martedì, agosto 25, 2009

IL PDL HA BISOGNO DI UN GRANDE MEA CULPA

Intanto vorremo partire dall'articolo 1 dello statuto del POPOLO DELLA LIBERTA', sperando che chi ne fa parte lo abbia letto almeno una volta nella vita, anche se ne abbiamo dei seri dubbi...

che dice:

Art. 1 - Il Popolo della Libertà

Il Popolo della Libertà è un movimento di donne e uomini che credono nella libertà e vogliono rimanere liberi, e si riconoscono nei valori del Partito dei Popoli Europei: la dignità della persona, le centralità della famiglia, la libertà e la responsabilità, l’uguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà. Il Popolo della Libertà è nato dalla libertà, nella libertà e per la libertà, perché l’Italia, nel rispetto delle sue tradizioni di civiltà e di unità nazionale, sia sempre più moderna, libera, giusta, prospera, autenticamente solidale.
Il Popolo della Libertà riconosce e promuove la più ampia partecipazione popolare alla vita pubblica, sociale e nelle istituzioni; garantisce il rispetto del principio di pari opportunità fissato dall’art. 51 della Costituzione della Repubblica; esalta il riconoscimento del merito e rifiuta discriminazioni personali e sociali di qualunque natura.

Quanto sono belle queste parole, le condividiamo davvero a pieno e cerchiamo ogni giorno di metterle in atto nel migliore dei modi possibile, ma quelli che fanno parte del nostro stesso partito lo fanno o predicano bene e razzolano male???

Sembra proprio che tutto quello che si è scritto nell'Art .1 prima citato sia stato dimenticato a partire dalle candidature...

Il PDL è un grande partito, un grande progetto con delle ottime prospettive per il futuro, e noi che ne facciamo parte dobbiamo lavorare per migliorarlo e se ci sono cose che NON VANNO e NON CONDIVIDIAMO dobbiamo iniziare a DIRLO A GRAN VOCE (in pratica se siamo UOMINI e NON CAPORALI dobbiamo iniziare a tirare fuori gli ATTRIBUTI).

NON POSSIAMO PIU' ACCETTARE che ci siano persone che per questo partito diano l'anima tutti i giorni mettendosi in prima persona a servizio dei cittadini, sacrificando affetti, tempo e denaro per conservare questi VALORI e ve ne siano invece altri che NON fanno nulla e addirittura mettono in RIDICOLO tutto ciò togliendosi l'abito...

Questa è l'ultima delle tante che ci mette in grande imbarazzo e ci fa davvero preouccupare per il futuro... guardate un po':

A quattordici anni apparve nel programma tv di Oscar Di Maio
Francesca Pascale, la bella di Telecafone che ora sogna Montecitorio

(...Se apri un po' il corpino si alza l'auditel, se mostri un po' di coscia si alza l'auditel, se muovi il mandolino si alza l'auditel...)



Consigliera provinciale Pdl con delega ai grandi eventi: «Adoro Berlusconi. Politica e spettacolo? La stessa cosa»

NAPOLI — Sospetta che qualcuno abbia voluto farle un dispetto. Caricando su You­tube spezzoni di videoclip nei quali la consi­gliera provinciale del Pdl napoletano, la ven­tiquattrenne Francesca Pascale, eletta con settemila preferenze, con delega allo sport e agli spettacoli e in attesa di ricevere anche quella ai grandi eventi («Vorrei portare le tradizioni tipiche di Napoli in Europa»), bal­la con Oscar Di Maio, il cabarettista napole­tano diventato famoso come protagonista di Telecafone.

La popolare trasmissione di Telecapri che da anni celebra la goffaggine di un personaggio dal linguaggio pappago­nesco. «Avevo quattordici anni e d’estate mi divertivo», si schermisce la Pascale, oggi collaboratrice dell’ufficio stampa del mini­stero per i Beni culturali — «ricordo con te­nerezza quelle mie partecipazioni. Riguar­darmi oggi mi provoca imbarazzo. Non so chi abbia pubblicato quelle clip». Di recen­te, l’ex valletta del comico napoletano è sta­ta fatta oggetto di articoli giornalistici, per via di alcune foto del 2006 che la ritraggono all’aeroporto assieme ad altre ragazze in par­tenza per Olbia. Ma lei, sgombrando il cam­po da insinuazioni, ha spiegato che quegli scatti fanno riferimento ad una trasferta or­ganizzata per seguire un corso politico a Vil­la Certosa. Di contro, tiene a difendere a spa­da tratta la sua amicizia con Silvio Berlusco­ni, nata da quando capeggiava il comitato giovanile ‘‘Silvio ci manchi’’. Dunque, anche lei vanta un passato da showgirl. «Macché showgirl. Mi piaceva lo spetta­colo. L’ultima volta sono comparsa in tv in una trasmissione che si chiamava Gap ( Ge­nerazione alla prova), in cui si discuteva di temi politici. Ricordo che soltanto io e un ragazzo italoamericano confessammo il no­stro amore per Berlusconi».

E poi?
«Ho partecipato ad alcuni concorsi di bel­lezza. Alle selezioni per Miss Italia, dove vin­si la fascia di... mi sembra si chiamasse Miss Passepartout: consentiva di partecipare alle finali dell’anno successivo. E poi a Miss Grand Prix».

Come le è nata la passione politica?
«A 17 anni. Alla finale di Miss Grand Prix: dovevo vincere io quel concorso. Un giudice mi avvertì: ‘‘Lei ha vinto’’, mi disse, ‘‘porti in alto l’onore di Napoli’’».

Invece?
«I produttori regionali e nazionali si mi­sero d’accordo per far vincere un’altra ragaz­za. Mi arrabbiai. Denunciai l’organizzatore. Andai anche in tv, ospite di Alda D’Eusanio, per far scoppiare il caso. Nella vita ho su­bìto tante altre ingiustizie. Non solo nel mondo dello spettacolo. Da qui, la passione per la politica, per un mondo più giusto».

E la passione per Berlusconi?
«Conobbi Antonio Martusciello, l’ex coor­dinatore regionale di Forza Italia: l’uomo del presidente in Campania. Me lo presentò un mio amico, Enrico Tammaro. Martusciel­lo mi invitò a far parte del movimento gio­vanile. Nello stesso tempo fui eletta rappre­sentante d’istituto. Ho frequentato una scuola con una prevalente presenza comuni­sta: l’istituto d’arte Palizzi di Napoli. Pensi che dopo le stragi dell’11 settembre compar­vero sulle pareti dell’edificio delle caricatu­re di Bush con scritte contro gli Stati Uniti». ...

Berlusconi?
«Sì, sì, arrivo. Il 24 agosto 2004, tornan­do dalle vacanze, con Fulvio Martusciello, per il quale lavoravo, mettemmo in piedi il comitato ‘‘Silvio ci manchi’’: un gruppo di ragazze e ragazzi che seguiva Berlusconi in ogni manifestazione pubblica. Fu un perio­do nero: perdemmo tutte le elezioni».

Per questo il comitato ‘‘Silvio ci man­chi’’ fu sciolto?
«Noooo. È che Silvio non ci manca più: da allora abbiamo vinto tutte le elezioni».

Si dice che il comitato sia fallito anche per via di quel litigio scoppiato tra lei e la sua ex amica, e mancata candidata alle eu­ropee, Emanuela Romano. Vero?
«È lei che ha litigato. Forse le dava fasti­dio che i giornalisti si rivolgessero a me; che Berlusconi mi chiamasse al telefono. Mi chiese di dimettermi da presidente del co­mitato per far posto a lei».

Al termine della manifestazione con Berlusconi al San Carlo, organizzata dal­l’Unione industriali di Napoli, lei inveì con­tro un’altra militante del Pdl che indigna­ta contestò la sua partecipazione al corso di politica in Sardegna a causa dell’effetto suscitato dalla pubblicazione delle foto al­l’aeroporto. «Sì, dava ragione ai manifestanti che vo­levano interrompere la manifestazione del San Carlo e torto a me perché insinuava chissà che cosa avessi fatto in Sardegna».

Cosa pensa della polemica scoppiata in­torno alle veline che dovevano essere can­didate alle europee? «Che si è trattato solo di una polemica. Punto e basta. Inoltre, credo che la storia pri­vata del presidente Berlusconi dovesse ri­manere in famiglia».

Ha conosciuto Noemi Letizia?
«No, mai vista. Ho sofferto tanto durante la mia campagna elettorale per le provincia­li. Il caso Noemi scoppiò proprio in quei giorni, quando il presidente andò alla festa di compleanno a Casoria. Io lo incontrai sol­tanto dopo, in serata, all’hotel Vesuvio».

Si dice che anche lei, in quel periodo, alloggiò al Vesuvio. Una maldicenza?
«È vero, ho alloggiato al Vesuvio per una settimana. Camera 232: lo ricordo ancora. Quel soggiorno mi fu regalato. La mia abita­zione era inagibile, a causa dei lavori di ri­strutturazione. Il regalo arrivò da Gennaro D’Elia, un amico, la cui moglie ha curato la mia campagna elettorale. È tutto certifica­to».

Lei quando conobbe Berlusconi?
«Il 5 ottobre 2004. Lo seguivo come se fosse una rockstar, Bon Jovi. Lo conobbi a Roma, durante un pranzo con gli europarla­mentari. Me lo presentarono Antonio Taja­ni e suo cugino. Arrivai con la maglietta con su scritto: ‘‘Silvio ci manchi’’. E lui: ‘‘Ah, fi­nalmente ti conosco’’».

Da allora, voilà: una scintilla. Amore o cosa?
«Adorazione vera. Ereditata dai miei geni­tori. Mio padre, io ero piccolissima, tornò a casa da Milano e ci parlò di Milano 2 e Mila­no 3 e di questo imprenditore straordina­rio. Mia mamma, che ho perso non molto tempo fa, prima di andarsene mi disse: ‘‘Sa­lutami il presidente’’. Ora, quando sento Berlusconi al telefono o lo incontro a Roma gli chiedo sempre qualche consiglio. Lui mi fa: ‘‘Allora, cosa hai prodotto di buono? Ab­biamo studiato? ».

Suo padre pure ha conosciuto Berlusco­ni?
«Sì, ma dopo di me. In prefettura a Napo­li, al termine di una manifestazione: ha an­che una foto ricordo con il presidente».

Sul suo profilo di Facebook lei si pre­senta come «Berlusconiana convinta e vac­cinata! ». Condivide proprio tutto del pre­mier?
«No, da napoletana sfegatata non condi­vido la sua fede per il Milan. E la sua eccessi­va bontà ».

E del contestatissimo connubio tra spet­tacolo e politica?
«Penso siano ambiti non così distanti. Lo spettacolo come palcoscenico serio serve a divertire e ad educare. La politica è spettaco­lo quotidiano. Poi, c’è lo spettacolo nausea­bondo: il teatrino della politica, quello che monta un caso intorno a Noemi».

Ha un sogno?
«Che la politica non faccia più parte del teatrino». (QUI forse ci starebbe bene il TRIO MEDUSA... sembra proprio una cazzata detta da lei questa risposta o no???)

E quello nel cassetto?
«Che io possa arrivare, un giorno, a sede­re tra i banchi di Montecitorio (DIO ce ne scampi, perfavore). Ma anche un nuovo scudetto per il Napoli. Sono una pati­ta. Vado da sempre allo stadio. In curva, una volta, finii nel bel mezzo di una rissa. Tornai a casa sporca di sangue. Da allora promisi a mia mamma di frequentare il set­tore dei Distinti».

Tiene più per il Napoli o per il Pdl?
«Il Napoli è una fede. Il Pdl un obietti­vo».

Per l’anno prossimo vede meglio Cosen­tino candidato alla Regione o la Carfagna?
«Se Mara accettasse mi farebbe piacere perché è una donna. Con Cosentino avrem­mo un politico di esperienza. Con tutta la stima che nutro per il presidente degli indu­striali Lettieri, preferisco comunque un poli­tico ».

Dove andrà in vacanza?
«In Sardegna, a Porto Cervo... Scherzo. Al­le Eolie. Anche se dalla Sardegna ho ricevu­to tanti inviti».

Da Berlusconi?
«No, lui non andrà. Ho ricevuto inviti da tanti altri amici».

Angelo Agrippa

10 agosto 2009 (ultima modifica: 11 agosto 2009)

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

A questo punto il prossimo anno per la
REGIONE PIEMONTE
vogliamo
ER PIOTTA PRESIDENTE!!!




EVVIVA LA LIBERTA' DI PENSIERO!!!

A TUTTI QUELLI CHE NON CI STANNO PIU' A QUESTO MODO DI FARE POLITICA DICIAMO:

"TIRIAMO FUORI GLI ATTRIBUTI E COMBATTIAMO PER DIFENDERE IL NOSTRO IDEALE!!!"