venerdì, ottobre 29, 2010

RUBY, FAMIGLIA CRISTIANA: "BERLUSCONI E' UN MALATO FUORI CONTROLLO"



 Berlusconi di nuovo nello scandalo
La moglie, Veronica Lario, lo aveva già segnalato: uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile. Incredibile che un uomo di simile livello non abbia il necessario autocontrollo.
29/10/2010

L’ultima bufera su Berlusconi e la sua corte di ragazze sta provocando ondate di reazioni, una diversa dall’altra. C’è chi, con linguaggio sprezzante, lo esorta a dimettersi. Chi già apertamente lo insulta nelle rubriche tv, con termini da trivio. Chi vede solo l’aspetto etico e chi tenta analisi politiche a freddo, interrogandosi sule conseguenze. Chi tende a ingigantire e chi tenta di arginare: però nel secondo caso, vedi stampa di destra, con titoloni su tutta la prima pagina. Per una vicenda che si voleva sopire, strana tecnica. E siamo solo all’inizio. Come sa chi ha un minimo di esperienza sul gossip e le sue diramazioni, aspettiamoci il peggio.

    Fra tutte queste reazioni ne manca una che faticheremmo a definire, qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana. Non assistiamo soltanto a una tegola sulla testa del Berlusconi politico, primo ministro in carica e aspirante al Quirinale. Né stavolta si può parlare di complotto giudiziario, o tanto meno poliziesco. Semmai, fino a ieri, prevaleva la circospezione. Il fatto è che esistono testimonianze, alcune opinabili ma altre, ahimè, documentate, che creano un duplice ordine di problemi.

    Uno, ovviamente, è politico: la credibilità, meglio ancora la dignità, dell’uomo che governa il Paese; i riflessi sulla vita nazionale e sui rapporti con l’estero; l’esempio che dall’alto viene trasmesso ai normali cittadini. I quali non si sognano né trasgressioni né festini, ma da oggi dovranno abituarsi alle variazioni pecorecce sul “bunga bunga”.

    L’altro problema, da valutare come se Berlusconi fosse un tizio qualunque, è la condizione che già la moglie, Veronica Lario, aveva pubblicamente segnalato. Uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro. Si sa che Berlusconi è un generoso, non lesina su aiuti e ricompense. Ma quale tipo di aiuti, e ricompense per che cosa? Incredibile che un uomo di simile livello e responsabilità non disponga del necessario autocrontrollo. E che il suo entourage stia a guardare.

    E’ vero che in passato abbiamo avuto personaggi di primo piano che, oggi, non l’avrebbero passata liscia. Altri tempi, però. Altro comportamento di giornali e tv. Altre cautele. O forse allora si taceva o si sminuiva un po’ per prudenza, un po’ per tristezza e un po’, nessuno sghignazzi, per pietà.
Giorgio Vecchiato

Tratto da Famiglia Cristiana

Alcune immagini di Ruby:

ANALFABETISMO: IL 70% DEGLI ITALIANI FATICA A LEGGERE E SCRIVERE

Un dato molto preoccupante... 
di Marco Lodoli

Lo so: a fare la Cassandra non si raccolgono troppe simpatie. A dire: io vi avevo annunciato la disfatta tanto tempo fa non si diventa certo popolari, e del resto chi anticipa il peggio spera ardentemente di sbagliarsi. Però i dati che ha fornito in questi giorni il professor Tullio De Mauro io me li sentivo in corpo da anni, li percepivo insegnando nella mia scuoletta di periferia e girando nel raggio breve delle mie scorribande metropolitane, e tante volte ho scritto attenzione, il paese sta retrocedendo in un’ignoranza pericolosa, in una inconsapevolezza culturale che mette paura.
Intuivo, sospettavo, paventavo, ma i numeri che De Mauro ha snocciolato sono decisamente più cupi di ogni più nera previsione. In breve: il 70% degli italiani fatica a leggere e scrivere. Nel dettaglio: il 5% è assolutamente analfabeta, il 33% stenta a decifrare un semplice articolo di giornale, e un altro 33% sta slittando nelle sabbie mobili dell’analfabetismo. Provo a pensare che si tratti di percentuali esagerate, che le cose non stiano proprio così, che il prof l’ha sparata grossa per metterci in guardia, per aprire un dibattito, per sgomentarci.
Sette persone su dieci non sono più in grado di leggere e capire e amare Leopardi e Manzoni, e non riescono nemmeno a comprendere un articoletto che discetti su quale sia la migliore posizione in campo per Francesco Totti. Siamo messi malissimo, il Nulla avanza, come nel libro e nel film La storia Infinita, si mangia la civiltà, la tradizione, il passato, il futuro, la bellezza.
D’altronde il nostro apparato psichico non è diverso da quello digerente: il cibo che inghiottiamo ci modifica, se beviamo in mezz’ora due litri di vino non capiamo più niente, se per vent’anni ingurgitiamo idiozie e fandonie il nostro cervello retrocede verso la scimmia. Sette italiani su dieci non possono nemmeno esprimere ciò che sentono, gli mancano le parole per dare una forma alla rabbia, all’incertezza, alla frustrazione, alla confusione, ai tanti sentimenti che tutti abbiamo nell’anima, e quei sentimenti inespressi si aggrovigliano, soffocano, marciscono nel silenzio.
Sette italiani su dieci non possono ragionare, perché non riescono a trovare le parole giuste, e soffrono per questa mutilazione. Sette italiani su dieci non capiscono i discorsi degli altri, non colgono i nessi, i passaggi, il senso delle frasi. E quando uno non capisce e non riesce a farsi capire, è facile che si deprima, o che spacchi qualcosa contro il muro, che pianga o che urli tutta la sua impotenza, che faccia le cose sbagliate, che si rovini la vita.

Tratto da Tiscali

giovedì, ottobre 28, 2010

COLLEGNO: LA PUZZA RESTA NONOSTANTE L'INTERVENTO DELLA PROVINCIA

Punto Ambiente è l'impianto da cui provengono i cattivi odori  che si sentono da mesi in città.
Quanto è costato? 18 milioni di euro

"A naso" sembra proprio che questi soldi siano stati spesi in malo modo.

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martedì, ottobre 26, 2010

COLLEGNO: RICERCA 10 ADDETTI SPALAMENTO MANUALE DELLA NEVE

Ultimo giorno per presentare le domande lunedì 15 novembre 2010.

SERVIZIO DI SPALAMENTO MANUALE DELLA NEVE DALL’ABITATO
STAGIONE INVERNALE 2010/2011
INCARICO TEMPORANEO A N. 10 ADDETTI


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SARAH SCAZZI: UNA MORTE ORRIBILE NON DEVE DIVENTARE UN REALITY

Vogliamo esprimere il nostro sentimento di vergogna nei confronti del delirio mediatico che si è scatenato intorno al caso della povera Sarah Scazzi.
Una vicenda assolutamente privata, da trattare  quindi con il dovuto rispetto, perchè il dolore  di una famiglia non deve essere buttato in pasto all'opinione pubblica per fare audience.
Che dire poi di quelle persone che hanno fatto un vero e proprio pellegrinaggio  sul luogo del delitto, portando addirittura con sè i  propri figli piccoli, nemmeno si trattasse di una gita a Gardaland sulla giostra degli orrori.. ..un misto di ignoranza, gusto dell'orrido e spettacolarizzazione del dolore.
La sensazione è che ormai tutto venga trattato come se la vita fosse una specie di reality...Voi chi votate da casa come omicida? Sabrina.....lo zio......o un fantomatico Mister X? (in ogni fiction che si rispetti c'è sempre un Mister X..)
Purtroppo i media  invece di  arginare fenomeni di questo tipo e di provare ad istruire e formare la coscienza delle persone ne alimentano il voyeurismo, proponendo programmi di bassissimo livello che addirittura creano filmati per ricostruire i fatti secondo una loro verità, con attori vestiti  alla stregua dei protagonisti di questo terribile dramma.
Nel volere mettere un'immagine in questo articolo abbiamo scelto di non riprodurre il bel visino della giovane Sarah, per rispetto nei confronti di una giovane vita spezzata. La giustizia deve fare il suo corso, ma a telecamere e riflettori spenti.
Nell'antica grecia l'onta peggiore che un uomo poteva subire era il disprezzo del suo cadavere dopo la morte (famosa infatti l'immagine di Achille che fa sfregio del cadavere di Ettore)..... beh noi crediamo che chi ha utilizzato questo caso per fare ascolti abbia fatto esattamente questo e rivolgiamo loro una richiesta: ora, per favore, SILENZIO!!
 

«Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.»  (Albert Einstein) 


IL GARANTISMO BERLUSCONIANO E IL GIORNALISMO PAPPONE. COSA INSEGNA IL CASO SCAZZI

di CARMELO PALMA – Abbiamo atteso inutilmente che il Ministro Alfano e i più solerti garantisti del PdL insorgessero per il “processo mediatico” che le reti private e pubbliche, berlusconiane per interposto parente o per interposto direttore generale, stanno celebrando ai presunti assassini della povera Sarah Scazzi. Che denunciassero scandalizzati i plastici, le sceneggiature e le scenografie di questa tragedia prostituita alla pubblicità e all’indignazione da talk show. Che condannassero il collegamento diretto tra i verbali della procura e i palinsesti dell’informazione e lo scandalismo giustizialista della piazza, che esige la “condanna” e non la “giustizia”. Gliene aveva pure offerto l’occasione la Sciarelli, sulla rete nemica Rai3, con un’edizione un po’ sfortunata e un po’ sciagurata di “Chi l’ha visto”, in cui aveva annunciato impacciata alla madre di Sarah che era stato ritrovato il cadavere della figlia. Invece niente. Abbiamo aspettato invano. Garantisti non pervenuti.

Ieri, mentre la riforma della giustizia infiammava la discussione politica, e il PdL ne ribadiva l’inderogabile priorità (fino allo stop del Quirinale sullo scudo costituzionale, che meriterà un discorso a parte), si continuavano a trasmettere – virtuosamente recitati o professionalmente riferiti – i verbali dell’interrogatorio dell’”assassino nazionale” Michele Misseri. E tutto abbiamo saputo delle telefonate, degli sms, dei sussurri e delle grida della vittima e dei presunti carnefici, dei testimoni e dei presunti complici. Non ci è stato risparmiato nulla del repertorio del giornalismo pappone, che inzuppa i servizi nel subconscio più lurido dei suoi telespettatori. Tutto materiale, che, come insegnerebbe Ghedini, dovrebbe in gran parte ancora giacere nei cassetti della Procura di Taranto.

Qualche mese fa, i “garantisti” del PdL iscrivevano d’ufficio al partito giustizialista quanti – tra cui, modestamente, noi – osteggiavano una legge che avrebbe voluto impedire di raccontare il contenuto delle inchieste giudiziarie fino all’udienza preliminare. Era evidente che una così palese violazione della libertà dell’informazione sarebbe stata anche un’inutile barriera alla circolazione delle notizie. Eppure, ad alcuni non appariva abbastanza intransigente, ma persino connivente con la “gogna mediatica”, la posizione di chi riteneva non si potesse abolire la cronaca giudiziaria, ma si dovesse, realisticamente, punire davvero e non per finta la riproduzione parziale di intercettazioni e verbali, cioè la fiction giornalistica del processo giudiziario.

Ora questi “puristi” del garantismo sono latitanti. Si sono distratti. Si svegliano solo quando la gogna riguarda la cerchia stretta del premier, e nel caso Scazzi non c’è pericolo. Tocca ad altri difendere gli imputati normali, come tocca ad altri difendere dall’accusa degli Spatuzza gli indagati per mafia, quanti gli indagati o i “mascariati” non si chiamano Berlusconi e Dell’Utri.

Tratto da libertiamo

lunedì, ottobre 25, 2010

COLLEGNO: DI FILIPPO ADERISCE A FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA

Il Consigliere Comunale Andrea DI FILIPPO entra in FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA.

CONTATTI:
Cell. 392.4240134
e-mail: andrea.di.filippo@tiscali.it
Contattami su Facebook
sito: www.futuroelibertacollegno.it


Presentazione dei 39 amministratori locali che hanno aderito a FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA.


Prima convention di GENERAZIONE ITALIA GIOVANI PIEMONTE

Alcuni Articoli:


giovedì, ottobre 21, 2010

COLLEGNO: ISCRIZIONI ALBO DEGLI SCRUTATORI E DEI PRESIDENTI


ALBO UNICO DEGLI SCRUTATORI DI SEGGIO ELETTORALE 
I cittadini che intendono essere iscritti nell'albo delle persone idonee all'ufficio di scrutatore di seggio elettorale, devono compilare e consegnare apposita domanda all'Ufficio elettorale entro il mese di novembre (dal 1° ottobre al 30 novembre).
Requisiti di iscrizione:
occorre essere cittadini italiani, elettori del Comune di Collegno ed aver assolto agli obblighi scolastici;

sono esclusi dalle funzioni di scrutatore:

    * i dipendenti del Ministero dell'Intero, delle Poste e Telecomunicazioni e dei Trasporti;
    * gli appartenenti a Forze Armate in servizio;
    * i medici provinciali, gli ufficiali sanitari e i medici condotti;
    * i segretari comunali e i dipendenti dei Comuni, addetti o comandati a prestare servizio presso gli uffici elettorali comunali;
    * i candidati alle elezioni per le quali si svolge la votazione.

Le domande vanno consegnate all'Ufficio elettorale nei giorni e negli orari di seguito elencati:

    * Lun.: 8,30 - 13,00;
    * Mar.: 9,00 - 13,00;
    * Mer.: 9,00 - 13,00;
    * Giov.: 9,00 - 17,00;
    * Ven.: 9,00 - 12,00.


ALBO DEI PRESIDENTI DI SEGGIO ELETTORALE
I cittadini che intendono essere iscritti nell'albo delle persone idonee all'ufficio di presidente di seggio elettorale devono compilare e consegnare apposita domanda all'ufficio elettorale entro il mese di ottobre (dal 1° al 31 ottobre).
Requisiti di iscrizione:
occorre essere cittadini italiani, elettori ed essere in possesso del titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria di secondo grado; sono esclusi dalla funzione di presidente:

    * coloro che, alla data delle elezioni hanno superato il 70° anno di età;
    * i dipendenti del Ministero dell'Intero, delle Poste e Telecomunicazioni e dei Trasporti;
    * gli appartenenti a Forze Armate in servizio;
    * i medici provinciali, gli ufficiali sanitari e i medici condotti;
    * i segretari comunali e i dipendenti dei Comuni, addetti o comandati a prestare servizio presso gli uffici elettorali comunali;
    * i candidati alle elezioni per le quali si svolge la votazione.

Le domande vanno consegnate all'Ufficio elettorale nei giorni e negli orari di seguito elencati:

    * Lun.: 8,30 - 13,00;
    * Mar.: 9,00 - 13,00;
    * Mer.: 9,00 - 13,00;
    * Giov.: 9,00 - 17,00;
    * Ven.: 9,00 - 12,00.

facsimile di domanda per l'iscrizione all'Albo dei Presidenti

mercoledì, ottobre 20, 2010

TAV: TORINO-LIONE, SI BIPARTISAN

La Camera ha approvato in aula le mozioni relative alla realizzazione dell'alta velocità: un'opera da 20 miliardi di euro
TORINO

L’Aula della Camera ha approvato, con un sì bipartisan, le mozioni relative alle iniziative volte alla realizzazione della linea ferroviaria alta velocità/alta capacità Torino-Lione.

I testi di maggioranza ed opposizione approvati, su cui il governo ha in tutti i casi espresso parere favorevole, impegnano il governo, fra l’altro: «a confermare la valenza strategica della realizzazione della Torino-Lione come asse decisivo per i collegamenti europei, attraverso l’adozione di tutte le iniziative e gli atti necessari anche sulla base del lavoro condotto dall’osservatorio; a garantire un adeguato piano finanziario con programmazione pluriennale che copra l’intero ammontare dell’opera; a confermare i fondi - circa 200 milioni di euro - previsti nel primo atto aggiuntivo all’intesa generale quadro dell’11 aprile 2009, necessari a realizzare gli interventi prioritari di prima fase e, cioè, il trasferimento modale e il potenziamento e ammodernamento del trasporto locale, avviando, al contempo, iniziative per l’assegnazione di risorse immediate per incentivare il trasporto modale e combinato; ad accelerare la firma di un nuovo accordo tra Italia e Francia».

Il governo viene, poi, impegnato: «ad assumere iniziative per garantire un primo stanziamento per la realizzazione delle opere previste dal piano strategico approvato dalla provincia di Torino e dalla regione Piemonte; a promuovere una campagna di informazione sulla realizzazione della Torino-Lione da realizzarsi in accordo con gli enti locali interessati e la regione Piemonte».

Le reazioni politiche

«Oggi la Camera ha posto simbolicamente la prima importante pietra per la realizzazione del tratto alta velocità Torino-Lione con una significativamente ampia condivisione», ha commentato il vice coordinatore del Pdl in Piemonte, Agostino Ghiglia. Chiedendo al Pd «di smettere di indossare due giacche, quella romana del Sì Tav e quella Valsusina del No-Tav», Ghiglia sollecita a «dare un’immagine inequivoca sul territorio, iniziando con il revocare l’incarico al presidente della Comunità Montana», Sandro Plano. «Oggi - dice Ghiglia - tutti insieme abbiamo il dovere di voltare pagina e dire, non solo a Roma ma soprattutto in Piemonte, che la Tav si deve fare, come del resto, il Pdl, primo partito Sì Tav, sostiene inequivocabilmente da 16 anni con Fi e An prima».

«Ora la Torino-Lione può decollare», gli hanno fatto eco i deputati del Pd, Giorgio Merlo, Stefano Esposito e Mario Lovelli. «Il Pd, con l’approvazione parlamentare della mozione che abbiamo presentato sgombra il campo da ogni equivoco e da ogni ambiguità sulla determinazione di realizzare un’opera decisiva per il futuro del Piemonte e dell’intero Paese».

«E' una giornata storica: per la prima volta il Parlamento ha votato alla quasi unanimità il valore strategico di una grande infrastruttura per i trasporti». Così il sottosegretario alle Infrastrutture, Bartolomeo Giachino, spiega l’importanza del sì bipartisan alla Camera sulle mozioni che impegnano il governo alla realizzazione della Torino-Lione. Giachino ricorda «l’alta valenza ecologica di questa infrastruttura, perchè consentirà di spostare i trasporti da strada a rotaia» e l’opportunità di far nascere aree logistiche. Considerando anche gli altri corridoi europei, «la Pianura padana -prevede Giachino- diventerà la più grande area di logistica del sud Europa, con la creazione di decine di migliaia di posti di lavoro».

Tratto da LA STAMPA

PIEMONTE: STOP AL RICONTEGGIO, VINCE COTA

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di Cota: "Stop al riconteggio dei voti" 
Sospesa la sentenza del Tar sulle Regionali in Piemonte.
Il governatore: abbiamo vinto

RAPHAËL ZANOTTI
TORINO

Roberto Cota ha vinto. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal governatore del Piemonte contro la sentenza del Tar Piemonte che, a luglio, aveva annullato le due liste del centrodestra “Al Centro con Scanderebech” e “Consumatori con Cota” perché illegittime.

Secondo i giudici romani, invece, i due movimenti erano stati ammessi regolarmente alla competizione elettorale. Stando così le cose, il riconteggio (ancora in corso a Torino ma terminato nelle altre province) è sospeso. «È una straordinaria vittoria – ha dichiarato l’avvocato di Cota, Luca Procacci - Noi ci speravamo fin dall’inizio e pensavamo di essere nel giusto, adesso la soddisfazione è enorme».

Nell’ordinanza, i giudici scrivono che il Consiglio di Stato «accoglie l’istanza cautelare, e per l’effetto sospende integralmente l’efficacia della sentenza impugnata». La causa, spiegano, è stata trattenuta in decisione anche per il merito. E in camera di consiglio è emersa la fondatezza dell’appello principale, quello presentato dai legali di Cota, e l’infondatezza degli appelli proposti dall’ex presidente della Regione Mercedes Bresso e dagli altri ricorrenti. La decisione di oggi ha quindi carattere sospensivo, mentre i ricorsi restano ancora da discutere nel merito. Alla fine poi, le parti potranno ulteriormente ricorrere in Cassazione.

Un lungo applauso e il coro "Cota-Cota" ha accompagnato nell’aula della Camera la notizia dell’accoglimento del ricorso del presidente del Piemonte. E qualche deputato della Lega ha anche sventolato un fazzoletto verde. «Ero sicuro delle mie ragioni e dunque non avevo dubbi su questo risultato. Adesso lasciamoci alle spalle questa brutta pagina e rimbocchiamoci ancora di più le maniche per rilanciare il Piemonte», ha dichiarato a caldo il governatore leghista. «Le sentenze si rispettano, ma resta l’amarezza», sono state le sole parole di Bresso. Cauto il commento del segretario del Pd piemontese Gianfranco Morgando che sottolinea il «rispetto» nei confronti delle decisioni della magistratura. «Prendiamo atto della pronuncia del Consiglio di Stato che sospende il riconteggio, ma - spiega - non si pronuncia nel merito dei ricorsi».

Mentre i sostenitori di Cota esultavano, il diretto interessato ha affidato a un videomessaggio visibile sul suo sito web e su Youtube il proprio commento. «Le elezioni si sono svolte regolarmente e hanno espresso me come presidente», dice il governatore nel video, camicia senza cravatta e fazzoletto verde nel taschino della giacca. «Adesso vorrei lasciare alle spalle questa brutta pagina - aggiunge - e rimboccarmi ancora di più le maniche per rilanciare il Piemonte, che ha bisogno di lavoro nell’interesse della gente, non di polemiche».

Tratto da LA STAMPA

lunedì, ottobre 18, 2010

TORINO: SALONE DEL GUSTO 2010 - LINGOTTO FIERE, VIA NIZZA 80

 
Torino, 21-25 ottobre 2010 
Lingotto Fiere, via Nizza 280

Orari
Da giovedì 21 a domenica 24: dalle 11 alle 23
lunedì 25: dalle 11 alle 20


Info: tel. 0172 419611

Ingresso
Intero: € 20
Bambini (fino a 10 anni): gratuito
Abbonamento 5 giorni: € 60

Il presente biglietto dà diritto a sconti presso alcuni musei torinesi convenzionati e per diverse offerte turistiche (Vedi sezione Fuori Salone).

Il Salone del Gusto, per venire incontro al maggior numero di visitatori, propone nuove agevolazioni:
• giovani (11-22 anni) e over 65 anni: sconto del 40% sull’ingresso intero (€ 12)
• i non soci Slow Food che acquistano in prevendita almeno un appuntamento a pagamento del Salone (Laboratori del Gusto, Teatro del Gusto, Incontri con l’Autore, ingresso alla Sala Slow Wine-Banca del Vino) hanno diritto allo sconto del 20% sull’ingresso intero (€ 16 anziché € 20), presentandosi con la lettera di conferma alla corsia delle biglietterie del Lingotto dedicata agli eventi su prenotazione. Lo sconto non è valido per l'acquisto dei biglietti d'ingresso in prevendita on-line
sconto del 20% (non cumulabile con altre agevolazioni) sull’ingresso intero per:

    * i possessori della Torino+Piemonte Card
    * i partecipanti ai tour organizzati da Turismo Torino e Provincia
    * i visitatori del Museo Nazionale del Cinema e dei musei civici della Fondazione Torino Musei (GAM, Palazzo Madama, MAO e Borgo Medievale) in possesso di biglietto emesso nel mese di ottobre
    * i possessori dell’abbonamento Prospettiva 2 o dei biglietti ai singoli spettacoli del Festival
    * i visitatori della mostra Vittorio Emanuele II. Il Re galantuomo
    * gli iscritti all’Alliance française di Torino


Essere soci Slow Food conviene!

sconto del 50% sull’ingresso intero (€ 10) e sull’abbonamento 5 giorni (€ 30)
sconto del 20% sugli appuntamenti a pagamento (Laboratori del Gusto, Teatro del Gusto, Incontri con l’Autore e Appuntamenti a Tavola) e sull’ingresso alla sala Slow Wine-Banca del Vino all’interno dell’Enoteca
• novità 2010! 12 Laboratori del Gusto e 2 Incontri con l’Autore sono riservati ai soci Slow Food: scopri quali nel calendario
• sconto del 30% sull’acquisto dei libri di Slow Food Editore, sconti speciali su tutti i gadget presenti nel catalogo di Slow Bazar e molti altri vantaggi.

Prenotazioni appuntamenti
I posti disponibili per gli appuntamenti del Salone del Gusto (Laboratori del Gusto, Teatro del Gusto, Incontri con l’Autore e Appuntamenti a Tavola) e l’ingresso alla sala Slow Wine-Banca del Vino all’interno dell’Enoteca sono limitati, per cui è indispensabile prenotare.

Eventuali disdette saranno rimborsate al 70% solo se pervenute via email a prenotazioni@slowfood.it entro il 20 agosto. Non sono valide le prenotazioni (e le disdette) telefoniche.

Le prenotazioni on line si sono chiuse il 10 ottobre. Durante il Salone sarà possibile iscriversi a eventuali posti rimasti disponibili rivolgendosi dal 21 al 25 ottobre alla Reception Eventi (Lingotto Fiere, pad. Oval). Per accedere a tutti gli appuntamenti è necessario essere muniti del biglietto di ingresso al Salone del Gusto.

Per raggiungere il Salone del Gusto, usa i mezzi pubblici!


Area cani
Al Salone del Gusto è consentito l’ingresso agli amici a quattro zampe, muniti di guinzaglio e museruola. Per consentire ai padroni di visitare la manifestazione in libertà, viene riservata ai cani anche un’area attrezzata.
 
In contemporanea all'ottava edizione del Salone Internazionale del Gusto a Torino ci sarà la quarta giornata mondiale della rete Terra Madre.

IN EVIDENZA
La Stampa tv - Salone 2010

15/10/2010
Intervista a Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia, in cui si rivelano le novità dell'edizione 2010 di Salone del Gusto e Terra Madre.

domenica, ottobre 17, 2010

COLLEGNO: CAMBIO DI VIABILITA' QUARTIERE REGINA MARGHERITA

L’Amministrazione Comunale rende noto che a partire da sabato 9 ottobre 2010 viene modificata la viabilità nel Quartiere Regina Margherita in particolare nelle vie: Trieste, Pellico, Bendini, Oberdan, Crispi, Mameli, Foscolo.

Clicca una volta per aprire l'immagine ed una seconda per ingrandirla.

sabato, ottobre 16, 2010

TORINO: 17 OTTOBRE - DOMENICA ECOLOGICA

Domenica 17 ottobre è prevista una domenica ecologica: il traffico privato nell'area della ZTL Centrale sarà vietato dalle ore 10 alle ore 19. Disponibile il testo dell'ordinanza  di chiusura dell'area interessata con le esenzioni previste ed il programma delle manifestazioni a corredo dell'iniziativa nella pagina dedicata.

Mappa:

venerdì, ottobre 15, 2010

giovedì, ottobre 14, 2010

NUOVO ECOCENTRO: TANTI SOLDI SPESI, MA I DISAGI PERMANGONO

Sul nostro Blog nel mese di Giugno 2010 avevamo documentato l’inaugurazione dell’Ecocentro provvisorio situato in via Manzoni 40, salutando questa nuova apertura con una speranza: che funzionasse meglio di quello vecchio, viste le condizioni in cui versava!
http://informarecollegno.blogspot.com/2010/06/collegno-apre-lecocentro-provvisorio.html
Purtroppo però non è così, come potete vedere dando un’occhiata a queste immagini………….

…….e per meglio spiegarvi la situazione paradossale in cui versa la nostra città vi spieghiamo il perché di questo scenario assai poco edificante. Innanzitutto, contrariamente a quanto il buon senso potrebbe suggerire, l’Ecocentro di Collegno attualmente non raccoglie le macerie edili dei cittadini con un risultato evidente agli occhi di tutti: l’accumularsi di rifiuti lungo i margini delle strade del quartiere Regina Margherita, dietro la fermata “Fermi“ della metropolitana. Un cittadino ci ha riportato la sua esperienza, a nostro giudizio assurda, tra telefonate, tempo sprecato e inefficienze varie. Ed ecco la nostra mini-intervista:

Buon giorno Sig. A., ci racconti la sua vicenda.
"Sono un idraulico e, avendo delle macerie da smaltire, mi sono recato all'ecocentro di Collegno. L'impiegato però mi ha detto che non poteva ricevere i miei rifiuti perchè il comune di Collegno non ha ancora stabilito un luogo per accogliere le macerie. Quindi mi ha detto di andare a Torino"

E una volta lì è riuscito a lasciare le macerie?
"No! Mi hanno rimandato a Collegno dicendomi che ogni città si prende l'immondizia dei propri cittadini!"

E cosa ha fatto? E' tornato a Collegno?
"Non subito... Prima l'impiegato del centro di Torino ha telefonato incredulo al collega di Collegno, il quale gli ha riferito esattamente quello che aveva detto a me. Insomma, ho perso una mattinata di lavoro"

Dove ha buttato i rifiuti?
"Li ho ancora in cantina, non me la sentivo di abbandonarli ai margini delle strade come fanno molti miei colleghi di lavoro".

E’ stato quindi lo stesso impiegato dell’Ecocentro di Collegno a riferire che il Comune non ha ancora identificato un’area addetta alla raccolta delle macerie.
Come possono dunque smaltire questi rifiuti i cittadini di Collegno, in particolar modo i muratori? Gli Ecocentri delle città vicine hanno rifiutato di accogliere le nostre macerie: cosa aspetta il Comune ad intervenire? Purtroppo però lo spettacolo che vi mostriamo nelle foto che seguono non è soltanto causa di questa inefficienza del Comune: la tipologia di rifiuto depositata nei pressi dell’Ecocentro non si limita alle “macerie”… come potete vedere c’è davvero di tutto….

….ed evidentemente, il cartello di divieto di scarico non basta…….

Facciamo quindi un appello anche ai cittadini sperando che imparino l’educazione ed il vivere civile (dal momento che la città è un bene di tutti) nella speranza di installare un giorno delle telecamere nei dintorni dell’Ecocentro. Così, una volta individuato il cittadino zozzone, andremo a scaricargli i rifuti nel salotto di casa.

lunedì, ottobre 11, 2010

PIEMONTE: I NOMI DEI NUOVI DIRETTORI REGIONALI

La Giunta regionale ha scelto durante la seduta di questa mattina i curricula dei 14 candidati cui affidare la responsabilità delle direzioni regionali messe a bando.

Questo l’elenco:

AFFARI ISTITUZIONALI ED AVVOCATURA: Laura BERTINO

RISORSE UMANE E PATRIMONIO: Maria Grazia FERRERI

PROGRAMMAZIONE STRATEGICA, POLITICHE TERRITORIALI ED EDILIZIA: Livio DEZZANI

RISORSE FINANZIARIE: Sergio ROLANDO

AMBIENTE: Salvatore DE GIORGIO

AGRICOLTURA: Gaudenzio DE PAOLI

TRASPORTI: Aldo MANTO

INNOVAZIONE, RICERCA ED UNIVERSITA’: Roberto MORIONDO

OPERE PUBBLICHE, DIFESA DEL SUOLO, ECONOMIA MONTANA E FORESTE: Vincenzo COCCOLO

ISTRUZIONE, FORMAZIONE PROFESSIONALE E LAVORO: Paola CASAGRANDE

ATTIVITA’ PRODUTTIVE: Giuseppe BENEDETTO

CULTURA TURISMO E SPORT: Maria Virginia TIRABOSCHI

POLITICHE SOCIALI E POLITICHE PER LA FAMIGLIA: Raffaella VITALE

SANITA’: Paolo MONFERINO

domenica, ottobre 10, 2010

PIEMONTE: I SINDACI MARCIANO CON I "NO TAV"

La Comunità montana contro la Provincia e Regione: «Non potete escluderci dal tavolo di Palazzo Chigi»
massimo numa
valsusa


È un «No» senza mediazioni, quello degli amministratori della Val Susa contrari al supertreno. E ieri, da Vaie a Sant’Ambrogio, la marcia di protesta No Tav, con il solito balletto delle cifre: 50 mila secondo gli speaker della manifestazione, non più di 20 mila secondo la questura. Un corteo tranquillo, preceduto da un asinello, una ventina di trattori della Coldiretti e poi dalla gente, gli amministratori con la fascia tricolore, i vari comitati, la «Valle che resiste», i singoli paesi, le rappresentanze sindacali, come la Fiom, gruppi anarchici (in numero assai ridotto) e autonomi, i «cattolici contro la Tav». Slogan e striscioni inediti: «Bonsignore, europarlamentare del Pdl, è un No Tav». Chiude, simbolicamente, una mini mandria di mucche.

La lunga giornata di protesta è iniziata alle 12,30, nella sala consiliare di Vaie. Al fianco di Sandro Plano, presidente della Comunità Montana, organizzatore del corteo, ci sono i sindaci Lionello Gioberto (Vaie), Carla Mattioli (Avigliana), Dario Fracchia (Sant’Ambrogio), Sergio Calabresi (Gravere), Domenico Usseglio (Chiusa San Michele). Si passa dalle valutazioni economiche-politiche-ambientali («Nessuno ha mai dato cifre e dati precisi delle tanto decantate ricadute positive», dicono) alla constatazione che, da parte di governo e Regione, «tutto è solo rimasto a livello di chiacchiere». Cioè non è mai arrivato un soldo, uno vero, a titolo sia di compensazione per il temuto danno ambientale, sia in generale, diciamo come minimo segno di attenzione per una comunità che «dovrà sobbarcarsi il peso di cantieri e di opere lunghissime». Ancora: «L’allora ministro Matteoli aveva parlato di decine di milioni, così Bresso e i suoi successori, ma fatti concreti mai», dicono. E Usseglio: «Parlano di opere faraoniche senza avere un cit in tasca». L’Osservatorio come nemico numero uno, seguono bipartisan la Provincia, la Regione, il governo, i partiti.

Plano non fa sconti a nessuno: «È quantomeno irragionevole andare a escludere da un dialogo quello che dovrebbe essere l’interlocutore principale». Ha appena saputo che Regione e Provincia chiederanno al governo di escluderlo dal tavolo istituzionale di Palazzo Chigi e di restringere la composizione della delegazione dei sindaci invitati. «Se escludono noi - continua - dovrebbero farlo anche per tutti i Comuni che hanno adottato la stessa delibera. Non riteniamo corretto che a decidere chi deve partecipare siano la Provincia, la Regione e il presidente dell’Osservatorio e non il governo, titolare delle operazioni».

Le reazioni di Pd e Pdl. Giorgio Merlo, parlamentare Pd: «È bene prendere atto che chi crede oggi nello sviluppo, nelle infrastrutture e nel rilancio del nostro sistema economico e produttivo deve procedere a prescindere da chi antepone solo una chiara pregiudiziale ideologica e politica nel dire “no” alla Tav». Sulla stessa linea Morgando e Ghigo. Osvaldo Napoli, Pdl: Manifestazione anacronistica, consiglierei a chi protesta di andare da Avigliana a Susa e vedere lo spettacolo di negozi chiusi, fabbriche dismesse, attività bloccate che costellano la Valle». Tra i No Tav, il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero. Che è «totalmente contrario».

Tratto da LA STAMPA

giovedì, ottobre 07, 2010

PIEMONTE: SOLO IL 15% DEI NEO ASSUNTI CONQUISTA IL POSTO FISSO

Il miraggio del tempo indeterminato: pochi contratti, e solo per le qualifiche più basse
marina cassi


Inchiodato del tutto non è, ma bene non sta. Il mercato del lavoro piemontese e torinese vivacchia nella crisi con un aumento della precarietà. E chi assume sceglie qualifiche basse. Sarà pur vero che mancano i mitici fresatori e tornitori, ma è anche vero che nessuno li vuole.

Nei primi sei mesi ci sono stati 151 mila avviamenti, meno che nel primo trimestre - erano 157 mila - ma più di un anno fa quando l’asticella si era fermata a 139.723. Però non si è più raggiunta la quota 162 mila del terzo trimestre 2009 quando la recessione sembrava spegnersi. In ogni caso si è ancora lontani dal pre-crisi: nel primo semestre del 2008 erano saliti a 203 mila.

C’è quindi - secondo le rilevazioni dell’Agenzia Piemonte Lavoro della Regione - un leggero miglioramento, ma ci vorrà del tempo a recuperare del tutto. E nella recessione è cresciuta anche la precarietà: ormai gli avviamenti a tempo indeterminato, quell’agognato posto fisso che pare appartenere sempre più al passato, sono solo il 15,7% del totale, era ancora il 20,5 solo lo scorso anno. Un crollo del 38% rispetto al 2008 che si accompagna alla débâcle dell’apprendistato che ha perso il 36% rispetto al 2008 e il 6,5 rispetto allo scorso anno.

Un vero boom, invece, l’ha avuto una forma di contratto atipico particolarmente apprezzata nel settore turistico: il lavoro intermittente che poi sarebbe la riedizione del lavoro a chiamata. Questo tipo di avviamento era residuale nel 2008 - 914 pari al 6,9 degli avviamenti atipici totali - ma è volato al 34,3 nel 2008 con 8 mila avviamenti per salire addirittura al 43,1% nel primo semestre di quest’anno con 12.267 avviamenti. Si tratta di una modalità che era stata abolita dal governo Prodi e ripristinata da quello Berlusconi. In sostanza prevede la possibilità di essere chiamati al lavoro in alcuni giorni della settimana, non necessariamente gli stessi, o anche di essere lasciati a casa. Questo contratto è molto utilizzato nel turismo dove nel 2010 è arrivato al 53,4% del totale del settore. Il caso più ovvio è il cameriere nei fine settimana.

I dati dell’Agenzia nascondono nelle loro pieghe informazioni preziose per capire come è cambiata la regione nei due lunghi anni di crisi. Come ovvio è crollata la metalmeccanica con una contrazione degli avviamenti del 50% rispetto al 2008, malgrado una ripresa del 37% tra questo primo semestre e il 2009. Male sono andati tutti i settori industriali con cali mai inferiori al 30%. Unico settore in controtendenza il turismo che si riprende più in fretta anche grazie a un massiccio utilizzo della precarietà; solo il 7% degli avviamenti è a tempo indeterminato. Gli avviamenti nei primi sei mesi sono stati 39 mila contro i 35 mila del 2009 e i 46 mila del 2008.

E poi scorrendo le prime sedici qualifiche degli avviati totali al lavoro si scopre che si tratta di contenuti professionali bassi. In testa alla classifica i collaboratori domestici e poi facchini, addetti alla pulizia, manovali, autisti, muratori, magazzinieri. Uniche eccezioni il personale di segreteria, gli archivisti - ma sono in tutto il Piemonte solo 665 - e i contabili. E poi 811 camerieri, 935 cuochi, 564 baristi. Come ha spesso rilevato lo storico e economista Beppe Berta il terziario sostituisce, in parte, le perdite di posti dell’industria, ma si tratta di un terziario povero dove prevalgono i servizi di pulizia rispetto ai servizi alle imprese. 

Tratto da LA STAMPA

martedì, ottobre 05, 2010

PIEMONTE: RISCHIO FRANE E ALLUVIONI

Dieci anni fa le devastazioni in Piemonte e Val d'Aosta.
L'allarme idrogeologico interessa il 78% dei comuni piemontesi
elena masuelli


240mila piemontesi vivono ogni giorno esposti al pericolo di frane e alluvioni. L'apocalittica previsione, sostenuta da dati certi, è di Legambiente che, a dieci anni dall'alluvione che nella notte fra il 14 e 15 ottobre devastò Piemonte e Valle d' Aosta, lancia un nuovo allarme: "Da allora la situazione non è cambiata- accusa la presidente Vanda Busca-e le istituzioni devono cambiare rotta al più presto per evitare di andare incontro a nuovi guai".

Il rapporto "Ecosistema a rischio", redatto in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile, evidenzia le fragilità di un territorio in cui lo sviluppo urbanistico non ha tenuto conto di molte cautele: il 78% dei comuni piemontesi, 1046 paesi e città, ha abitazioni in aree a rischio idrogeologico. Il 18% ha interi quartieri in zone pericolose, mentre il 49% vi ha edificato strutture e fabbricati industriali. Emblematica la situazione della provincia di Asti, dove la percentuale di rischio è totale. Poco inferiore, fra il 95 e il 92%, per Cuneo, Alessandria e Verbania. Torino è all'82%, Novara al 61%.

Magra consolazione il fatto che, se poco si fa per evitare il disastro, ci si attrezza per fronteggiarlo, con la pianificazione dell'emergenza e l'organizzazione della protezione civile locale. Quasi tutti i comuni sono attrezzati con un protocollo che, in oltre la metà dei casi, è stato aggiornato negli ultimi due anni. Ancora frammentaria la capacità di informare la popolazione, soltanto il 27% delle municipalita' e' attiva su questo fronte. Stessa situazione per quel che riguarda la realizzazione di esercitazioni: solo un'amministrazione su quattro, infatti, ne ha organizzata almeno una nel proprio territorio durante l'ultimo anno.

Tratto da LA STAMPA

domenica, ottobre 03, 2010

AGGUATO BELPIETRO: VERO O FALSO?


Articolo tratto da LA STAMPA, con nostre osservazioni in grassetto e di colore arancione.

Il direttore di "Libero" atteso a casa da un uomo armato di pistola. 
Il caposcorta lo salva
PAOLO COLONNELLO
MILANO

Una serata come tante, al ritorno da Roma. Per Maurizio Belpietro, direttore di Libero, è quasi una routine. La scorta che arriva sotto casa, un agente che lo accompagna in ascensore. Si chiude la porta di casa alle spalle, si sente al sicuro (Lui era in casa, quindi non è in realtà lui a subire l’aggressione). Invece inizia un incubo. Sente delle voci sul pianerottolo, poi degli spari. Belpietro è un uomo che vive sotto scorta da 8 anni, alle minacce è abituato. Ma questa volta è diverso. Qualcuno, forse, voleva fargli la pelle sul serio. E’ accaduto ieri sera poco prima delle 23. E’ lui stesso a raccontarlo, con la voce ancora tesa, impaurita. «Saranno state le 11 meno un quarto. Più o meno l’orario solito in cui torno a casa dopo aver chiuso il giornale. Un quarto d’ora più tardi perché arrivavo da Roma. L’agente di scorta mi accompagna in ascensore, ci salutiamo ed entro in casa...».
Ma questa volta l’agente, che è un fumatore, preferisce scendere per le scale (In servizio i poliziotti non fumano, la scorta di Borsellino aveva le armi in mano non le sigarette – poi dice fumatore, non dice che stava fumando… ma andiamo avanti…). E appena gira l’angolo del pianerottolo, se lo trova davanti: un uomo solo, sui 40 anni, alto 1 metro e 80 circa, vestito a quanto pare con una camicia che potrebbe ricordare una divisa della Guardia di Finanza Dura tutto pochi secondi, troppo pochi per fissare altri dettagli, perché lo sconosciuto non ha esitazioni: «Ha impugnato una pistola e ha tentato di sparare, solo che l’arma dev’essersi inceppata », racconta Belpietro, che dal suo appartamento coglie il trambusto e inizia a preoccuparsi. «Non vivo solo, c’è la mia famiglia. Mia moglie e due figlie piccole». Si sente indifeso, anche se abita a due passi dalla Questura, perché sa che oltre la porta, in quel momento c’è un solo il suo caposcorta e non può sapere quanti siano gli eventuali aggressori. (Immaginiamo, il poliziotto scende le scale tranquillo con la sigaretta, è un fumatore attento, non prende l’ascensore essendo ligio alle leggi…
Un uomo lo aggredisce con una pistola – pistola contro sigaretta – la pistola si inceppa, ma che attentatore sei? Vai a fare un agguato con un arma “fuffa”, ti fai vedere e non sfrutti l’effetto sorpresa? Aspetti  che la tua vittima si chiuda in casa al sicuro? Mah?!?! E’ un dilettante… quando hanno sequestrato Aldo Moro, la scorta a cosa è servita? Quando hanno ucciso il Generale Dalla Chiesa non ci pare abbiano aspettato scendesse dall’auto, chiudesse la portiera, salisse a casa si facesse una doccia e si fumasse anche una sigaretta… o sbagliamo?!?!?)


Il misterioso attentatore, invece ha già capito che per lui si sta mettendo male e dopo aver puntato il revolver contro l’agente si precipita per le scale. Il poliziotto rimane per un attimo interdetto: se il meccanismo della pistola avesse funzionato, ammesso che non fosse un’arma giocattolo, ora sarebbe morto. «Ho sentito almeno tre spari», dice ancora Belpietro. Sono i colpi che l’agente esplode contro l’uomo in fuga. Ma inutilmente. L’inseguimento dura pochissimo, perché il fuggiasco probabilmente ha studiato bene il palazzo di Belpietro e sa che dispone di due cortili: uno esterno, dove l’auto di scorta viene parcheggiata in attesa che il direttore di Libero rientri nel suo appartamento, l’altro più interno e separato da altri cortili soltanto da un muretto piuttosto basso. E’ così che si sarebbe dileguato, senza incontrare né farsi vedere dall’altro agente. (Il poliziotto che chiameremo “Zenigata”, riesce a fronteggiare l’uomo armato con la sigaretta in mano, a prendere la sua arma di ordinanza e a sparare tre colpi, è un eroe manga??? Ma Belpietro non era in casa, che occhi ha? Vede attraverso i muri?)

Subito viene lanciato l’allarme e si scatena una caccia all’uomo che però, fino all’una di notte rimane senza esito. «Non so che dire - commenta Belpietro - la sensazione è che quella persona stesse aspettando il mio ritorno a casa. E se il mio caposcorta avesse preso l’ascensore per scendere e non le scale, non so come sarebbe andata. Guardando dallo spioncino, forse lo avrei scambiato per un agente della Finanza e avrei sicuramente aperto». Difficile pensare che possa essersi trattato di un ladro, anche se armato. Troppo istintiva e fulminea la reazione di estrarre la pistola alla vista dell’agente, per altro in borghese, e tentare di sparargli. Secondo Belpietro l’uomo conosceva le sue abitudini: «Io torno sempre più o meno verso le 22,30 e ieri sera ho ritardato di un quarto d’ora. Non era necessario che sapesse del mio arrivo da Roma».
(In passato abbiamo visto dei  video di alcune videosorveglianze, la destrezza e la freddezza dei ladri è disarmante, riescono a stare sul pianerottolo e nascondersi in maniera rapida e astuta, vi lasciano passare e neanche ve ne accorgete – e sono solo ladri - figuratevi la freddezza di un killer!!!).

Dunque, se le indagini confermeranno tutta la dinamica, ci troveremmo di fronte a un bruttissimo segnale destinato ad innalzare la tensione politica di questi giorni. Di minacce il direttore di Libero dice di riceverne «in quantità» e quasi quotidianamente. L’ultimo episodio qualche mese fa, quando un uomo è entrato nella redazione di Porta Venezia con l’intenzione di picchiarlo, fermato appena in tempo dalla scorta. E poi i pedinamenti dei neo brigatisti di seconda posizione, il gruppo «Aurora», che nei progetti aveva proprio messo tra gli obiettivi per un attentato «Libero».

(Aspettiamo le indagini, ma come è raccontata la vicenda da questo articolo, non ci convince molto...)

sabato, ottobre 02, 2010

BILANCIO REGIONE PIEMONTE: TAGLIATI 391 MILIONI DI EURO


Il dato certo sono i 391 milioni in meno di trasferimenti statali alla Regione. Le polemiche politiche nascono sulla ripartizione di questi tagli tra i diversi assessorati. Ieri il bilancio di previsione del 2011 è stato presentato alla commissione Bilancio del Consiglio regionale.
L’assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia che spiega come a quelle cifre si dovranno aggiungere i fondi derivanti dalla redistribuzione di 333 milioni per ora finiti in un fondo indistinto e che saranno assegnati dopo la discussione in Consiglio regionale.

Al netto di quei 333 milioni, però, l’Ambiente perde 29 milioni, l’Agricoltura 39 milioni, la Ricerca e l’Università 54 milioni sulla spesa corrente e quasi 83 su quella in conto capitale. E poi zero fondi per le opere pubbliche in conto capitale contro i 150 milioni dell’assestamento di bilancio del 2010. La cultura: meno 62 sulla spesa corrente e meno 26 sul conto capitale. Tagli anche al trasporto pubblico: 76 milioni.

L’unica cosa certa è che più tagli ci sono a Bilancio e meno Servizi avrà la cittadinanza.

venerdì, ottobre 01, 2010

TORINO: BUS GRATUITI PER I BAMBINI FINO A 10 ANNI

 Mezzi pubblici gratis per i bimbi fino a dieci anni. Presto i più piccoli potranno salire su bus e tram, accompagnati almeno da un genitore, senza pagare il biglietto. Parola di assessore ai Trasporti, Maria Grazia Sestero, che in una lettera a "Repubblica", accoglie la proposta del comitato Bimbibus di Torino. Presto sarà anche meglio. "Fra non molto potremo dare concretezza a questo rapporto tra bimbi e trasporto pubblico", sottolinea l'assessore.

Fino ad ora non pagano i bambini che raggiungono il metro di altezza, più o meno i 4 anni d'età. "Un sistema adottato da molte altre città, come Firenze, Genova e Bologna", ricorda Sestero che però crede di poter fare di più. "Già nel 2007, in occasione degli adeguamenti tariffari, il Consiglio comunale ha deciso un contenimento del costo del trasporto per tutti, limitando ad 1 euro il prezzo del biglietto e riducendo gli abbonamenti per bambini ed anziani. In un momento di crisi si sceglie di intervenire a sostegno dei più deboli. Ora con Gtt stiamo studiando due formule tariffarie per incentivare l'uso del mezzo pubblico e ad abituare i più piccoli a usare il bus in particolare per gli spostamenti casa-scuola". Ticket promozionali che presto diventeranno realtà. "Vogliamo far viaggiare gratuitamente i bimbi fino a 10 anni accompagnati da un adulto pagante. Non sarà necessario acquistare il biglietto, basterà una tessera personale che documenti l'età - spiega Sestero - e poi sperimenteremo anche una formula "famiglia" per premiare i nuclei formati da persone che si muovono tutti con i mezzi pubblici".

Il Comune ricorda che forme di mobilità sostenibile sono alla base dell'operato della amministrazione,  con lo scopo di ridurre il traffico privato e l'inquinamento.
 
Articolo completo su LA REPUBBLICA