venerdì, giugno 11, 2010

TORINO: GRANDI CORSI A SENSO UNICO, UN'IDEA DI CHIAMPARINO


Il sindaco: «Come a Madrid: il traffico sarebbe più fluido e costante»
EMANUELA MINUCCI

TORINO


Sul muro della Sala dell’Orologio di Palazzo Civico scorrono le immagini del nuovo «Pums»: il Piano urbano della mobilità sostenibile. Il traffico che verrà, per capirci, di qui ai prossimi quindici anni. Lo ha presentato ieri a tutta la giunta l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero. E subito il sindaco pone una domanda: «Ma che fine ha fatto il mio progetto di trasformare i grandi corsi in arterie a senso unico?». Diligente, Sestero: «E’ una bella suggestione, qui non ne abbiamo ancora tenuto conto perché ci sono solo le linee guida, ma ci lavoreremo su».

Una battuta? Assolutamente no. Quando la presentazione del nuovo «Pums» termina (un turbinio di dati, tabelle e slide) il primo cittadino, attorniato dai cronisti, conferma la sua anticipazione: «A Madrid, in Spagna in generale, la grande viabilità è composta di corsi a senso unico. Il traffico procede più fluido e costante, e Torino, per la sua particolare conformazione viaria si presta molto bene». E aggiunge: «Si tratta di usare un corso in un senso, magari corso Re Umberto in una direzione e Galileo Ferraris in un’altra». E conclude: «Non è facile, e certo non è un progetto di breve periodo e facile da realizzare anche perché scatenerebbe il dissenso dei commercianti, ma intanto vale la pena di studiarci su».

Desideri del sindaco a parte nei quattro libri del «Pums» c’è davvero una nuova filosofia della viabilità: il traffico diventa inscindibile dall’eco-sostenibilità. Tutto ciò è messo in relazione con le 7 linee di indirizzo approvate dal Consiglio Comunale nel luglio del 2008: garantire e migliorare l’accessibilità al territorio cittadino, garantire l’accessibilità per le persone, migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano, favorire l’uso del trasporto collettivo, garantire sicurezza ed efficienza alla viabilità, utilizzare tecnologie innovative e governare l’applicazione del piano (con confronti periodici, campagne informative, sito Internet, indagini periodiche sulla mobilità e sulla qualità del trasporto pubblico). Ed ecco che sotto corso Moncalieri rispuntano i famosi due sottopassi leggeri (sotto la Gran Madre come sotto corso Vittorio), le isole pedonali diventano una quota obbligatoria cui i presidenti di circoscrizione (il 30 per cento del territorio del quartiere), le vie e le corsie riservate si moltiplicano, e aumenta il monitoraggio del traffico (e dello smog) attraverso il sistema 5T e le centraline dell’Arpa. «Insomma, la parola d’ordine di questo piano - ha spiegato l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero - sarà migliorare la viabilità come la qualità ambientale: dando la priorità al mezzo pubblico e agli spostamenti di ciclisti e pedoni». Nella zona centrale sono previste diverse riqualificazioni e anche il rumore verrà tenuto sotto controllo stretto: «Abbiamo qui la mappatura delle zone più disturbate - ha spiegato Sestero - su cui interverremo impiegando asfalto fonoassorbente e diminuendo i flussi del traffico». Un libro dei sogni insomma? Più che altro un piano di cui Torino, come tutte le metropoli , doveva dotarsi per forza. E per legge. Sennò addio finanziamenti regionali e statali. Altro che sogni.

tratto da lastampa.it

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