risalire agli autori e denunciarli per imbrattamento. Le bande di adolescenti cinesi che, tra Lombardia e Piemonte, terrorizzano i connazionali con le estorsioni, sono continuamente monitorate dagli interpreti della polizia che si insinuano in Qq, la più diffusa chat della comunità. Anche le gang sudamericane, protagoniste in passato di regolamenti di conti a Genova e Milano, vengono sorvegliate dalle forze dell'ordine. E le lavagne degli uffici delle Squadre mobili sono ricoperte di foto scaricate da Facebook, dove i capi delle pandillas che si fanno chiamare Latin King, Forever o Ms18 sono stati taggati insieme ad altri ragazzi sudamericani, permettendo così agli agenti di conoscere il loro organigramma.

Veri esperti nel monitoraggio del Web sono ormai gli investigatori delle Digos, che hanno smesso di farsi crescere la barba per gironzolare intorno ai centri sociali o di rasarsi i capelli per frequentare le curve degli stadi. Molto più semplice penetrare nei gruppi considerati a rischio con un clic del mouse. Quanto ai Carabinieri, ogni reparto operativo autorizza i propri militari, dal grado di maresciallo in su, ad accedere a qualunque sito Internet per indagini sotto copertura, soprattutto nel mondo dello spaccio tra giovanissimi che utilizzano le chat per fissare gli scambi di droga o ordinare le dosi da ricevere negli istituti scolastici. Mentre, per prevenire eventuali problemi durante i rave, alle compagnie dei Carabinieri di provincia è stato chiesto di iscriversi al sito di social networking Netlog, dove gli appassionati di musica tecno si danno appuntamento per i raduni convocando fans da tutta Europa. A caccia di raver ci sono anche i venti compartimenti della Polizia postale e delle comunicazioni, localizzati in tutti i capoluoghi di regione e 76 sezioni dislocate in provincia.


"Il nostro obiettivo è quello di prevenire i rave party prima che abbiano inizio", spiegano, "e per questo ci inseriamo nelle comunicazioni tra organizzatori e partecipanti, nei social network, nei forum e nei blog". Così può capitare che anche chi ha semplicemente partecipato ad una chat per commentare un gruppo musicale finisca per essere radiografato a sua insaputa.

In teoria queste attività sono coordinate dalle procure che conducono le indagini su singoli fatti o su fenomeni più ampi. I responsabili dei social network non ci tengono a farlo sapere e parlano di una generica offerta di collaborazione con le forze dell'ordine per impedire che le loro piattaforme favoriscano alcuni delitti.

Un investigatore milanese rivela a "L'espresso" che, grazie alle autorizzazioni della magistratura, da tempo ottiene dai responsabili di Facebook Italia di visualizzare centinaia di profili riservati di altrettanti utenti, riuscendo persino ad avere accesso ai contenuti delle chat andando indietro nel tempo fino ad un anno. Chi crede di aver impostato le funzioni di riservatezza in modo da non permettere a nessuno di vedere le foto, i post e gli scambi di messaggi con altri amici, in realtà, se nel suo gruppo c'è un sospetto, viene messo a nudo e di queste intrusioni non verrà mai a conoscenza.

E non sempre l'autorità giudiziaria viene messa al corrente delle modalità con cui vengono condotte alcune indagini telematiche. Un ufficiale dei Carabinieri, che chiede di rimanere anonimo, ammette che certe violazioni della legge sulla riservatezza delle comunicazioni vengono praticate con disinvoltura: "Talvolta", spiega l'ufficiale "creiamo una falsa identità femminile su Fb, su Msn o su altre chat, inseriamo nel profilo la foto di un carabiniere donna, meglio se giovane e carina, e lanciamo l'esca. Il nostro carabiniere virtuale tenta un approccio con la persona su cui vogliamo raccogliere informazioni, magari complimentandosi per un tatuaggio. E in men che non si dica facciamo parte del suo gruppo, riuscendo a diventare "amici" di tutti i soggetti che ci interessano".

Di tutta questa attività, spiega ancora l'ufficiale, "non sempre facciamo un resoconto alla procura e nei verbali ci limitiamo a citare una fantomatica fonte confidenziale". Da oggi, in virtù dell'accordo di collaborazione con Mark Zuckerberg siglato dalla Polizia, chi conduce queste indagini potrà fare a meno di chiedere avvisare un magistrato perché "la fantasia investigativa può spaziare", prevede un funzionario della Polposta, "e le osservazioni virtuali potranno essere impiegate anche in indagini preventive".