Giovedì scorso, 23 ottobre, in seguito ad un incidente di volo, sono periti otto militari italiani in territorio francese durante il trasferimento fra Dijon (Francia) e Florennes (Belgio), località presso cui avrebbero partecipato congiuntamente ad altri militari italiani all'esercitazione internazionale denominata TLP, Tactical Leadership Programme. Questa la tragica sintesi di una vicenda oramai tristemente nota in tutta Europa.
Ma analizziamo alcuni aspetti importanti per comprendere fino in fondo le mansioni dei militari caduti oltralpe e la vocazione dei Gruppi di Volo "Combat Search And Rescue" dell'Aeronautica Militare.
I militari tragicamente deceduti sono:
il Cap. Pil. Michele Cargnoni, 30 anni, di Brescia, in servizio all'84° C/SAR di Brindisi;
il Cap. Pil. Stefano Bazzo, 32 anni, di Vicenza, in servizio all'83° C/SAR di Rimini;
il Ten. Pil. Marco Partipilo, 29 anni, di Bari, in servizio all'84° C/SAR di Brindisi;
il 1° M.llo Giovanni Sabatelli, 50 anni, di Fasano (Brindisi), in servizio all'84° C/SAR di Brindisi;
il 1° M.llo Carmine Briganti, 41 anni, di Talsano (Taranto), in servizio all'84° C/SAR di Brindisi;
il M.llo 1° Cl. Giuseppe Biscotti, 37 anni, di Grottaglie (Taranto), in servizio all'84° C/SAR di Brindisi;
il M.llo 1° Cl. Massimiliano Tommasi, 34 anni, di Calimera (Lecce), in servizio all'84° C/SAR di Brindisi;
il M.llo 1° Cl. Teodoro Baccaro, 31 anni, di San Vito dei Normanni (Brindisi), in servizio all'84° C/SAR di Brindisi.
L'incidente è avvenuto attorno alle 16:30 presso Strasburgo, in località Lisle-en-Barrois, mentre gli otto militari si recavano in Belgio a bordo del loro elicottero HH-
Le cause non sono state ancora chiarite e sicuramente le indagini saranno lunghe e complesse in quanto il "Pelican" si è letteralmente frantumato in pezzi, chiaro segno della perdità di controllo già ad alta quota e della lunga caduta libera prima dello schianto. Si parla di arresto improvviso del rotore anticoppia con conseguente perdita di controllo ed avvitamento ma senza conforto di testimonianze certe o prove concrete, pertanto il rischio è la pura illazione e pertanto è meglio chiudere qui l'argomento "possibili cause".
L'equipaggio "brindisino" aveva raggiunto quello "riminese" sulla base romagnola e, dopo un rifornimento di carburante, entrambi erano partiti alla volta di Dijon, base del secondo ed ultimo scalo tecnico prima del segmento finale di trasferimento.
I Gruppi Combat Search And Rescue ovvero "ricerca e soccorso in ambiente ostile" operano alle dipendenze del 15° Stormo "Stefano Cagna" avente sede sulla Base di Pratica di Mare (Roma). Sono in tutto cinque, uno d'addestramento e quattro operativi, i Reparti SAR inquadrati nel 15°:
- l'81° CAE (Centro Addestramento Equipaggi) di Pratica di Mare (Roma);
- l'82° C/SAR di Trapani-Birgi;
- l'83° C/SAR di Rimini;
- l'84° C/SAR di Brindisi;
- l'85° C/SAR di Pratica di Mare (Roma).
Dal termine "Combat" si potrebbe fraintendere che i Gruppi C/SAR dell'Aeronautica Militare siano "da combattimento" ma in realtà i reparti di Ricerca e Soccorso provvedono al recupero degli equipaggi eiettatisi, in seguito a fuoco nemico o ad avarie tecniche, in terra ostile. Il loro addestramento è pertanto mirato ad evitare che i piloti paracadutatisi possano finire in mano nemica. Gli elicotteri sono dunque corazzati e dotati di armamento, principalmente difensivo e non d'attacco, proprio per agire in tali teatri. Attualmente in Italia l'eventualità bellica è per fortuna remota ma le potenzialità e la professionalità dei Gruppi SAR vengono ugualmente sfruttate in ambito civile in caso si presenti qualsiasi necessità.
I quattro Reparti Operativi assicurano 24 ore su 24 il decollo su allarme in caso di bisogno di trasferire malati gravi o feriti da soccorrere prontamente col mezzo aereo ove gli organi di coordinamento nazionale lo ritengano opportuno. Il capitano Cargnoni ed i marescialli Briganti e Biscotti pochi giorni fa avevano ad esempio compiuto il soccorso ad una neonata di appena quattro giorni affetta da cardiopatia. In elicottero l'avevano trasportata in un'incubatrice da Taranto all'ospedale "Cardarelli" di Napoli.
Non erano combattenti. Erano solamente soldati al servizio del cittadino: la catena di comando per la gestione del soccorso a partire dal 118 poteva farli intervenire in qualsiasi momento. Si addestravano per salvare i colleghi militari ma agivano quasi sempre per soccorrere e salvare i civili: in montagna e in mare, in Italia e nei Paesi circostanti. Spesso sono stati determinanti per salvare la vita a cittadini albanesi o dell'ex Jugoslavia con gravi problemi di salute: quante volte si sono alzati in volo dal "Pierozzi" di Brindisi-Casale per prelevare feriti gravi oltre l'Adriatico e portarli al Policlinico di Bari... quante volte sono andati fuori sede per esigenze di addestramento... quanti decolli e atterraggi prima e dopo voli addestrativi.
Questa volta il "Pelican" non ritornerà in base. Stavolta gli angeli del soccorso non torneranno più. Sono volati in cielo. Loro che solitamente sembrano immortali per la loro dedizione al soccorso altrui.
A volte sembra quasi che a questo mondo non vi sia una giustizia superiore.
Grazie di tutto.
Pace e Onore a Voi, Ragazzi.
Mammaiùt!
(formula tipica, di richiesta d'aiuto alla mamma, degli appartenenti all'84° C/SAR)
Per ulteriori informazioni:
http://www.aeronautica.difesa.it
http://www.84centrosar.it
A cura di Fabio Montanari
ONORIAMO TUTTI I CADUTI SUL POSTO DI LAVORO
Sono 918 casi in Italia in un anno. Un morto ogni 23 mila lavoratori, a fronte di 678 in Germania (un morto ogni 53 mila lavoratori), 662 in Spagna (un morto ogni 24 mila lavoratori), 593 in Francia (un morto ogni 50 mila lavoratori).