giovedì, dicembre 02, 2010

SERIE A: SCIOPERO DEI CALCIATORI, UNO SCHIAFFO ALLA REALTA'

Questo "sciopero" a nostro avviso umilia la dignità di chi non riesce ad arrivare a fine mese (precari, disoccupati, cassaintegrati e di TUTTI i lavoratori).



IL CROLLO DELLA PAROLA “SCIOPERO”

di Samuel Gigli

Per sciopero si intende l'astensione collettiva dal lavoro di lavoratori dipendenti allo scopo di rivendicare diritti, per motivi salariali, per protesta o per solidarietà.
Il salario o stipendio che viene detratto è proporzionale alla sospensione lavorativa.

Questa è la definizione che, cercando su Wikipedia, ho trovato della parola sciopero. Ma non la trovo pienamente esaustiva, non la trovo corretta se ad utilizzarla è l’AIC (Associazione Italiana Calciatori), associazione che rappresenta la categoria che percepisce gli stipendi più remunerati del paese, associazione che non sa neanche motivare in modo preciso le motivazione dello sciopero rimandando tutto a un comunicato in cui si parla solo di “nuovo regime contrattuale”.
Allora, visto che le motivazioni e le informazioni non ci vengono fornite, le andiamo a ricercare nel mare di Internet, così la prima cosa che affrontiamo è il contratto della discordia nei suoi 8 punti :
1.    Contratto flessibile con introiti legati ai risultati. L’Aic lo vuole flessibile solo al 50%, la Lega di serie A lo vuole per intero, compresa l’automatica riduzione degli stipendi in caso di retrocessione in serie B;
2.    Professionalità al 100%. Secondo la Lega il calciatore deve fare solo il calciatore, per l’Aic è libero di svolgere un’altra professione durante il tempo libero;
3.    Il comportamento dev’essere rigido ed eticamente irreprensibile per la Lega anche fuori dall’orario di gioco o allenamento, mentre per l’Aic i calciatori devono essere liberi di fare quello che vogliono durante il tempo libero;
4.    Le terapie fisiche devono rimanere circoscritte allo staff del club per la Lega, mentre per l’Aic i calciatori possono farsi curare da chi vogliono (come già avviene con gli specialisti come Martens che cura i più grandi campioni di qualsiasi club);
5.    Le sanzioni per la Lega devono essere pagate dal club in modo automatico, per l’Aic invece bisogna sempre rimettersi alla decisione del collegio arbitrale. Inoltre l’Aic vuole avere mano libera nelle sanzioni ai propri calciatori, svincolandole dall’ingaggio (attualmente non si può superare il 30% dello stipendio);
6.    Il presidente del collegio arbitrale dev’essere scelto esternamente dalla Lega; tramite sorteggio interno dall’Aic;
7.    Per la Lega un allenatore può allenare una squadra in due gruppi distinti, per l’Aic i calciatori devono invece stare tutti uniti;
8.    Il punto più dibattuto è l’ultimo, quello dei trasferimenti. Per la Lega un calciatore non può rifiutare il trasferimento ad un club dello stesso livello di quello in cui si trova attualmente e che gli garantisca lo stesso stipendio, se il suo club di appartenenza si accorda per la vendita del cartellino. In caso di rifiuto, il contratto si intende rescisso automaticamente con una multa da pagare da parte del calciatore che ammonta al 50% del suo stipendio. L’Aic si oppone totalmente a quest’iniziativa.
Da una attenta lettura si può notare come il CONI, organismo che ha risentito della crisi come tutto il paese, stia cercando di ridurre i costi di un giocattolo che, negli ultimi anni, è diventato troppo scialacquatore, che ha perso in consenso (vedi il calo degli abbonamenti, non solo causati dalla tessera del tifoso) che sta perdendo di credibilità!

Dalla parte dell’AIC la questione, pare, non è di poco conto perché sui punti di scontro - due, per essere precisi: i giocatori fuori rosa e i trasferimenti coatti - Aic e Lega sono distanti anni luce. Da una parte ci sono calciatori che, ricchi quanto volete, hanno il diritto di difendere diritti sanciti contrattualmente. Dall'altra, invece, ci sono le società, che vorrebbero, chissà se a ragione, poter disporre come gli pare dei loro dipendenti. Il che, tradotto, significa metterli fuori rosa specie se non accettano trasferimenti o non discutono rinnovi (già, perché questo è accaduto finora: per capirlo bastino i casi Pandev, Ledesma e Marchetti) e mandarli altrove in caso di scarso rendimento. Altrove e, soprattutto, dove vogliono loro.

Queste sono le ragioni che hanno animato lo scontro da una parte e dall’altra ma cosa penseranno i cassaintegrati di questo “sciopero”? Cosa penseranno i ricercatori di questo “sciopero”? Cosa ne pensi tu?

Penso che sia inaccettabile, perchè in questi mesi di trattative si sarebbe potuto arrivare a un accordo, ma al tavolo le parti erano divise da un muro invalicabile, troppo attente a non ledere i propri interessi piuttosto che venirsi incontro. Agli occhi di un osservatore esterno sembra che il calcio stia tentando di elevarsi sopra tutto e tutti, come se per loro i problemi non esistessero, come se la crisi per loro non fosse mai esistita (perché loro, gli stipendi, li hanno sempre percepiti).

Ascoltando le interviste di alcuni personaggi che militano nell’ambiente del calcio, ci si accorge che, per fortuna, c’è anche chi usa la testa e manda segnali di riflessione, riporto le parole del Presidente del Parma, Ghirardi che, intervistato dalla gazzetta di Parma dice: "Spero che non si arrivi allo sciopero e che  la volontà da ambo le parti, porti dei benefici. Credo che sarebbe vergognoso, in un  momento dell’economia così difficile, parlare di sciopero da  parte dei giocatori e in un mondo dorato come il calcio... Le  parti possono essere distanti ma è necessario riavvicinarsi, come imprenditore penso sia irrispettoso  parlare di sciopero viste le categorie di lavoratori che ci sono  in questo momento in Italia e i calciatori non sono tra queste categorie".

Il pensiero del presidente Ghirardi mi pare sufficientemente esaustivo.

E’ giusto che ogni lettore faccia le proprie considerazioni, è giusto che l’AIC difenda i diritti di chi rappresenta, che il CONI difenda i propri di diritti, ma tutti si ricordino che sono soggetti a DOVERI nei confronti del popolo tifoso e appassionato.

Dimostriamo noi tutti a queste persone che, seppure stimati e talvolta adorati, non possono tenere questi atteggiamenti che, da parte mia, sono totalmente irrispettosi nei confronti di tutti i cittadini, imprenditori e dipendenti, ricercatori, cassaintegrati, studenti, disoccupati, che amano il calcio e le persone che lo animano, ma non per questo sono disposti a subirne decisioni di dubbia eticità.


Fonti:
http://www.gazzettadiparma.it
http://www.wikipedia.org
http://www.calciopro.com
http://www.idealista.it
http://www.ilsecoloxix.it
http://www.calciosport24.it
http://www.sport10.it
http://www.sportmediaset.mediaset.it