mercoledì, agosto 26, 2009

174 OPERAI IN MOBILITA': CHIUDE LA LASME, UN'AZIENDA DELL'INDOTTO FIAT DI MELFI

Forse non sapete ancora che DI FILIPPO è originario di LAVELLO (PZ) piccola cittadina della BASILICATA a cui è molto legato e per questo sta seguendo da vicino anche se da lontano le vicende che stanno toccando la chiusura della LASME (azienda dell'indotto FIAT di Melfi).

Sono arrivate alla nostra attenzione delle segnalazioni di questa tristissima vicenda, pubblichiamo qui una testimonianza diretta di un lavoratore della LASME:

"Ciao, l' azienda per cui lavoro, la Lasme 2 ha deciso di buttarci per strada e lo ha fatto vigliaccamente mentre eravamo in ferie. Ora stiamo presidiando i cancelli per evitare che si portino via impianti e materiali. Siamo ben 174 lavoratori a cui nel giro di poche ore hanno tolto lavoro e dignità ma non la voglia di lottare. Oggi giù a San Nicola ci sono 40 °C ma noi ci siamo. Seguite e sostenete la nostra lotta. Consultate anche questo link ed eventualmente aggiungetelo ai vostri siti o blog personali:

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/ferragosto-fabbrica/ferragosto-fabbrica.html"


FIAT: MELFI, CONFINDUSTRIA CONVOCA PARTI SOCIALI PER VERTENZA-LASME




Potenza, 17 AGOSTO 2009. - (Adnkronos) - La Confindustria di Basilicata ha convocato i sindacati lunedi' 24 agosto, alle ore 16, per un incontro in cui si fara' un esame della vertenza della Lasme, l'azienda dell'indotto della Fiat di Melfi (produce alzacristalli per autovetture) che ha avviato le procedure di mobilita' per i suoi circa 174 addetti dal momento che versa in una difficile situazione di mercato. E' il primo risultato del 'pressing' dei lavoratori che stanno tenendo un presidio ad oltranza davanti ai cancelli della fabbrica. Gli operai, insieme alle loro famiglie, hanno trascorso il Ferragosto davanti alla fabbrica nell'area industriale di San Nicola per chiedere alle istituzioni di fare di tutto per impedire la annunciata chiusura dello stabilimento, assistendo anche ad una messa e pranzando in modo collettivo.

Per non fare mancare il divertimento ai bambini, sono state allestite anche delle piscine gonfiabili per il Ferragosto. La vertenza e' seguita passo dopo passo dalla Regione Basilicata. Il presidente della Regione, Vito De Filippo, che ha espresso ''solidarieta' concreta ai lavoratori della Lasme'', ha invocato un intervento del governo nazionale ''per affrontare le criticita' emerse in questo ultimo periodo nel polo industriale lucano''.

http://www.libero-news.it/adnkronos/view/170834


Ai lavoratori della LASME è arrivata la seguente lettera anonima che riportiamo:
LETTERA ANONIMA AGLI OPERAI DELLA LASME PERVENUTA DALLE POSTE DI GENOVA

Di seguito lettera ricevuta in data 19 AGOSTO 2009 indirizzata agli operai della Lasme.
La lettera è anonima.

"Per Vs. opportuna conoscenza riteniamo che due siano i panorami che abbiamo davanti:
1) Il licenziamento è reale e la proprietà sposta tutta la produzione a Chiavari e sul vecchio terreno della Lames farà una operazione immobiliare da milioni.
2) Il licenziamento è coordinato tra Fiat e Lames.
Comunque i Sig. Pellegri non hanno preso molto a cuore la Vostra situazione visto che per tutta l'estate sono andati sulle loro barche e poi in Svizzera, dove studiano 4 dei loro figli, dove hanno case e soldi.
(....)
Certo hanno costruito lì a Melfi con gli aiuti dello stato e ora vi mollano senza lavoro.
Anche a Chiavari sono stufi soprattutto vedendo di persona l'indecende vita condotta dei fratelli.
Non cedete, unitevi ai Liguri, non permettete di aver arricchito chi è già ricco."

La lettera è presente presso il presidio Lasme.



http://presidiolasme.blogspot.com/?psinvite=ALRopfXNeFicQ5DgVHWQbEfvy4qnQxc2KaUt-1ok6Bt5i1X3j1J2v0US61agocGTOaEXgcunz-lVuSHl6CJ2SuF6bBZvChg5Lw


RIPARTE LA FIAT, ATTESA PER LA LASME

Dopo la pausa estiva riapre lo stabilimento e i sindacati sono già pronti a protestare. Oggi un tavolo a Confindustria sui 174 dell'indotto

23 AGOSTO 2009 MELFI - Da lunedì si riparte alla Fiat di Melfi, ma il vero problema è: con quale stato d’animo? Non solo perché fuori dai cancelli rimarranno i 174 lavoratori della Lasme, licenziati dall’azienda dell’indotto nell’ultimo giorno di lavoro, prima delle ferie.
C’è un altro punto di criticità che attende sindacati e tute blu di San Nicola al rientro dalle vacanze: si erano lasciati, lo scorso 8 agosto, promettendo battaglia alla ripresa, contro la decisione dell’azienda di ridurre la pausa estiva da tre a due settimane. L’obiettivo doveva essere recuperare i giorni di lavoro persi, a causa del “senza lavoro” dovuto allo sciopero dell’indotto nei mesi passati. I sindacati non si erano mostrati compatti nella scelta della strategia da opporre alla decisione aziendale. Fim e Fiom si sono dette pronte alla protesta: i metalmeccanici della Cgil hanno già dichiarato lo sciopero mentre la Cisl ha proclamato lo stato di agitazione. Più cauta la Uil che, invece, ha invitato a non cercare lo scontro anche su questo versante, alla chiusura di una stagione che ha minato a fondo i rapporti tra Torino e Melfi. Stati d’animo contrastanti, esaltati ancor di più dagli ultimi accadimenti della zona industriale di San Nicola. Il vero interrogativo in sintesi è questo: ha ancora senso scioperare oggi per il taglio alle ferie mentre i colleghi dell’azienda a fianco hanno perso il lavoro? Quale sentimento potrà accomunare davanti ai cancelli chi non entra in fabbrica per protestare e chi, invece, nello stabilimento in cui ha lavorato per anni non ci può più mettere piede? Dall’altro lato ci sono le altrettanto legittime ragioni di chi crede che rinunciare alla lotta equivalga ad “abbassare la testa”, in un momento troppo delicato. Il taglio alle ferie estive, d’altronde, è suonato come l’ennesima provocazione da parte del management torinese, che negli ultimi mesi sembra aver cercato lo scontro più che il dialogo.
Ma se è vero che Fiat in qualche momento sembra voler giocre a istigare è più opportuno reagire o non prestare il fianco e tentare la via di un confronto più sereno. E’ l’interrogativo che da mesi accompagna la vertenza Sata e indotto e che divide i sindacati, a iniziare dallo sciopero per il premio di produzione, inizialmente portato avanti solo dalla Fiom. Questione che mette in disaccordo e soprattutto consuma: un sindacato spaccato rischia di indebolire una controparte, che, evidentemente, al Lingotto deve già sembrare meno forte che in passato. All’orizzonte si annidano le paure di nuovi ripercussioni della crisi del settore auto sull’indotto lucano. Ormai da mesi alcune aziende lamentano stati di sofferenza. E se chiudere uno stabilimento può avere tempi così crudeli come quelli che hanno cadenzato la vertenza Lasme, le preoccupazioni aumentano. Si tratta del campanello di allarme che i sindacati stanno cercando di far suonare da tempo, non per creare inutili allarmismi, ma per cercare di restare con gli occhi aperti, e di intervenire prima di danni irreversibili. E’ intorno a Fiat che girano i satelliti dell’indotto, e ad essa spetta assumere impegni per il futuro di Melfi. L’annuncio dello scorso giugno a Roma della produzione in Basilicata della Evo, restyling della Grande Punto, ora ha bisogno di un supporto in più. Come un anno fa, quando tutta la regione aspettava rassicurazioni da Marchionne sul futuro della Sata, si attende che la visita del top manager, atteso a Melfi per il 12 settembre, in occasione della cerimonia di posa della prima pietra del campus di ricerca e innovazione, possa portale nuova linfa vitale nel rapporto consumato da mesi di attrito con il Lingotto.
Ma prima di tutto c’è il dramma degli operai della Lasme. Lunedì sarà una giornata importante anche per loro. Nel pomeriggio, infatti, è previsto l’incontro tra azienda e sindacati, nella sede potentina della Confindustria di Basilicata, a partire dalle 16. Servirà perlomeno a fare chiarezza sugli aspetti della vertenza che è il punto più alto del dramma occupazione in Basilicata.
Mariateresa Labanca
m.labanca@luedi.it


http://ilquotidianodellabasilicata.ilsole24ore.com/it/Basilicata/potenza_lasme_fiat_produzione_confindustria_2940.html




CRISI, 7 OPERAI LASME MELFI SU TETTO

(ANSA) - POTENZA, 25 AGOSTO 2009 -Sono sul tetto dell'azienda 7 operai della Lasme, azienda a Melfi che lavora per Fiat e che ha scelto di chiudere: 174 operai in mobilita'.In serata, i lavoratori, da diverse ore in presidio davanti la fabbrica sono riusciti a raggiungere il tetto. Una guardia giurata in servizio ha cercato di fermarli.Sul posto vi sono Carabinieri e Polizia che stanno verificando l'andamento dei fatti.

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/topnews/news/2009-08-25_125370757.html



FIAT: CENTRELLA (UGL), SOLIDALI E VICINI A LAVORATORI LASME

Roma, 26 AGOSTO 2009. (Adnkronos)- "A nome di tutti i metalmeccanici dell'Ugl, e in particolare di quelli della Basilicata, esprimiamo solidarieta' e vicinanza ai lavoratori della Lasme per la loro protesta condivisibile e legittima che scaturisce da un problema nato molto tempo prima di questa crisi". Lo afferma Giovanni Centrella, segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, spiegando quanto "sia ancora piu' inaccettabile per qualsiasi lavoratore diventare disoccupato perche' cio' che produce costa di meno all'estero e non perche' sia diventato inutile o obsoleto".

"Quello che sta accadendo alla Lasme -afferma ancora Centrella- e' emblematico perche' si verifica anche in altre aziende dell'indotto Fiat, cosi' come in diversi settori industriali da Nord a Sud d'Italia. Si tratta di un fenomeno grave contro il quale si puo' ancora costruire un argine, a cominciare dal governo".

"Intanto -conclude Centrella- Fiat potrebbe continuare a far lavorare i 174 dipendenti della Lasme, visto che nel sito di Melfi si produce a pieno ritmo".


Se volete continuare a seguire e dare solidarietà alle 174 famiglie in difficoltà potete farlo seguendo le vicende sul sito:

http://presidiolasme.blogspot.com/