"Dinanzi a questo trend preoccupante - continua il capogruppo azzurro - avremmo gioco fin troppo facile a richiamare per l'ennesima volta le inadempienze della Giunta Bresso, alla quale abbiamo sempre imputato - e mai come in questo periodo le cifre ci danno, purtroppo, ragione - la totale assenza di una politica industriale in grado di promuovere lo sviluppo e la competitività del sistema imprenditoriale piemontese. Ma non è questo il momento delle polemiche. Perché il compito di un'opposizione responsabile è anche quello di sopperire alle gravi lacune e inadempienze di politica industriale mostrate, in questi anni, dalla Giunta Bresso. In quest'ottica, lanciamo una sfida alla maggioranza: si predisponga, assieme alla minoranza, un "piano di massima allerta", che trovi nella legge di bilancio e nella finanziaria ad essa collegata le priorità operative. Priorità che devono partire dalla sensibile e improcrastinabile riduzione dell'indebitamento, perché credo che non sfugga a nessuno che un debito fuori controllo rappresenti l'ipoteca maggiore di qualsiasi ipotesi di sviluppo".
"Sul versante delle uscite - aggiunge Burzi - è, poi, necessario intervenire con mano decisa in quei comparti in cui è più aleatoria la ricaduta in termini economici ed occupazionali: penso alle spese discrezionali per il turismo, ai mille rivoli di denaro pubblico per la comunicazione, ai finanziamenti erogati inseguendo visionarie riconversioni energetiche. Se la maggioranza recepirà queste indicazioni dichiariamo sin da ora la nostra disponibilità a votare la manovra".
"Solo così - spiega ancora il capogruppo di Forza Italia - si libereranno, infatti, risorse significative per sostenere due obiettivi: da una parte, la rapida attivazione delle procedure per ottenere finanziamenti comunitari e, dall'altra, la creazione di un fondo di garanzia di secondo livello per l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese. È quanto fatto, ad esempio, dalla rossa Regione Toscana. Oltre a ciò, attraverso una sensibile riduzione dei costi della sanità e, più in generale, della dipendenza pubblica, cui vanno introdotti parametri di efficienza, si potrebbe realizzare un fondo di emergenza, con una dotazione di almeno 500-600 milioni di euro, consci che ogni cifra inferiore risulterebbe uno spreco, perché sottrarrebbe risorse senza rispondere alle necessità dell'economia piemontese. Poi, ci sarà tempo per discutere in Consiglio delle variazioni di bilancio".
Chiediamo alla Giunta di passare dalle pletoriche dichiarazioni di intenti a concrete misure ed interventi - conclude Burzi -. È questione di priorità. E oggi, in Piemonte, la priorità è quella di predisporre un piano in grado di far fronte a previsioni che si annunciano gravide di incognite.