BURZI (FI-PDL): TAGLIARE GLI SPRECHI, ALTRIMENTI
“Se venisse approvata la proposta di bilancio della Giunta, la Regione violerebbe il patto di stabilità e sarebbe costretta ad aumentare le tasse ai cittadini”.
“Invece di rispondere nel merito alle nostre proposte - dice Burzi - Giunta e maggioranza imboccano la strada della propaganda. Ma i tagli che noi proponiamo non incidono sul livello di spesa effettiva. Ci siamo limitati a chiedere la riduzione di quegli stanziamenti che lo scorso anno non sono stati utilizzati. E ciò vale soprattutto per gli investimenti, che
Burzi sottolinea ancora la rilevanza del debito regionale, destinato a toccare i 5 miliardi di euro a fine legislatura, essendosi triplicato in cinque anni.
“La Giunta fa spallucce ogni volta che forniamo queste cifre – continua l’esponente azzurro. Ma vorrei chiedere all’assessore Peveraro come si sentirebbe nei panni del manager di un’azienda con 12 miliardi di fatturato e 5 di debiti, che si presentasse, per esempio, alla sede centrale del S.
Nel corso del dibattito in I Commissione è emerso che, se il bilancio di previsione proposto dalla Giunta venisse realizzato, la Regione violerebbe il patto di stabilità interno, che prevede il contenimento delle spese nel limite del più 2,5 % rispetto all’anno precedente, con uno sforamento di 850 milioni “che sarebbe pagato da tutti i piemontesi con l’aumento delle aliquote a carico di imprese e cittadini. Quindi i tagli da fare a questo bilancio sono ancora più robusti di quelli da noi proposti. Invece la Giunta vuole mantenere stanziamenti elevati per fare un bilancio-vetrina, ben sapendo fin da ora che non potrà realizzare se non una parte minima di quanto ha proposto”.
Burzi richiama ancora il tema della sanità “perché proprio ieri abbiamo appreso che il Piemonte è considerato dal governo Prodi una Regione “canaglia”, insieme a Sicilia, Puglia, Calabria, in quanto ha un disavanzo sanitario non coperto per il 2007 di oltre 90 milioni di euro. La Giunta dovrebbe spiegarci come pensa di uscire da questo problema. Non abbiamo ancora visto nessun risultato rispetto alle promesse di migliorare l’efficienza. Forse perché si continua a destinare appena il 3 % della spesa sanitaria agli investimenti”.